venerdì, febbraio 08, 2008,15:39
Un'amosessuale nel partito democratico

Foto di Carlo Traina, flickr.com/photos/karltra

Cosa c’è secondo te che non va negli italiani? Voglio dire, in quale punto della storia hanno perso di vista la bellezza della libertà? Gli omosessuali non possono sposarsi, in nome di un preteso diritto naturale. Lo stesso che, procedendo con logica il ragionamento, dovrebbe proibire il matrimonio alle coppie sterili… dove e come nasce, secondo te, il problema?

Calma, calma. Non me la prenderei con gli italiani. Noi con gli italiani ci viviamo tutti i giorni, al lavoro, in palestra, nei condomini. Gli italiani sono i nostri amici, i nostri genitori, i nostri colleghi. E noi stessi siamo italiani, con gli stessi difetti. Il fatto saliente è che la politica italiana non sa interpretare la realtà del Paese, sulla questione del matrimonio omosessuale, come su tante altre, anch’esse di pari importanza. Pensa alla questione energetica, al disfacimento della scuola pubblica oppure al ricambio generazionale soprattutto all’università. Siamo un Paese immobile e conservatore, dove la conservazione fa rima con il terrore di cambiare le cose. Si chiama resistenza al cambiamento. Noi ne abbiamo più di qualsiasi altro popolo europeo.

E queste metastasi della libertà sono ovunque. Non solo in una destra che non ha mai fatto proprie le istanze libertarie. Ma anche in quella parte della sinistra che dovrebbe essere più fresca e moderna: il PD.
Tu ne fai parte ed hai esaurientemente motivato i perché della tua permanenza in un partito che, dal punto di vista del movimento GLBT, si sta comportando in maniera semplicemente vergognosa. La politica “ma-anchista” di Veltroni, in questo, sembra dare segnali scoraggianti. Vuoi spiegarci qual è la posizione del PD?

E’ esattamente quella che Veltroni ha definito nel suo discorso di candidatura al Lingotto: riconoscimento dei diritti delle persone dello stesso sesso che formano una coppia e una legge che combatta omofobia e transfobia. Qualsiasi altra posizione è singolare. Persino la mia che sono per il matrimonio. Sappi anche ogni volta che mi alzo a parlare di questioni GLBT, la platea del PD non gracchia né rumoreggia. Applaude. Non posso non tenerne conto, significa che c’è un DNA positivo, favorevole. Dobbiamo trasformare questo DNA in fatti, in politica, in azione di governo. Sono dentro per questo.

Il movimento è contro di te, a causa della tua scelta di rimanere nel partito democratico. “Con me hai chiuso”. “Se mi incontri per strada, evita di parlarmi”. Questo ti scrivono. Correggimi se sbaglio ad interpretare la tua posizione: tu vuoi stare dentro ora, quando il PD è materia fresca da plasmare, durante il quale c’è ancora la possibilità e la speranza di creare il primo vero grande partito moderno italiano, almeno sui temi etici. Ma non ci penseresti su due volte ad andartene qualora verificassi che a Veltroni, dei diritti omosessuali, proprio non gliene frega un tubo…

Il movimento non sono i lettori del mio blog. Loro ne fanno parte come molti altri. Al contrario di molti omosessuali che fanno politica che ci tengono a distinguere la loro azione dal movimento, io mi sento parte del movimento. Vedi, in realtà il movimento GLBT è una realtà liquida, dove trovano spazio gli omosessuali cattolici e le lesbiche separatiste. Gli uni che vorrebbero sposarsi in chiesa e le altre che rifiutano la replica di una famiglia borghese e fondata sul potere maschile. Parlare di movimento, oggi, purtroppo, al di fuori del Gay Pride è un azzardo. In questo siamo indietro, ma so che Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, sta lavorando alacremente per sanare questo gap. Dobbiamo definirci come forza, anche trasversale. L’importante non è dove si milita, ma cosa si dice. E’ vero che fino ad ora i gay dei DS ed Arcigay hanno seguito una politica moderata, chiedendo poco. Ora la maggior parte del movimento chiede il matrimonio e chiede che venga riconosciuto il diritto alla genitorialità omosessuale. Io sono su queste posizioni da anni. Mi sento quindi di fare parte del movimento. Ho scelto di militare nel partito più grande del centro sinistra affinché queste posizioni trovino lì cittadinanza.

Della chiesa è inutile parlare. Il papa fa il suo mestiere. Sbagliano tutti quei politici chi gli danno retta per convenienza, concordi?

E’ così. Ognuno è libero di seguire la propria coscienza, cosa che uno farebbe anche se non ci fosse una religione a distribuire dettami. Sbagliano coloro che lo fanno per altri interessi, per tornaconto elettorale, quelli che lo fanno in mala fede, quelli che predicano bene e razzolano male. Quelli che, come dici, lo fanno per convenienza personale.


Semplifichiamo per chi ancora non l’avesse capito: cosa vuole il movimento GLBT?

Da giugno 2007 il matrimonio. Ti ripeto, c’è una grande questione ideologica dietro che parte dagli anni 70, gli anni della liberazione sessuale, ai quali il movimento sembrava inchiodato. Il matrimonio sembrava una richiesta borghese. Invece è una questione di visibilità sociale, di riconoscimento, non solo della singola persona omosessuale con l’esercizio di una sorta di pietà laica. Ma il riconoscimento della relazione affettiva reciproca. L’omosessualità non solo come conquista di libertà sessuale, ma anche come conquista di affettività relazionale, un riconoscimento completo.


Foto di Carlo Traina, flickr.com/photos/karltra

Perché il registro delle Unioni istituito dai comuni è uno strumento debole? Da quale punto di vista?

Non penso che sia uno strumento debole e l’ho scritto anche a Veltroni. E’ debole dal punto di vista giuridico, certo. Soprattutto in un comune che ha già la famiglia anagrafica, come Roma. E’ uno strumento fortissimo per dare forza alla vera questione dell’omosessualità: la visibilità sociale delle famiglie omosessuali. E’ così semplice. Riconoscere queste famiglie, significa toglierle dal silenzio, non relegarle più nella vergogna. Imbarazzo e vergogna sulla questione omosessuale fanno rima con i molti suicidi che in questi mesi hanno ancora una volta funestato fragili vite di adolescenti, privi di strumenti di decodifica esistenziale, che magari sentono una trasmissione in TV in cui parla la Binetti, gli dice che sono malati e loro non reggono, perché non sanno. Perché nessuno di altrettanto mediatico della Binetti può controbattere per tranquillizzarli.

Dunque, a fine intervista, puoi aprirti: ti piacciono ancora le donne? Insomma, a noi puoi confidarlo, sei ancora malata? Non dirmelo…
Beh, sì, sono ancora malata. Ma voglio dirti una cosa rivoluzionaria. I
gay non esistono. E nemmeno gli etero. Esistono solo esseri umani, uomini e
donne, che possono innamorarsi. Qualcuno dice che, in fondo, siamo tutti degli
amo-sessuali.

On line su http://www.blogger.com/www.meltinpotonweb.com

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scritto da Andrea



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