Fonte: International Herald Tribune, Human Rights Watch
Ieri 31 Agosto, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione che autorizza l’invio di forze di pace in Darfur, allo scadere il 30 settembre del mandato dell’ Unione Africana, come unico mezzo possibile per proteggere i civili, dopo gli ultimi attacchi delle milizie paramilitari janjaweed e dell’aviazione regolare sui villaggi dei ribelli, con inevitabili gravi conseguenze per la popolazione civile. Rimane comunque determinante il consenso del governo di Karthoum. Una notizia che dà speranza a quanti stanno portando avanti la causa delle vittime civili del Darfur nei maggiori Paesi democratici del mondo, ma che non apre ancora a una effettiva risoluzione del dramma sudanese. Il governo sudanese ha infatti definito “illegale” la risoluzione dell’ONU. Russia e Cina hanno disertato le votazioni al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, confermando la loro vocazione anti-democratica e filo-totalitaria.
In tutto il mondo si stanno organizzando, per il 17 febbraio, in occasione del Global Day fo r Darfur, manifestazioni per ricordare le centinaia di migliaia di vittime civili di un conflitto che non accenna a spegnersi: da giugno 21.000 sudanesi si sono aggiunti alla triste conta degli sfollati, e il numero degli operatori umanitari uccisi da Maggio è salito a 11.
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