giovedì, ottobre 12, 2006,23:29
Riforma Gentiloni.
Possiamo discutere sui principi che hanno portato la corte costituzionale ad emanare le sentenze che ha emanato, ma di certo non possiamo discutere che, se delle sentenze ci sono, tali sentenze vanno rispettate.
E' un dato di fatto, correggetemi se sbaglio, che tre reti televisive non possono essere detenute da uno stesso proprietario (la situazione è poi aggravata dall'intreccio politico che lega forse troppo l'impresa pubblica e mediaset). E dunque: che senso ha accusare il governo attuale che non sta facendo altro che attuare quanto disposto dalla corte? Che senso ha accusare il governo per le ripercussioni che avrà tale riforma sui lavoratori quando mediaset ha avuto a disposizione anni per adeguarsi?
E, per ultimo: vi pare giusto che dobbiamo stare ancora qui a discutere di 'sta cosa quando ormai col digitale terrestre è praticamente risolta?
Spiego per quanti non abbiano ben capito.
Sfruttando l'etere, risorsa pubblica (stando alla legge) e limitata (stando agli imperscrutabili disegni divini), l'Italia puo' permettersi 11 canali. Il cavo ed il satellite, invece, hanno permesso la moltiplicazione delle frequenza disponibili. Non fosse che l'Italia riesce a rimanere indietro su tutto, persino quando in gioco ci sono una decina di reality inediti e programmi televisivi mai visti, e l'etere resta il sistema più utilizzato. L'avvento del digitale terrestre e l'impegno del precedente governo (per qualsivoglia motivo) a diffonderlo, hanno reso il problema degli 11 canali disponibili tendente all'obsoleto. La corte costituzionale ha però ritenuto che, essendo ancora l'etere percentualmente il più sfruttato, non poteva continuare il far west delle frequenze.
Ma qual è il problema? Tutto qui: possono 11 canali essere lasciati in pasto al mercato? Puo', ad esempio, un unico imprenditore essere in possesso di tre reti televisive? Come in tutti i casi non c'è una verità. Io credo vadano messi dei paletti, come in tutti i servizi fondamentali che lo stato deve garantire ai cittadini. Per questa mia affermazione, probabilmente, sarò arrestato sabato mattina all'ingresso dell'Hotel Nazionale.
Se accettiamo che l'informazione -perché poi è questo il nodo centrale- come diritto costituzionale, e volendo garantire un informazione il più possibile plurale, allora dobbiamo permettere ad una molteplicità di editori di avere accesso al mezzo televisivo. E questo tenta di garantire la riforma Gentiloni (dovrebbe almeno, quando ne saprò di più magari cambierò idea).
Ma ammetto che la materia è amplissima, parte dal decreto Berlusconi, passa per Maccanico, Mammì, Gasparri e non ricordo chi altri. C'è "ciccia" a sufficienza per ricredersi. Ma dovrebbe essere cosa vecchia ormai. Basterebbe comprare un decoder.
Ma c'ho talmente sonno che secondo me in questo momento potrebbe comprarsi tutto chiunque. Notte.
UPDATE - Poi questa è tutta da leggere. La storia di una televisione che c'è, esiste: D'Alema indice una gara pubblica per togliere rete4 a Berlusconi (trasferendo la rete sul satellite). La gara è vinta da Francesco Di Stefano. Mediaset non ha mai liberato le frequenze. E mai nessuno gliele ha fatte liberare.
scritto da Andrea&Serena



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