sabato, maggio 19, 2007,14:28
Frammenti
"Oh, Alec, credo di essere stanco dell'università" disse melanconicamente mentre passeggiavano insieme nel tramonto.
"Credo di esserlo anch'io, in un certo senso."
"La sola cosa che vorrei è una casetta in campagna, in una campagna calda, e una moglie, e abbastanza denaro da non andare in malora."
"Anch'io."
"Ho voglia di piantar lì tutto."
"Che cosa ne dice la ragazza?"
"Oh!" rantolò Amory inorridito. "Lei non pensa al matrimonio... voglio dire, non adesso. Io parlo del futuro, capisci."
"Invece la mia ragazza ci pensa. Sono fidanzato."
"Davvero?"
"Si. Non dirlo a nessuno, per favore, ma è vero. Puo' darsi che l'anno prossimo non torni più."
"Ma hai soltanto vent'anni. Rinunci all'università?"
"Ma Amory, un attimo fa mi stavi dicendo..."
"Si" lo interruppe Amory "ma era soltanto un desiderio. Non ci penso neanche, a interrompere l'università. E' che mi sento così triste in queste notti meravigliose. Mi pari di sentire che non torneranno mai più e che non ne prendo tutto quello che potrei. Vorrei che la ragazza abitasse qui. Ma sposarsi... neanche per sogno. Tanto più con papà che dice che i soldi son più difficili da venire di una volta!"
"Come sono sprecate queste notti!" convenne Alec.
Ma Amory sospirò e adoperò le notti. Aveva una istantanea di Isabelle incastrataa in un vecchio orologio, e quasi tutte le sere alle otto spengeva tutte le luci tranne la lampada sul tavolo, e seduto accanto alla finestra aperta le scriveva lettere estasiate.

Di Qua Dal Paradiso, Francis Scott Fitzgerald

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scritto da Andrea



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