Ogni tanto arrivo ad invidiarlo. Molto spesso desidero stare lì, a Trieste, in bilico tra la terra e l’immenso mare, accoltellato dal vento, trafitto in volto dal vento.
Intanto io organizzo dei viaggi
Ti porto a visitare Trieste
A fare la scorta di vento
A fare provvista di vento
(Trieste)
Trieste: dicono sia una canzone da chansonnier postmoderno. Dicono. Mah: inizia lenta, con un piano. Gran finale elettronico. Gran pezzo.
Lele Battista, cantautore milanese classe ’75, ex La Sintesi (Dottore ho urgente bisogno di parlare un po' con lei ho instaurato un rapporto morboso con la mia ragazza: ho chiuso tutte le porte con il mondo, ho dormito abbracciato ai suoi vestiti volevo quasi fermarla nell'ambra ma poi ho capito che il posto più sicuro era dentro di me Ho mangiato la mia ragazza). Ora solista, autore del concept album “Le Ombre”.
Un concept album sulle ombre.
“Avevo l’esigenza di guardarmi dentro, cosa non sempre facile, e cercavo una metafora per definire il mio tentativo di esplorarmi. Ho pensato di avere dentro una fonte di luce che non riesco a fissare tanto è accecante, e quindi sono costretto ad osservare le proiezioni di questa luce: le ombre appunto.“ (tratto da questa intervista)
36 elementi d’orchestra a fare da sfondo ad un album invernale, scuro, ma non cupo. Un album che è un viaggio verso la luce. Un album di un’intensità inaspettata, dai testi mai banali, talvolta geniali.
Sai che gli egizi dicevano che ognuno di noi è una stella
E che la vita è un percorso che serve a tornare in cielo
È come una caduta
E il piano su cui stavi è l’infinito
Si tratta di capire che cosa ci separa dall’infinito
Dovremmo cominciare col trovare delle ombre
Nella nostra inquietudine ci sono gioie spente
E cose che ci fermano
Che impongono alla testa di stare china a terra
(Le Ombre)
Un buono spunto per capire cosa ci separa dall’infinito, direi. Un invito a proseguire per una strada tracciata verso le ombre ed uscirne carichi di risposte.
Risposte, e domande.
E cercare il senso della vita
Che fatica! Era di fianco a me.
(Piove)
E l’Amore. E la banalità. Non facile trattare l’argomento più antico con le parole più nuove. Nulla di già sentito.
Ero un angelo dalle ali bagnate
Mi sento un albero con radici nell’aria
Cuore diviso dal mondo reale
Sensibile a ciò che gli pare.
(Amore Folle)
E la novità, il momento più bello, un picco dai colori sfumati, la voce che vaga appena sveglia per sentieri nuovi, ma visti. O no? Il dubbio…
Sono innamorato
Per la prima volta
No, forse la mille
Ma è tutto così nuovo che mi sembra quasi
Di non avere un passato.
(Tutto Strappato)
Sono alla fine della recensione: in fin dei conti se l’è scritta da solo. A lui il finale.
Cielo rifletto te
nelle mie lacrime.
(L’odio)