Jinzo scrive questo. E ribadisce il suo pensiero anche tra i commenti a questo:
Allora, signori, io vedo che qui c'è un po' di confusione. Innanzitutto, bisogna partire da questo concetto: la vita di un assassino non è più dell'assassino. Quando egli commette un omicidio viola la libertà di qualcuno; a questo punto i parenti della vittima hanno il diritto di violare la libertà dell'assassino proporzionalmente al danno ricevuto dal loro parente. Non c'è dunque una questione liberale che va contro la pena di morte. Molti libertari sono favorevoli alla pena di morte. Lo stesso David Friedman immagina una società libertaria all'interno della quale esistono associazioni di giustizia private che ricorrono alla pena di morte (e altre che non la usano). Al massimo possiamo pensare che sia ingiusto che lo stato dispensi morte. Ma allora il problema riguarda sempre lo stato, non la pena di morte in sè. La questione reale riguarda l'affidabilità della giustizia umana. Possiamo essere certi infatti al 100[%] che l'assassino ha compiuto effettivamente i reati di cui è imputato, anche di fronte a prove schiaccianti? Possiamo ritenere la giustizia umana infallibile?Uccidere è violare la libertà. Vien da sè che uccidere per vendetta rimane comunque un reato.
Togliere la vita è il reato più grande che si possa commettere, perchè sopprime la libertà più grande, ossia vivere e godere delle proprie libertà. E come puo' questo essere libertario? Ma soprattutto: su quali basi Jinzo afferma che un assassino nel momento in cui diventa tale perde ogni diritto sulla sua vita?
Non è una cosa assurda, basta imporla per legge. Ma allora dov'è la libertà dell'individuo?
Messa in questo modo sembra godere di piene libertà solo l'individuo buono. O magari bravo o bello.
Nello specifico: quando Saddam ha accettato le regole che gli sono state imposte?
Se il desiderio è esaltare e proteggere le libertà di ogni individuo, per assurdo la cosa da fare sarebbe chiedere ad ogni persona: sei favorevole alla pena di morte?
Una risposta affermativa consentirebbe allo stato, o a chi gestisce la giustizia, di applicare la pena capitale perchè l'individuo stesso l'ha accettata.
Un assurdo chiaramente. Ma libertario.
P.S. Jinzo è comunque contrario alla pena di morte, essendo la giustizia umana fallibile. Ma, nel caso di Saddam:
Tuttavia, nel caso del Rais Saddam, questo discorso non vale, poichè Saddam si è assunto, come dittatore e come tiranno, la responsabilità storica delle sue stragi di massa, anzi, ne ha fatto un punto di forza del suo sanguinario regime. Di conseguenza, la condanna di Saddam, sfugge al problema di natura epistemologica sollevato in precedenza. La sua esecuzione, perciò, mi trova del tutto indifferente. Semmai, mi colpisce il fatto che gli siano stati imputati solo 150 omicidi circa, il che mi sembra francamente ridicolo.
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