Non è triste che uomini dalla cultura non certo bassa manchino di sense of humor in modo tanto vistoso? Ah, se fossi papa. Mi tatuerei Lennon sul braccio sinistro. Porterei la celestiale maglia della lazio durante l'angelus e direi a tutti di "non rompermi i coglioni" la domenica dalle tre alle sette. Poi inviterei Fiorello in Vaticano e gli farei presentare la messa delle 10. Con tanti ospiti: Mughini, Busi, Selen, nani, giganti e ballerine.
E poi su, a pensar male...se si sono scomodati ci sarà qualcosa di vero...perchè no. Sappiamo tutti che la castità di preti e suore non è praticata proprio sempre sempre...
E poi su, sarebbe una bella ventata di novità: due checce in vaticano. Mirabolante.
P.S. guardate qui, che carini: i paparazzi li hanno beccati a S.Valentino.
ROMA - La satira su Papa Ratzinger? Non piace nemmeno al segretario personale del Pontefice, don Georg Genswein, che dice: "Spero che smetta subito". E il ministro della Cultura Poupard aggiunge: "Ci sono valori che non si toccano".
All'indomani dell'anatema lanciato dal quotidiano dei vescovi che è insorto contro le gag papali di Maurizio Crozza su La 7 e contro l'imitazione di un finto don Georg, fatta da Fiorello su Viva Radio 2, il segretario personale di Ratzinger, interpellato dall'Adnkronos, premette: "Non ho mai visto queste trasmissioni e neanche le guarderò mai". E poi accetta di dire la sua dopo la bufera che si è scatenata sulle gag satiriche. L'Avvenire non ha risparmiato critiche al "tentativo continuo di ridicolizzare figure cattoliche".
Proprio a questo proposito, don Georg Genswein afferma: "Ho preso atto della polemica e spero che trasmissioni di questo tipo smettano: d'accordo la satira, ma queste 'cose' non hanno livello intellettuale e offendono uomini di Chiesa. Non sono accettabili. Spero davvero che smettano subito", ribadisce il segretario del Papa, che si informa anche sul tenore di queste imitazioni. "Non le vedrò mai - insiste don George - Trasmissioni così sono poco costruttive. Ho preso atto del fatto e voglio dimenticare". (continua a leggere l'articolo su Repubblica, qui)










