sabato, luglio 15, 2006,02:27
Music Corner: Pezzi di Vetro.

Ecco: poi ci sono canzoni che significano qualcosa. Note musicali come collegamenti ipertestuali ad un mondo di emozioni. Magnifico.
Per il momento cito questa: Pezzi di Vetro, Francesco De Gregori, Rimmel (1975)



L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla,
sotto l'angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobati nè mangiatori di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai.
Ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent'anni

ecco. Voglio dire, tutto inizia qui, in fin dei conti. Era il 10 Settembre 2004. Ed io avevo un 19 anni. Vicino ai 20 diciamo. E questo passo è evidentemente stato recepito dal mio cervello non come un caso, anzi, un riferimento schietto e sincero alla mia età, e alla differenza d'età che mi lega alla donna che amo, allora bellamente sedicenne.

e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio
"è mia"; sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà che ora si è fermata qua.
Non conosce paura l'uomo che salta
e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride,
perchè ferirsi non è impossibile,
morire meno che mai e poi mai.

Insomma: in quelle condizioni di coma stabile, vigile ma non tanto, eterno che è l'Amore "ferirsi non è possibile, morire meno che mai, e poi mai" non puo' che essere un pensiero costante. Ma soprattutto l'esorcismo di una paura.

Insieme visitata è la notte che dicono ha due anime
e un letto e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "È quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".

E qui poi mi fermai, e in fine respirai. E col cuore colmo di lacrime di sorpresa non potei che pensare. E, pensando, dirmi: "E' quattro giorni che ti amo, ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito". Oddio.
"Oddio", credo di aver ripetuto più volte.
O forse no. Perchè quando il destino allarga le braccia proprio nel bel mezzo della traiettoria della corsa della tua vita, forse non pensi niente. Sospiri, questo sì, con la calma di chi non puo' aver scoperto un tesoro, eppure l'ha fatto. "E' quattro giorni che ti amo, ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".
Era il 10 settembre.
Vidi il mio Amore per la prima volta il 6 Settembre. Uno sguardo ed un sorriso.
Per chi con i numeri non fosse proprio serratissimo....4 Giorni. Ok?

E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai.

Ed ora vorrei non fossero solo vetri in frantumi...

Puntate precedente: Chaos and Creation in the Backyard; Kinks: Face to Face; The Ize of The World.
scritto da Andrea&Serena



3 Commenti:


  • Alle 14 luglio, 2006 20:27, Anonymous Anonimo

    che tenero, questo post... spero che resti l'amore a lungo e mai i vetri in frantumi !

  • Alle 15 luglio, 2006 21:05, Anonymous Anonimo

    "...Ed ora vorrei non fossero solo vetri in frantumi..."

    Ohi Bellezza, Mica Vi sarete lasciati n'atra vota ???

    Nun famme preoccupa`...Hehehe...

    E fate un bel collage, semmai lo skianto, coi vetri...guardandoci dentro insieme, attraverso perfino...

    Vabbuo`, passate un bel di` Sereni.

    Ti allego un pezzetto del cielo di Bhaktapur (son qui da Martedi`).
    Vedi di non buttarlo Via, Il cielo e il temporalone annesso.

    Presto, Relativamente...Ti scrivo.

    Namaste`.
    Francesco.

  • Alle 16 luglio, 2006 20:48, Anonymous Anonimo

    Grazie Momoe.

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