domenica, febbraio 25, 2007,22:50
La fiorente industria degli allarmi ambientali
Riccardo Cascioli, presidente del Cespas, ha risposto a qualche domanda...

Chi ci guadagna dal dire mezze verità?

Ormai intorno agli allarmi ambientali c’è una fiorente industria: dagli stessi movimenti ambientalisti, che di allarmi campano (le presunte emergenze stanno pompando quantità enormi di fondi, pubblici e privati, per finanziare le attività e i progetti degli ambientalisti); a leader politici (come quelli europei) che hanno fatto della questione ambientale uno strumento di caratterizzazione politica (la UE, con il programma “Diplomazia Verde”, ha scelto questo tema per conquistarsi una leadership mondiale in contrapposizione agli USA), fino alle grandi industrie che vedono nella questione ambientale una possibilità di affari, magari a scapito di altri gruppi.

,17:12
Ba...
Questo è un pazzo scatenato, esaltato, frustrato e non se ne puo' più. Ma quanto fa ridere? Grande Lazie.
sabato, febbraio 24, 2007,20:48
Cinque domande Cinque a..Mauro.
Prologo
5 pillole veloci. 5 pillole di Mauro, che tanto tenacemente porta avanti Italian Blogs for Darfur (che tra l'altro ha da poco pubblicato quest'intervista al direttore di Medici Senza Frontiere - Italia.

(qui la puntata -1, qui la 0, qui la 1, qui la 2, qui la 3, qui la 4, qui la 5, qui la 6).
Primo capitolo
Dove quando e perché nasci?
Nasco in un paese di provincia, all'ombra degli olivi e dei castagni. Il perchè della propria esistenza si può conoscere solo nel momento della propria morte. Quando ci si aggrappa alle illusioni pur di dormire sereni e la negazione della casualità assume il sapore dolce del miele.

Secondo capitolo
Un ricordo della tua infanzia a cui sei particolarmente legato.
Le lunghe passeggiate in montagna con mio nonno. A perdersi in silenzio nella vastità dei paesaggi da poco illuminati.

Terzo capitolo
L'evento o gli eventi che hanno indelebilmente cambiato la tua vita
Un viaggio all'estero, in un Paese povero, dove il distacco tra chi ha e chi non ha è talmente netto, da far male come un coltello.

Quarto capitolo
Dovessi morire oggi che messaggio vorresti lasciare al domani?
Imparate dalla storia. Ma sarebbero parole gettare al vento. Gli Imperi nascono e crollano per vita propria.

Quinto capitolo
Un suggerimento musicale, un libro, una poesia, una quadro, un film: scegli qualsiasi cosa
legata all'arte che vorresti condividere con gli altri.
Oceano Mare di Baricco. La complessità della vita in un angolo di mondo.

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giovedì, febbraio 22, 2007,09:53
Occasione persa.
La prima sensazione era di timore: un nuovo governo di destra.
Poi s'era fatta spazio la fiducia che una simile batosta ponesse fine a questa sinistra vergognosa.
Poi era divenuto chiaro che il Partito Democratico sarebbe stato conservatore da far schifo.
E quindi un Prodi-bis è la soluzione peggiore, esattamente come tutte le altre.
mercoledì, febbraio 21, 2007,21:05
La notizia del giorno
...è chiaramente la positività alla cocaina di Flachi. Io non ci credo. Ma non credo neanche che abbia venduto partita alcuna. Però intanto due mesi di squalifica se l'è fatti. Si dichiara tranquillo e "...al momento opportuno chiarirò tutto. Mi dispiace solo per la mia famiglia".
L'altra notiziula è il governo che...vacilla.
E, devo ametterlo, a me un governo che cade mi rende euforico. A prescindere dal colore. L'ho saputo tardissimo in redazione, ed ho iniziato a fibrillare. Neanche Babbo Natale mi faceva così contento.
State sicuri che le elezioni non si faranno. Io mi gioco Marini per la presidenza del consiglio. E un leggero -leggerissimo- avvicinamento di Casini. Ma, soprattutto, tanto tanto pepe al culo ai grandi saggi del partito democratico. E' la prova definitiva che con una sinistra radicale non possono andare avanti. No che non lo sapessero. Ma i politici italiani sono i veri Bradipi d'Italia. Vedrete che corse. Ora sanno che forse cinque anni non ce li hanno per organizzarsi. Se devono da spiccia'...
Che fare, ora? Bo.

PRIMA VERSIONE
Secondo me occorrono nuove elezioni. Che democrazia è quella che garantisce ad un governo non eletto di governare?

SECONDA VERSIONE
Un nuovo governo Prodi? Bè, sarebbe giusto. Lo si sapeva che ogni votazione si sarebbe giocata sul filo del rasoio. Oggi ho sentito di senatori claudicanti, col gesso al braccio, presentarsi in aula. Lo si sapeva. Lo si è fatto partire, non è nata una grande coalizione, ed ora che vada avanti. Che passino o meno le mozioni del governo, questo è quello che hanno voluto gli italiani. Così s'è scelto. In base a cosa ora vogliono cambiare?

Per me sono buone entrambe le versioni. Quindi fate voi.
Ecco qual è la vera notizia: ci siamo tolti Prodi di torno. Per sempre. Improbabile un suo nuovo governo (a meno che non lo implorino rifondazione comunista e comunisti italiani per dimostrare qualcosa a chissà chi). Impossibile una sua nuova candidatura. Olè!

Ma altre sono le domande importanti:
a- è stata già inventata la sveglia da polso che invece di suonare vibra? Perché un bi-bi-bi-bi-bip deve svegliare tutta casa?
b- che fine ha fatto Erica Blog?

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lunedì, febbraio 19, 2007,15:08
Caro Silvio,
quest'anno sono stato molto buono e bravo e spero passerai comunque per questa mia abitazione. Lascio la porta socchiusa ed un buon bicchiere di Crystal 1997 - Riserva sul tavolo. Non è il massimo, ma è ciò che mi posso permettere.
Non ci stiamo molto simapatici, e ricordo il grande litigio avvenuto in occasione dell'ultimo nostro incontro. Ma ti perdono tutto, purché...
Ti perdonerò tutto purché te metta la casacca rossonera a Ronaldinho. Te lo chiedo da buon laziale, ci facci questo regalo. Agli occhi della storia tutte le sue malefatte scomparirebbero.

Sa, caro Silvio, Ronaldinho non è un giocatore come gli altri. Io non so se lei capisce effettivamente qualcosa del bel giuoco del calcio. Però ha dato vita alla seconda o terza squadra di club più grande di tutta la storia e potrebbe anche non essere un caso.
Allora certamente capirà. Nella storia del mondo i giocatori intoccabili sono due: Pelé e Maradona. Io non ho mai visto nessuno dei due dal vivo. Dato che io penso che se gioca ancora così Ronaldinho si aggiungerà a questo gruppo di immortali, allora, caro Silvio, Ronaldinho lo porti a Milano?
Con affetto,
Andrea, un voto che conquisteresti con un piccolo gesto.

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,10:05
Sveglia Salmoni!
Non so quali obiezioni solleverò, ma io intanto lo dico: questo mondo si è inevitabilmente evoluto in un paesaggio fatto di lego mischiati senza troppo badare al colore e alle forme. Un bel mondo, ma finto, se così possiamo definire un universo fatto di costruzioni, enti, etiche e valori artificiosi, quasi sintetici. Abbiamo deciso cosa è bene e cosa e male. Abbiamo anche un po' litigato, al riguardo. E continueremo ad azzuffarci come grilli da combattimento fino a quando tutto questo non avrà fine. Che, escludendo tutti gli psicotici con tendenze suicide, speriamo sia il più tardi possibile.

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,10:01
Chi sono i veri colpevoli
Avevo quindici anni e scribacchiavamo di sport e poco altro sul giornalino scolastico. Con cura leggevo Roberto Beccantini, la miglior firma del Guerin Sportivo. Ma anche Italo Cucci, Adalberto Bortolotti. Avevo quindici anni e già avevo sentito parlare tre o quattro volte di modello inglese. Stadi più sicuri, polizia privata. Biglietto nominale. Avevo quindici anni e Vincenzo Paparelli era morto, con un razzo sparato dalla curva sud dritto nel suo occhio, ventuno anni prima.

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domenica, febbraio 18, 2007,12:43
Roberto Baggio era tutta un'altra cosa.

...era proprio un'altra cosa. Auguri Roby.
Andrea
Antonio

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sabato, febbraio 17, 2007,20:02
Siate Curiosi Siate Folli
Steve Jobs si racconta...

Voglio raccontarvi tre storie delle mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale:solo tre storie. La prima storia e su una cosa che io chiamo “unire i puntini” di una vita. Quando ero ragazzo, ho abbandonato l’università, il Reed College, dopo il primo semestre. Ho continuato a seguire alcuni corsi informalmente per un altro anno e mezzo, poi me ne sono andato del tutto. Perché l’ho fatto?
E’ iniziato tutto prima che nascessi. La mia mamma biologica era una giovane studentessa universitaria non sposata e quando rimase in cinta decise di darmi in adozione. Voleva assolutamente che io fossi adottato da una coppia di laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare sin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però, quando arrivai io, questa coppia –all’ultimo minuto- disse che voleva adottare una femmina. Così, quelli che poi sarebbero diventati i miei genitori adottivi, e che erano al secondo posto nella lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete?”. Loro risposero: “Certamente!”.
Più tardi la mia mamma biologica scoprì che questa coppia non era laureata: la donna non aveva mai finito il college e l’uomo non si era nemmeno diplomato al liceo. Allora la mia mamma biologica si rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Poi accettò di farlo, mesi dopo, solo quando i mie genitori adottivi promisero formalmente che un giorno sarei andato al college. Questo è stato l’inizio della mia vita.
Così, come stabilito, parecchi anni dopo, nel 1972, andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno troppo costoso, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi. Dopo sei mesi non riuscivo a trovarci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta una vita. Così decisi di mollare e di avere fiducia, che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all’epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso in vita mia.
Nel momento in cui abbandonai il college, smisi di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a entrare nelle classi che trovavo più interessanti.
Non è stato tutto rose e fiori però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca-cola vuote per avere i 5 centesimi di deposito e potermi comprare da mangiare.[…] Ma tutto quello che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio.
Al Reed College all’epoca offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese.[…]Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. […] Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era bello, ma anche artistico, storico, e io ne fui assolutamente affascinato.
Nessuna di queste cose, però, aveva alcuna speranza di trovare un’applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, 10 anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di capacità tipografiche evolute. Se no avessi lasciato i corsi ufficiali, e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i personal computer potrebbero non avere quelle splendide capacità di tipografia che invece hanno. Certamente , all’epoca in cui ero al college era impossibile per me “unire i puntini”guardando il futuro. Ma è diventato molto chiaro 10 anni dopo, quando ho potuto guardare all’indietro .
Insomma, non è possibile “unire i puntini” guardando avanti; si può unirli solo dopo, guardandoci all’indietro. Così bisogna aver sempre fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Bisogna credere in qualcosa: il nostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Perché credere che alla fine i puntini si uniranno ci darà la fiducia necessaria per seguire il nostro cuore anche quando questo ci porterà lontano dalle strade più sicure e scontate, e farà la differenza nella nostra vita. Questo approccio non mi ha mai lasciato a piedi e, invece, ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

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,11:42
Una domanda onorevole!
Come accennato ieri, il vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro ha ha presentato la proposta di risoluzione sul Darfur, nella quale si chiede di imporre sanzioni per violazioni del cessate il fuoco. Finalmente l'europa accelera sulla questione Darfur che, giova ricordarlo, ha fatto quattrocentomila morti e 2,5 milioni di senza tetto. O forse qualche cadavere in meno. Ma vabè, stiamo lì. Come sottolinea Mauro "anche in assenza di un accordo con il governo sudanese, deve fissare una data per l'invio nel Darfur di una forza di pace''. Eh, sì, giova ricordare anche questo: l'Onu non va perché il governo sudanese non vuole. Come se la polizia lasciasse in blocco la Sicilia a seguito di una richiesta della Mafia.
Non appena è uscita la notizia dell'impegno del vicepresidente Mauro, IB4D l'ha contattato ed ha ricevuto la sua firma per la petizione.
Io l'avevo contattato poco prima. Nessuna risposta. Le domande sarebbero queste:
- Ha presentato la proposta di risoluzione sul Darfur, nella quale si chiede di imporre sanzioni per violazioni del cessate il fuoco e l'invio di una forza di pace. Perché ha atteso (lei e le altre autorità europee, ovviamente) così a lungo?
- Parla a chiare lettere di un pesante coinvolgimento della Cina (il Sudan è il suo secondo fornitore africano di petrolio). Perché l'Europa e gli Stati Uniti non hanno mai accusato la Cina in pubblico? Lo sa che questa notizia non è mai stata chiara come ora che ne parla lei? Non vorrei sembrare banale, e spero mi contraddica, ma si sono anteposto gli interessi commerciali alla risoluzione di un conflitto devastante come quello del Sudan?
Grazie dell'attenzione, e grazie per questa sua iniziativa. Gliene sono grato, anche a nome di Italian Blogs for Darfur.
sinceri saluti
Andrea Pergola

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venerdì, febbraio 16, 2007,20:35
Cinque domande Cinque a...Gianluca.
Prologo
Che anno era? Il 2002? Grazie Roby prosperava, col Mastro Lunardi si aprì un gruppo niente male, Morisi gironzolava per l'Italia a rilasciare interviste (la prima a me però!), Francesco si autointervistava. E spuntò Gianluca Perlongo. Ovviamente se pensate che io ricordi come e perché sbagliate di grosso. Di certo c'è che poi la Sicilia venne colpita da un terremoto mica male (e quel "Ti siamo tutti vicini Gianluca!" in prima pagina ne è un ricordo) e Gianluca limitò la sua presenza online. Poi io limitati la mia per non so bene quale motivo. E ci si perse di vista per quasi 5 anni.
Poi girovagando per google lo ritrovo un po' qua e un po' là. E, il 19 Luglio 2006, una sua email con oggetto "Amicizie Lontane..." ci rimette in contatto. E ci regala funambolici e fantasmagorici progetti che, ne sono sicuro, prima si concretizzeranno.

(qui la puntata -1, qui la 0, qui la 1, qui la 2, qui la 3, qui la 4, qui la 5).
Primo capitolo
Dove quando e perché nasci?
Nasco l'8 Marzo 1987 a Partinico, sperduta sub-provincia del palermitano occidentale, da una donna quarantenne e un uomo in cammino avanzato verso i cinquanta, alle 24.00 passate di un giorno mondialmente riconosciuto come festa dell'orgoglio e della lotta femminile. Difficile dare un perché! Riuscirebbe mai qualcuno a tracciare un vademecum dell'alchimia mentale della procreazione? Kessel diceva che ogni uomo nasce gemello, racchiude in se colui che è e colui che crede di essere, ad oggi penso di essere un'ottima via di mezzo!


Secondo capitolo
Qual è il primo ricordo della tua infanzia?
Scavando negli anfratti più remoti della memoria la prima cosa che ricordo è la nenia di mia madre che accompagnava il mio lento scivolare verso il sonno, quello a cui sono legato a doppio nodo è senza dubbio la nascita di un bimbo, nel 2005, a metà fra un nipotino, un cuginetto e un fratellino, una di quelle piccole creature che anche solo stringendoti la mano ti impongono di riflettere, spoglio di tuttoi, sulla stupidità umana che li rifiuta e rinnega e che vede il loro qualcosa di cui aver paura e non un bel pezzo di vita, intesa come amore.

Terzo capitolo
L'evento o gli eventi che hanno indelebilmente cambiato la tua vita
L’aver abbandonato la scuola a 16 anni, seguendo il falso mito dell’uomo che trova la propria libertà solo attraverso il rifiuto di ogni regola, responsabilità o limite, una voglia di vivere libertaria e libertina, trasfigurata col tempo in fucina di una coscienza di cui comincio ad avvertire sempre più il peso e l’importanza. C’è chi estranea il prossimo perché difforme dalla regoletta del “investo e capitalizzo”, io preferisco stare con chi professa il “dono e sorrido” che non è una versione moderna di quanto professava San Francesco, bensì una ribellione ad una forma mentis unisona.

Quarto capitolo
Dovessi morire oggi che messaggio vorresti lasciare al domani?
Dovessi morire oggi non mi curerei tanto di lasciare testamenti spirituali o profezie, lo afferma Galeano e lo riprende Terzani, la storia dell'uomo è incomprensibilmente ciclica, il domani muterà in convinzioni, pensiero e modi di fare del tutto inconcepibili per i naufraghi del passato, dovessi morire oggi direi che il tirannide è mediocrità, che legge è abuso, riecheggerei una massima di Krauss: Ben venga il caos, perché l'ordine non ha funzionato.


Quinto capitolo
Un suggerimento musicale, un libro, una poesia, una quadro, un film: scegli qualsiasi cosa
legata all'arte che vorresti condividere con gli altri.
Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate, isteriche, nude trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa. Altro non è che l'input della più celebre poesia di Allen Ginsberg ed al contempo, a mio avviso, il miglior manifesto di una generazione, la Beat, che si ribellava al potere e alle restrizioni mentali attraverso l'arte, la letteratura e la musica.

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,18:22
RAI: BELTRANDI, APPELLO PER DARFUR IN VIGILANZA
Certe notizie Ansa fanno bene al cuore...

(ANSA) - ROMA, 16 FEB - L'appello promosso da 'Italian Bloggs for Darfur', per chiedere alle maggiori testate televisive italiane maggiore informazione sul conflitto in atto nella regione del Sudan, e' stato fatto suo da Marco Beltrandi, membro della Commissione Vigilanza Rai, che si fara' portavoce della richiesta in seno alla Commissione. Il deputato della Rosa nel Pugno ''condivide gli interrogativi posti da Italian Blogs for Darfur sulla qualita' dell'informazione nel servizio pubblico televisivo e auspica una maggiore attenzione da parte dei media alla tragedia che si sta consumando nell'indifferenza globale''.
''Da quando ha fatto la sua prima comparsa sul web, l'appello di Italian Blogs for Darfur ha raccolto numerose adesioni. Ad oggi sono state raccolte oltre mille firme. Oltre all'azione continua di decine di bloggers sensibili al destino del terzo mondo, in particolare alle crisi e alle guerre dimenticate - spiega una nota - anche alcuni noti esponenti della politica italiana, difensori dei diritti umani, e personaggi dello spettacolo hanno dato il loro sostegno a Italian Blogs for Darfur, firmando l'appello e rendendo pubblica la loro adesione. Tra questi Marco Cappato. Daniele Capezzone. Marco Pannella, Antonio Polito, Gianni Vernetti, Marco Taradash, Yasha Reibman, Caparezza, Cesare Cremonini e Subsonica''.

Altre pure...(leggerei attentamente, però, le riflessioni finali...)

DARFUR: PE; MAURO (FI), FINE A VIOLENZE ANCHE CON SANZIONI (ANSA) - STRASBURGO, 15 FEB - Oggi il Parlamento europeo chiedera' all'Onu e tutta la comunita' internazionale ''di adoperarsi con ogni mezzo per porre fine ai crimini di guerra e ai crimini contro l'umanita' perpetrati in Darfur'', anche attraverso l'imposizione di sanzioni. Lo sottolinea Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento europeo, che ha presentato la proposta di risoluzione sul Darfur, nella quale si chiede di imporre sanzioni per violazioni del cessate il fuoco. ''Quattrocentomila morti e 2,5 milioni di senza tetto non possono piu' aspettare e l'Onu, anche in assenza di un accordo con il governo sudanese, deve fissare una data per l'invio nel Darfur di una forza di pace''. ''Non e' un mistero - prosegue Mauro - che il Sudan sia il secondo fornitore africano di petrolio per la Cina e che per questo motivo il gigante asiatico difenda in tutti forum internazionali il Sudan dalle accuse di violazione dei diritti umani e di genocidio. Tredici delle quindici compagnie petrolifere straniere presenti in Sudan sono cinesi'', afferma Mauro. Per questa ragione, spiega l'europarlamentare, la risoluzione chiede alla Cina di utilizzare ''in modo responsabile la sua considerevole influenza nella
regione, di porre fine alle esportazioni di armi verso il Sudan e di cessare di bloccare, in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu, le decisioni riguardanti sanzioni mirate contro il governo sudanese''.

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,11:59
M'illumino di più
Innanzi tutto chiedo perdono a tutti, anche a me stesso, per aver scalzato la mara con questa cosa un pò più seria, ma così è la vita. Ora veniamo all'ostentazione dello stupid politically correct, ovvero la giornata del risparmio energetico durante la quale, naturalmente, accenderò quanti più supporti energetici il contatore possa sopportare così tanto per disobbedienza all'idiozia. Mi viene da citare Fabio Caressa che utilizzò la frase con riguardo il divieto di giocare partite di calcio in posticipo serale:"ho quarant'anni e non voglio più avere paura del buio". Mi astengo per il momento da ulteriori commenti e faccio parlare l'Ibl:

Accendere le luci per dire no all’oscurantismo ecologista. È questa la proposta dell’Istituto Bruno Leoni alla vigilia della giornata del risparmio energetico, il 16 febbraio, che coincide col secondo anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto.

Dice Carlo Stagnaro, direttore Ecologia di mercato dell’IBL: “il blackout simbolico e volontario di domani sarà solo l’anticipo dei blackout autentici che sono l’unica conseguenza reale del regime kyotista in cui l’Europa si sta tuffando. In un momento in cui è massima l’enfasi sui temi della sicurezza energetica, sarebbe opportuno ricordare che non può esserci sicurezza nelle fonti cosiddette alternative, che sono costose e inefficienti. La storia umana può essere vista come il tentativo di emergere dalle tenebre e poter contare su una disponibilità sempre crescente di energia. È triste che vi sia chi ritiene che il futuro dovrebbe essere un ritorno al buio".
Istituto Bruno Leoni
Pubblicato il 15/02/2007
,06:38
Politica, Attualità e Società.

ROMA - Dice che i gay sono "costituzionalmente sterili", difende "il fondamento della famiglia", osserva che "per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare". Mara Carfagna debutta così alla prima manifestazione da lei organizzata da quand'è in Parlamento, il seminario "Donna, vita e famiglia", stamane a Palazzo Marini, insieme ai big di Forza Italia Sandro Bondi, Giuseppe Pisanu e Enrico La Loggia. Frasi, quelle della ex soubrette e deputata di Forza Italia, che hanno dato origine a una sequela di reazioni. La prima ad arrivare è quella di Vladimir Luxuria che non fa giri di parole: "Non mi sento di prendere lezioni da chi crede di difendere la famiglia e intanto ne sta sfasciando una, quella di Berlusconi".
mercoledì, febbraio 14, 2007,21:39
E ditece dippiù...
Nonostante quel caos metallico che incornicia costantemente il lungotevere, siamo arrivati in tempo in Via dell'Umiltà, all'associazione della Stampa Estera, dove Medici Senza Frontire ha presentato il nuovo rapporto annuale sulle crisi dimenticate da quotidiani, periodici e telegiornali italiani (che, se non ho visto male, non erano presenti in gran quantità).
Andrei ai dati, che potete scaricare ed approfondire in questa pagina.
Repubblica Centroafricana, i morti per la Tubercolosi, la Cecenia, Sri Lanka, la malnutrizione, la Repubblica Democratica del Congo, la Somalia, la Colombia, Haiti, l'India Centrale (di cui il caro Gilioli ha già scritto in tempi non sospetti).
On-line sono disponibili una sintesi, un rapporto sulla stampa italiana e quello sui telegiornali e, infine, la mitica "top ten".

E poi, perchè no?, firmate firmate firmate. Qui.

Tanto per ricordarlo cito la crisi del Darfur, per la quale i ragazzi di IB4D continuano tanto caparbiamente a spendersi. Potete leggerne anche qui, sul sito di MSF.

UPDATE: Segnalo l'ottimo resoconto su Piccolino Valme.
scritto da Andrea&Serena
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,21:25
Nepal&Neve

Gran festa oggi a Bhaktapur...
Quasi nessuno aveva mai visto nevicare...Le risate arrivavano da Durbar Square fino al terrazzone girevole sulla collinetta di Planet....
Ora stellatona...

Francesco.

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martedì, febbraio 13, 2007,22:12
On web...

Dopo un milione di impreviste ed una cariola piena di sudore (povera Laura...), meltin'pot è on-line.
Buona fortuna...

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,22:09
Do Androids kill the stupid human?
Steve Jobs era –oltre che un frikettone con tendenza a viaggi su voli LSD- padre di Apple. E’, oggi, il guru dell’azienda di Cupertino. Bill Gates era un NERD di quelli doc. E’, oggi, un NERD di quelli doc e il più grande bisunness man del globo.
Il primo ha dimostrato che anche l’utile puo’ essere bello, anzi bellissimo, oltre che efficiente, anzi efficientissimo.

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,22:08
Io, un parroco e l’eutanasia.
Tra carezze crepuscolari e pugni color cremisi, ci aggiriamo in questa stazione dell’universo obbligati ad una vita dall’inconsistenza lieve della nebbia: condannati a morte dal divino, costretti alla vita dallo stato e dai suoi tentacoli vaticani. Questa è la nostra vita.

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,21:56
Meltin'Pot - Febbraio.
Il numero 2 di meltin'pot...

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sabato, febbraio 10, 2007,22:03
Che ora è?
Per tutti e novanta i minuti non puoi che chiederti: ma come fanno questi due ad entrare nello stesso piccolissimo fotogramma?
Che ora è?
venerdì, febbraio 09, 2007,23:45
Cinque domande Cinque a...Silvia.

Prologo
Non saprei dire quando Silvia è arrivata sin qui. Erano i giorno concitati di Blogs For Nepal. Sarà stato Francesco, immagino. Fatto sta che da ormai qualche mese Silvia-rongpuk collabora con Square. Scrivendo. E non solo...
Colgo infatti l'occasione che mi dà questa bella intervista, per presentare a tutti un nuovo progetto, che Square seguirà con somma soddisfazione: RainMaya.
Rain come pioggia. Maya come amore.
Primo capitolo
Dove quando e perché nasci?
Milano il 24 maggio del ‘72 durante uno sciopero di 24 ore dei medici, sono nata per sbaglio e poi per la convinzione di mamma e papà di provare a costuire qualcosa…credo…erano gli anni 70…


Secondo capitolo
Qual è il primo ricordo della tua infanzia?
Un ricordo della mia infanzia?…la mia infanzia è stata bellissima come portei non ricordarla?…dai 3 ai 4 anni e mezzo a Vicenza nel villaggio della USARMY parlavo con gli americanini e non capivo perché non mi capivano…strano eh? Giocavo a fare la guerra allora…l’innocenza dei bambini…
Poi la campagna tra Vicenza e Padova, ho trascorso la mia infanzia con la mia meravigliosa Paola io e lei inseparabili (anche adesso all’alba dei 35) a giocare nei campi di grano, nei fienili, nei vitigni, a guardare le mucche e le caprette, ricordo i bagni nei fossi bici incluse e le sculacciate di mio padre, le gite col trattore di Silvana, il profumo del mosto…credo di essere stata una bambina molto fortunata, amata che ha avuto l’opportunità di stare davvero a contatto con la natura.


Terzo capitolo
L'evento o gli eventi che hanno indelebilmente cambiato la tua vita
Mi sento in balia dei venti e molti eventi hanno cambiato il corso della mia vita, e ogni volta accade in modo sempre più drastico e diverso…io vivo di viaggi e di fame di conoscenza, per me è una specie di malattia incurabile, arriva un momento in cui non ce la faccio più e devo partire per ritrovare i sensi smarriti dall’evoluzione. VIAGGIO E APRO GLI OCCHI. Ogni luogo mi assorbe totalmente e io assorbo tutto da lui, spesso cerco di catturare con uno scatto la magia di questi momenti. Vi racconto l’ultima mia svolta, sta volta dettata dall’amore: nel 2005…il Nepal…la terra di passaggio tra l’India e il Tibet…terra di contrasti, di colori, folklore, templi antichi, regno dell’induismo, ancora arcaico dai riti cruenti e per noi assurdi. Il paese dove tutto è sacro. Al campo base dell’Everest in una notte di visioni mi sono accorta di quello che è stato per me il primo sguardo profondo di Raj a Swayanbunath durante la mia prima puja buddista, …il resto è stata tutta una battaglia per l’amore…contro il governo indifferente, contro consoli e ambasciatori, contro la guerra civile, i black out, i coprifuochi, contro il re e contro Prachanda…solo per amore…una cosa al limite della follia ma altrettanto vera e unica…l’amore…per questo si dice si muovano anche le montagne…ora il 4 febbraio se il destino, Dio, Shiva o chi per essi vorranno saremo insieme qui nel mio rifugio, nel mio piccolo angolo di pace a Milano…dal paradiso sul tetto del mondo…la follia…


Quarto capitolo
Dovessi morire oggi che messaggio vorresti lasciare al domani?
Vivere sempre ogni sensazione nel bene e nel male, fugare i dubbi, di qualsiasi genere essi siano, lottare per ciò in cui si crede e se se ne ha davvero fede ne uscirà del bene per noi e di riflesso anche per gli altri. CREDETECI

Quinto capitolo
Un suggerimento musicale, un libro, una poesia, una quadro, un film: scegli qualsiasi cosa
legata all'arte che vorresti condividere con gli altri.
La musica: la follia di Roger Keith Barrett, un grande sperimentatore e un grande incompreso. Ummagumma e il Buena Vista Social Club. Di “canzoni preferite” ne ho una marea di ogni genere ognuna legata a un momento della mia vita.
La pace di Ravi Shankar o Sainkho e l’originalità di Stravinsky.
Film: Lars Von Trier, Cohen, Kim Ki Duk.
L’arte: indubbiamente Dalì, Klimt e Munch, poi le strutture di Gaudì e F.L. Wright
La letteratura: il mio mito è Marquez (100 anni di solitudine uno per tutti) poi Coloane e Sepulveda, Amado, Taibo, Mishima, la dolcissima Rigoberta Menchu piccola e fiera.
Poesia: Neruda.

Io sono un viandante
e uno scalatore di montagne,
diss’egli al suo cuore,
non amo le pianure
e sembra che non sappia
star fermo a lungo.
E qualunque cosa mi capiti ancora,
come destino o esperienza,
in essa ci sarà un peregrinare e un ascender monti:
si vive alla fine solo ciò che si ha in se.

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domenica, febbraio 04, 2007,16:57
SONO INCAZ... ma propositivo
Cavolo mi sento ispirato...
grazie per il banale commento sul banale post riguardo il banale argomento.
partiamo da un fatto, se la testa dei tifo-terroristi è conformata a quella dei molto più rispettabili ovini poco ha a che fare con il calcio-biz.
La prima grande soluzione è quella di eliminare completamente la polizia o una qualunque altra forza armata statale dagli stadi, se ci sono dei tifosi di squadre diverse che vogliono picchiarsi alla morte, credo che sia loro diritto farlo, a me sinceramente non interessa, mi interessa se invece uccidono persone che non c'entrano niente, poliziotti, tifosi, giornalisti... Poi c'è il fatto della responsabilità oggettiva delle società che è diventata l'arma dei tifosi (non solo quelli di curva, vorrei ricordare che la moneta contro l'arbitro in roma-real madrid, arrivò dalla......TRIBUNA AUTORITA') con cui possono ricattare tranquillamente le società, "tu non mi concedi di entrare in curva con i miei striscioni, tu non mi paghi le coreografie, tu non mi fai degli sconti sugli abbonamenti, tu non mi fai commercializzare gadget? e io sparo petardi, faccio cariche alla polizia, espongo bandiere con la svastica (casualmente quelle con falce e martello sono ben accette) in modo che la lega calcio ti punisca con multe, squalifiche del campo, porte chiuse, ti metto in ginocchio e dovrai sottostare alle mie condizioni" a me questi atteggiamenti ricordano la mafia... La responsabilità oggettiva ha senso solo con la polizia privata e gli stadi di proprietà delle società altrimenti le società prima vengono danneggiate e poi beffate. Il punto è che in italia ci sappiamo muovere solo a suon di leggi, le leggi le facciamo benissimo (vabbè facciamo finta che le facciamo benissimo) ma poi l'applicazione non è conforme, in Inghilterra i provvedimenti hanno funzionato per via della mentalità non per altro, e la mentalità purtroppo non la si comanda con le leggi. La mentalità è quella che fa la differenza anche tra stadi del nord e del sud, le differenze tra il san siro e l'olimpico di roma, non come strutture ma come mentalità dei tifosi sono evidenti (parlo per esperienza ma sono disposto ad essere smentito) a san siro si gode dello spettacolo, fino a qualche anno fa solo se era il milan a giocare, a roma si esplode la rabbia accumulata in settimana contro un pretesto con il fischietto e il completo "nero". Invece le soluzioni cui sono giunti le migliori menti del calcio italiano sono state quelle delle partite a porte chiuse, non più trasferte e tiriamo a campare verso uno stato di polizia sempre più latente che fa pagare a persone "normali" le colpe di forse 200 mila cervelli deviati di quegli animali dei tifo-terroristi italiani.

p.s. il 50% di colpe Pè? sei buono, molto buono

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,14:23
Detto questo sull'argomento abbiamo detto tutto.
Proviamo a chiudere gli occhi e a pensare che Filippo Raciti non sia morto, ma solo ferito. Non si sarebbe fermato il calcio, staremmo a discutere dei risultati di ieri, di Inter e Roma che giocano stasera, e poi della Nazionale con la Romania.

La situazione era già grave, ma a molti tornava comodo far finta di niente, una strategia quasi sempre pagante in questo paese. E dunque la differenza, atroce ma casuale, tra un ferito e un morto a rendere urgente un risanamento non tanto degli stadi ma di chi li frequenta per giocare alla guerra. Questo blocco è giusto ma tardivo. Secondo me non è giusto, alla lunga, per tifosi dell'Empoli, dell'Udinese, del Chievo, per tutti quelli che dalla curva non hanno mai lanciato neanche una palla di carta. La brava gente capirà, siamo in emergenza.

Siccome questa emergenza riguarda tutti, anche quelli che non vanno allo stadio ma prendono un treno, entrano in un autogrill, ecco un piccolo elenco, senza pretese, di quel che potrebbe essere fatto subito.

I tifosi. Basta caschi, basta passamontagna calati, si va a faccia scoperta e con un documento d'identità in tasca. Multa ai possessori di fumogeni (sono stupidi ma non fanno danni), sanzioni più pesanti per possessori di razzi, petardi, bombe-carta. Basta cori contro (in Inghilterra, mai così evocata, non ne fanno).

I club. Dovranno risarcire tutti i danni provocati dai loro tifosi allo stadio e nella zona circostante. Dovranno realizzare un valido sistema di sicurezza all'interno dello stadio, evitando di reclutare capi ultrà che passerebbero dal redditizio lavoro di tifoso a quello di sorvegliante. Dovranno impegnarsi perché dirigenti e tesserati non si lascino andare a gesti o dichiarazioni che possano provocare violenza. Stangata nelle tasche alla prima infrazione, squalifica alla seconda, dai e dai capiranno che non si può continuare a lanciare il sasso e ritirare la mano. Per tanti anni il calcio ha chiesto più polizia. Se 1.500 poliziotti (per 21mila spettatori) non bastano a impedire i fatti di Catania, quanti altri ne servirebbero? Comunque, gli incontri a rischio si devono giocare di giorno, non in notturna.

I politici. Ho lo stesso imbarazzo di Ulivieri a usare le parole "leggi speciali". Ne ho di più a sentire Cento, Storace, Gasparri, Ronchi, unirsi alle litanie di rito. Cento è la madonnina degli ultrà, appena ce n'è uno in carcere si agita a prescindere. Quelli di An farebbero bene a ricordare che fu soprattutto il loro collega Buontempo, con Cento, ad annacquare i provvedimenti e le sanzioni. E che non solo Catania ma l'80% almeno delle curve italiane è di destra, tosta o estrema. Protrarre la flagranza a 48 ore, permettere alla polizia di usare gli idranti è il minimo. Idem dare la certezza della pena, tra carcere e lavori socialmente utili. Poi: disorganizzare, cioè sciogliere, il tifo organizzato, e togliere alle curve sacralità e senso d'impunità. So che ci possono essere fior di delinquenti in tribuna cosiddetta d'onore, ma è la curva il luogo del malessere e dell'esaltazione (sono tutte "mitiche" per autonomina). Quindi: o si chiudono, come hanno fatto a Parigi, o si tengono aperte, ma senza striscioni, senza arrivi in massa, senza il ciarpame di questi anni. Ma la polizia, poca o tanta, deve esserci, all'interno. Perché ha un ruolo. Cosa significa che i bravi tifosi devono isolare i violenti, se non ci riesce chi ha più poteri e mezzi di un abbonato ai distinti? Si ripartirà da zero, in un pezzo di stadio che deve tornare a essere di tutti, e dove le regole (le leggi, se preferite) valgono per tutti. In casa e in trasferta. Stop ai treni speciali per tifosi speciali. Di speciale, in questa storia, c'è solo l'inciviltà e la violenza. Che Raciti sia stato colpito per caso o seguendo un preciso disegno di vendetta non cambia nulla, purtroppo. E davanti a questo morto e a Ermanno Licursi che si devono fare i conti. E senza sconti.

La Figc. D'intesa con i ministeri (Pubblica istruzione, Giovani) avvierà corsi di sensibilizzazione sull'educazione allo sport (già che ci siamo, perché non c'è solo il calcio) a partire dalle elementari. Se qualche calciatore, in attività o meno, vuole unirsi ai comunicatori specializzati, meglio. Per inciso, con poche brutte eccezioni, i calciatori sembrano abbastanza maturi e responsabili (meno simulazioni, meno carognate). A giocare in un ambiente civile, dove non gli arrivi un petardo tra le gambe o una bottiglia in testa, hanno tutto da guadagnare, a costo di rimetterci qualche soldo. Resta da migliorare, in generale, l'atteggiamento nei confronti degli arbitri. I quali dovranno fischiare la fine della partita al primo lancio di oggetti in campo. La squadra del lanciatore avrà partita persa, quale che sia il risultato.

L'informazione. Nessuno può chiamarsi fuori, quindi parliamone. Esistono, oggettivamente, trasmissioni (tv e radio) specializzate nel buttare cerini nella benzina. E anche la carta stampata non è del tutto limpida, sia per motivi diffusionali sia per congenito bombarolismo, sia perché esiste un giornalismo-ultrà. Come esiste un Osservatorio per i diritti dei minori propongo un Osservatorio per i diritti del calcio (a vivere in pace, come minimo) nel rispetto dei diritti dell'informazione, che però comportano anche qualche dovere. Una commissione mista, fatta da persone che conoscono l'Italia e lo sport. Per quanto riguarda i giornalisti mi permetto di fare due nomi per la stampa parlata e scritta: Sergio Zavoli e Antonio Ghirelli.

La polizia. Esistono anche ultrà in divisa. Sarebbe meglio se non ci fossero. I reati non hanno colori o bandiere.

Gli Europei 2012. Evitiamo di parlarne, per un po'. Ce li daranno ugualmente, per mancanza di concorrenza. E oggi non ce li meritiamo. Tra cinque anni forse.

Gianni Mura
(4 febbraio 2007)

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sabato, febbraio 03, 2007,19:19
SONO INCAZZATO

vi avviso prima, sarò prolisso con un argomento scontato quindi se siete stanchi non leggete.

oggi è di moda attaccare il calcio, il suo mondo, i suoi tifosi, i suoi soldi, così, tanto per sparare contro un bersaglio tanto grande in un giorno tanto ideale. il problema sta nel fatto che il calcio è solo un pretesto, il vero problema sta nelle menti minorate e represse dei tifosi italiani, in alcuni tipi di "tifosi" che non sono più solamente quelli delle curve. persone talmente represse che per uscire dall'anonimato e dalla bassezza della loro quotidiana vita vanno allo stadio e lo utilizzano come oggetto di rivincita sociale. sarebbe davvero molto interessante provare ad indagare sociologicamente cosa differenzia l'uomo-tifoso-medio (spesso del centro-sud) italiano da quello europeo-medio. e sarebbe anche facile da indagare, è sufficiente vedere con quale approccio gli adulti, siano genitori o allenatori o dirigenti, avvicinano i bambini al calcio, è sufficiente andare nei campi delle nostre piccole città in cui giocano i pulcini e osservare il comportamento degli spettatori o dei dirigenti o degli allenatori per rendersi conto di come il cervello delle persone sia utilizzabile solo per parlare di minuscole frivolezze tanto è completamente atrofizzato e piccolo. quelle persone sono le stesse che poi pretendono di insegnare il calcio ai bambini insegnandogli tattiche furbizie e allenamenti fisici piuttosto che dargli un palla e dirgli: divertitevi il più possibile e vedrete che sarà sufficiente per vincere. ma non possono dirglielo, perchè non è così che va il mondo del calcio, il mondo del calcio è la traslazione della nostra società e quindi anche nel mondo del calcio si va avanti per conoscenze per raccomandazioni per sotterfugi e questo rende represse le persone e questo causa le bombe carta negli stadi.
ancora più triste è la situazione se lo sguardo si sposta verso i decision maker del calcio. una persona che si sente rambo lancia una bomba allo stadio e cosa si fa? si sospende il campionato. ah, bella risposta, non sarà un pò troppo drastica?!?! motivando la scelta con un "così non si può andare avanti bisogna fermarsi fino a quando i tifosi non capiranno che il calcio è solo uno sport..." Ora, due considerazioni. la prima: come si può pensare che i tifosi capiscano che il calcio è solo uno sport (ammesso che riescano mentalmente a capirlo) se il messaggio che le stesse persone che sono nella macchina del calcio mandano messaggi contrari? Secondo, ammesso che il punto primo venga superato e che i tifosi grazie, non so forse magari all'elettroshock, riescano ad escludere i terroristi dagli stati come questo si può capire? Come la figc la lega calcio le forze dell'ordine possono riuscire a capire un cambiamento nella mentalità tifosa italiana così alla deriva da uccidere? solo mettendola alla prova e di certo non si può mettere alla prova una mentalità bloccando tutte le partite di un campionato e privando le persone NORMALI dello spettacolo dello sport. come sempre la stupidità umana infierisce sull'intelligenza non solo per sua stessa esistenza ma anche con dei comportamenti da essa derivati. la faccio finita con la triste constatazione che nessuno tra le persone "in vista" ha la possibilità di usare nei confronti dei maledetti pluripregiudicati tifosi parole del tipo minorato mentale se non voler poi dover andare in giro con la scorta tipo pentito di mafia. chiudo augurandomi un pò di vergogna nei giocatori nei dirigenti negli allenatori che anche solo per una volta hanno ringraziato i loro tifosi per il supporto datogli, ma naturalmente, è meglio dire la verità o girare con la scorta?

p.s. tutte queste parole sono anche dovute al fatto che domani avrei dovuto vedere la vittoria dello scudetto dell'inter correlata dalla indescrivibile soddisfazione di vedere ROSICARE i romanisti per l'ennesima volta. TIFOSI VI ODIO!!

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venerdì, febbraio 02, 2007,19:05
Cinque domande Cinque a...Serena.

Prologo
Cosa dire? Niente.
Con infinito Amore,
Andrea
(qui la puntata -1, qui la 0, qui la 1, qui la 2, qui la 3).
Primo capitolo
Dove quando e perché nasci?
"Per l'anima non vi é nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha
inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e
primordiale. Non muore quando il corpo muore." (Bhagavad-gita 2:20)

Albano. 24 marzo 1988.
(Ri)nata perché scoperta, forse, troppo tardi..
Perché una donnina di appena diciassette anni, ad un certo punto della sua vita, si è resa conto
di possedere due cuori.. Il suo..
Il mio.
(Ri)nata in un contesto familiare difficile.. La piccola età della mamma, l’irresponsabilità di un
padre che mai, infondo, ho capito veramente.. Pur somigliandogli molto.

Secondo capitolo
Qual è il primo ricordo della tua infanzia?
Avevo circa sei anni.. Ricordo di una matita spuntata, di un muro bianco.. L’odore del Natale,
quello che arriva prima delle luci colorate, Prima dell’albero.. Correvo per le scale, verso casa della mia nonna materna.. Correvo, ho inciampato su uno scalino.Era il 25 Dicembre.
La matita che tenevo in mano perse la punta.. Chissà cosa ho pensato in quel momento.. Presi ciò che restava di quel pezzetto di legno, e con la forza che avevo, rialzatami, rigai il muro. Una riga soltanto, perché quel momento, quella sensazione, il profumo del natale, durasse per sempre, nei miei ricordi..
Il mio primo ricordo è un pensiero:
“Voglio ricordare questo per sempre”


Terzo capitolo
L'evento o gli eventi che hanno indelebilmente cambiato la tua vita
La vita è un grande magazzino colmo di scatole.
Scatole che si aprono, si chiudono.. Ogni momento, ogni istante è un cambiamento della vita.
Ogni pensiero un bivio.
C’è una scatola di cui vorrei parlare, e non perché più importante di altre, semplicemente una tra le tante, a modo suo, essenziale perché il mosaico termini.. Un giorno.
Essenziale perché fa da collante per tutte le altre.
Si chiama Amore.
Non Amore per una persona, ma per il mondo, per me, per tutto ciò che è vita, anche per il dolore.
Inspiegabilmente a volte, piangere ci fa bene.. Provare profondo dolore si rivela essenziale..
Così io, a dodici anni, in casa.. Sola.. Ho pianto per la prima volta senza motivo, o meglio, per una foglia.. Continuavo a fissare l’albero di fichi, fuori la finestra.. Stava piovendo. Pensai a come faceva.. Perché.. Domande non mie.. Non ci avevo mai pensato.. Come fa un albero a rimanere li tutto zuppo per ore, come fa a resistere sotto quella pioggia!? E’ natura, è normale.. Mi rispondevo.
Però piangere per questo mi permetteva di pensare.. Di vedere con occhi diversi le cose.. E di
badare a ciò che non avevo mai visto. Io non avevo mai veramente visto un albero.
E oggi, a sette anni da quel meraviglioso momento, io sento di non essere cambiata, in questo
senso. Nel bene, nel male, questa sono. Nella mia pazzia, ordinaria follia.. Io.
Mille domande, mille occhi.. Mille cuori..
Cuori in grado di soffrire, di Amare.

Questa vita.
Ora.


Quarto capitolo
Dovessi morire oggi che messaggio vorresti lasciare al domani?
Ogni persona è qualcuno pur non essendo nessuno.
Nella vita si tende a fare un grande errore, al quale, troppo spesso non vi è rimedio.
Imparate a vedere tutto con gli occhi dell‘anima, perché quei strani “aggeggi” che ci hanno piazzato sul viso, non bastano per vedere tutto il “mondo”.

Quinto capitolo
Un suggerimento musicale, un libro, una poesia, una quadro, un film: scegli qualsiasi cosa
legata all'arte che vorresti condividere con gli altri.
Un mio pensiero:
Sono come l’onda che con tutta la sua forza cavalca il mare.. Per poi perdersi nella serenità della riva..

Tu sai chi siamo?
Tu che hai il coraggio di dire che si deve essere razionali, che il mondo delle favole non esiste.
Che non ci si può permettere di sognare, il mondo corre, non ti aspetta, non puoi permetterti certe sciocchezze.
Spiegami dove siamo però, voglio scendere alla prossima fermata, io non continuerò a seguirti..
Cos’è “razionale”?
Cos’è “mondo”?
Non conosco queste parole, mi spiace, non sono di qui ..
Sapere chi sei è l’utopia più grande che possa esistere.
Una menzogna..
Cos’è questa sensazione che vivo?
Cos’è “vivo”?

Ma non ci pensiamo noi.. Troppo occupati con le cose di sempre.. Troppo stretti ormai nel tempo che ci siamo creati
per non pensare. Perché è facile non avere il tempo per accorgersi che non esiste..
Sono sola.
Io sono semplicemente sola.. Non persa, non per decisione..
Ero piccola, ma lo sapevo, che il tempo non esiste..
Che sognare è vivere.. E non so se qualcuno capirà mai le cose che sto scrivendo..
Mi faccio coraggio però, io, immersa in questa vita a metà, questo mondo in pausa, stagnante da tempo ormai.
Mondo dove artisti mediocri non sanno sognare, non vivono.
Mondo dove la gente mangia, dove la gente muore, dove 1000 guerre non lasciano tempo..
Tempo
Tempo..
Ancora tempo..
Abbiamo sete di tempo.
Abbiamo fame di nostri simili.
Abbiamo voglia soltanto di chiudere gli occhi..
.. infondo.

Un libro: Siddharta.

Qui momoemomo (n.d.r)

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giovedì, febbraio 01, 2007,00:30
A me questa sembra grande Arte.

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