No, ho iniziato troppo veloce.
Le suore le ho sempre viste con i capelli coperti. In chiesa o a scuola. La compianta (si vocifera di un tumore e di un suo esilio in Svizzera...ma forse sto confondendo suora) Suor Enrica è sempre stata ben coperta: mai un capello fuori dal suo velo grigio topo. Giustamente direi: libertà di credo, anche nella pratica. Nel rispetto della legge, però.
Puo' la legge vietarmi di coprire i capelli? Non credo proprio. Rivendico il mio diritto ad indossa il caps degli yankees...
Puo' invece lo stato vietarmi di coprirmi il volto? No, credo io. Forse fior fior di penalisti mi smentiranno, ma credete forse che liberalizzare il passamontagna significherebbe incrementare le rapine ed il vandalismo? Ba, sarà. Dimostratemelo. Altrimenti privare di un simbolo religioso una donna muslim che senso ha?
Rimane evento nient'affatto trascurabile che Mohammad VI, Re del Marocco, afferma:
“La faccenda non è religiosa, ma politica. L’hijab per le donne è diventato quello che è la barba per gli uomini, un simbolo politico. E noi dobbiamo stare attenti, tra l’altro, che i libri scolastici rispettino l’intera società, non una fazione politica”.Piuttosto che autoritariamente e per democratico decreto rendere il velo il protagonista di uno scontro tra culture, spingerei prepotentemente sul dialogo con la consulta islamica. Al suo interno ci sono persone riformiste e coraggiose.
Piccoli e discreti passi. In Italia.
Ci sono donnine che in Sicilia coprono la testa. Ancora. E da sempre. Nessuno va ad importunarle. E' una scelta. E che scelgano, le donne muslim, questo sì. Dobbiamo dar loro la possibilità di scegliere. Vietare il velo toglie loro questa libertà: la cosa va bene per uno stato autoritario, ma non per uno libertario.
Come per le mutilazioni genitali femminili, anche se apparentemente in modo meno violento, l'obbligo del velo ha a che fare con l'arretratezza, il pregiudizio, l'oppressione, non è un aspetto folcloristico da tollerare di una cultura diversa dalla nostra, ma il simbolo di una condizione da cui le donne musulmane devono potersi emancipare, come avvenuto per le donne italiane negli ultimi decenni. (Jim Momo)
Arretratezza culturale? Ba, direi più un modo di vedere il mondo. Fossi una donna musulmana tenterei di emanciparmi, questo sì. Dobbiamo loro preparare il terreno perchè si mettano al lavoro per difendere diritti che, in questo momento, non tutte condividono. Non dobbiamo certamente prendere la zappa ed obbligarle al lavoro.
Come fare? E che ne so. Non stavo mica qui sennò...
Credo solo che l'emancipazione sia un diritto, non un dovere. E tutti devono essere messi nella posizione migliore per esercitare questo diritto.
P.S. Credevo Federico Punzi fosse anti-proibizionista. E vista la profonda stima che nutro per lui, immagino che quanto ha scritto sia frutto di riflessioni che io non ho ancora capito. Si: ma quali? Il proibizionismo non porta mai nulla di buono...