Preso atto che viviamo in un affascinantissimo paese che passa il proprio tempo a difendersi da golpe e tentativi di spionaggio tesi a sovvertire l'ordine istituzionale (e magari prendendo atto che in certi paesi sono cose che succedono veramente), e prendendo infine atto che credo di aver difeso quell'imbecille di Feltri Vittorio, passiamo in breve alla rassegna delle "cose + serie della giornata".
Nessuno ha ancora risposto alla mia domanda: come fa la Chiabotto a condurre con quella cavolo di voce?
C'è anche da domandarsi come possa la Ventura, con una presenza scenica simile a quella di una scimmietta in gabbia (incapace di guardare la telecamera, ad esempio) ad essere la conduttrice di spicco della televisione italiana.
E poi: ma solo io provo ilarità alcuna quando ascolto Striscia la Notizia? Cioè: si ok, i video di paperissima quando li mandano suscitano comunque singulti di riso sopra la media. Ma quando la parola spetta ai conduttori...diobòn....(e paperissima? Ma veramente fanno ridere qualcuno Scotti-Hunziker?).
Passiamo brevemente alle pubblicità: l'Autieri ha un tasso di credibilità canora prossimo allo zero: innaturale fino all'inverosimile, o sbaglio? Quindi quella cosa orrenda dei Mon Cheri al momento vince la palma di pubblicità peggiore. Invece sono tra i pochi fans della simpatica canzoncina "Pa-Pa-Pa-Pa-Parmigiano Re-Re-Re-Re-Re-Re-Reggiano".
Infine: già 12 puntate sul 9/11 lasciavano sospettare due cose:
a- Mentana non sa più che inventarsi;
b- non gli riusciva di farne una buona piuttosto che 12 mediocri.
Ora sono passati alle tv private. In studio grandi ospiti: Merolone tra tutti. E stanno alla frutta: è l'unica cosa che mi viene in mente quando vedo Mentana che parla seriamente -seriamente- col Mago Otelma...
E poi, proprio per concludere, fatemi pubblicare per intero questo post, di Roberto Moroni.
A pagina 67 dell’interessante Pornonazi di Thor Kunkel, romanzo ambientato nella Germania del 1941, l’attricetta hard Heidi snocciola quasi per caso uno dei motti più fulminanti rinvenibili nella tradizione letteraria europea: “Nessun cazzo è duro come la vita.”