Venti ore a Roma. Succede che ci sia ancora un clima similprimaverile e la città eterna sia veramente bella, tiepidina, con le donne che ti lumano come a Milano nemmeno dopo il decimo amplesso: te staccheno la carne de dosso.
Succede che l’arrivo alla stazione Termini metta di buon umore perché quella sì, altro che la stazione centrale di Milano, è pulita, ripulita, luminosa, moderna, europea e allo stesso tempo calda. Poi però si scende in metrò e ci si trova davanti un po’ di merdazza di sporco e scasciato coi vagoni grigi di scritte e tag e pezzi e graffiti chiamateli come cazzo vi pare. Incontro Matteo che mi ospita per la notte e gli dico subito: “Devo dì a Walter che è tutto bellissimo, ma su ‘sta metro dovemo intervenì er prima possibbile”. E si scherza si ride. Poi la città è masticata quotidianamente dal traffico, ma le case, i palazzi, come in Caro Diario, si scoprono belli anche nella loro palazzonità. Il cielo è più grande che a Milano.
La sera mangiamo dar sor Achille. E l’esperienza non si descrive. Uno che ti porta due etti di pasta a testa e poi passando chiede un po’ minaccioso: “V’abbasta?”. Noi diciamo sì sì, ma poi magnamo anche lenticchie co ‘na sarsiccia e ‘na porpetta. A un gruppo di tamarrelli sedicenni nel tavolo accanto Achille intima: “Se cominciate a fa’ gli stronzi, ve devo caccià”. E questi, buoni: “C’ha raggione, sor Achille”. Tutto vero, non parco a tema di osteria romana. Vero. Sono l’unico non romano del locale, per dire.
La mattina dopo, cappuccino con un cornetto alla crema da lacrima, gatti randagi bellissimi in giro (Ma lo sai che a Largo Argentina ce sta ‘na colonia protetta de tre quattrocento gatti?!), riprendo la metro per tornare alla stazione e prima che glielo abbia fatto notare er sindaco daa Juve ha cambiato i vagoni e ci sono vagoni nuovissimi, lunghissimi, splendidi, tutti modernità e igiene arancione. Ma si ispira a Robert Kennedy o a Faust, ‘sto primo cittadino?
In treno, al ritorno, accanto a me uno degli ex partecipanti del reality calcistico Campioni. Giuro. Napoletanto benestante. Studia a Roma ma sale a Milano per fare un provino col Milan. Si parla anche di politica e di indulto. Conversazione gradevole.