Scritto da Filippo Facci, via Macchianera.
Allora. In conclusione. Il Dalai Lama è venuto, la Cina ha protestato, Prodi si è dato.
Ha detto:«In questi casi bisogna usare prudenza. Ho la responsabilità di un Paese e devo rendermi conto delle conseguenze finali delle mie azioni. Uno, ero all'estero; due, non lo abbiamo invitato. E comunque la ragion di Stato esiste e io ne sono responsabile. C'è un discorso: la ragion di Stato esiste, io ne sono responsabile».
Ho una sola cosa da aggiungere a tutte quelle che ho già scritto e che ha scritto Luca Sofri:
«La fiera risposta di Prodi sulla ragion-di-stato, a proposito dell'indifferenza nei confronti del Dalai Lama, è una fesseria di cui vergognarsi. E non perché la ragiondistato sia criticabile di per sé, o perché lo Stato non abbia le sue ragioni. Il fatto è che la ragiondistato, a interpretarla correttamente, imporrebbe di accogliere il Dalai Lama e dargli un segno della nostra solidarietà: quello è lo Stato che vorremmo, e le ragioni che gli attribuiamo».
Una sola cosa da aggiungere per quanto riguarda Prodi, dicevo.
PRO.
DI.
VA.
FFAN.
CU.
LO.
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