martedì, marzo 20, 2007,20:01
Breve viaggio nella realtà liberale: i Riformatori Liberali (parte I)

Non ci fu entusiasmo plebiscitario quando nel 2005 i radicali scelsero di stringersi in un abbraccio (sin ora soffocatorio) con i socialisti di Boselli. E’ così, sotto l’effige di un loquacissimo Salmone, che vedono la luce nello stesso anno i Riformatori Liberali, grazie all’impegno di Della Vedova (attuale segretario nazionale ed unico eletto del partito, nel gruppo di Forza Italia) e Palma, Taradash e Calderisi.
Parliamo di questa piccola (7668 voti appena alle ultime politiche) ma rivoluzionaria –per lo stanco scenario politico italiano- realtà con Jinzo, iscritto ai Riformatori Liberali, responsabile del sito internet NeoLib.it e “agitatore di coscienze libertarie”.
Lo faremo in due articoli. Il prossimo sarà on-line la settimane prossima.

In cosa vi distinguete dai radicali (prima della cura socialista)?

Ciò che ci distingue dai radicali può sembrare sottile, poichè spesso insieme a loro ci troviamo a lottare per fini comuni. Per quanto riguarda lo stile, intanto, siamo di certo più moderati di loro, nel senso che riteniamo gli scioperi della fame, i brindisi all'urina e i presepi gay del tutto inutili, se non addirittura controproducenti.
Dal punto di vista dei contenuti, ancor più si delinea una frattura netta tra i radicali e il nostro movimento, a partire dal background culturale, che per i radicali è legato alla tradizione liberalsoscialista italiana, rappresentata dal partito D'Azione, da Rosselli e Gobetti; per noi al contrario fa riferimento alla scuola austriaca, e ai Libertarians americani, con Hayek, Rothbard, Mises, Friedman e l'oggettivista Ayn Rand come intellettuali di riferimento.
Per quanto riguarda le politiche energetiche ed ecologiche siamo favorevoli al nucleare, mentre i radicali, da questo punto di vista, sono arroccati ancora su posizioni conservatrici. Abbiamo maggiore premure sulle questioni liberiste rispetto a loro, nel senso che ospitiamo nel nostro movimento persino pensatori anarcocapitalisti.

E sui temi etici?

Siamo più moderati, pur essendo sempre e comunque favorevoli all'eutanasia, alla depenalizzazione o legalizzazione della droga, alle unioni civili omosessuali. Di certo non siamo anticlericali come loro, cioè non abbiamo la presunzione di sventolare bavagli ai danni delle gerarchie ecclesiastiche nel paese più clericale del globo, come spesso i radicali sembrano intendere; semmai abbiamo intenzione di avversare le posizioni dei politici inginocchiati, nonchè i privilegi statali concessi ad ogni organizzazione parastatale, chiesa inclusa. Ma senza dimenticarsi della battaglia antisindacale, che al contrario i radicali hanno lasciato nel cassetto. Mi fermo qui e non vado a rintuzzare i cugini radicali dopo la cura socialista, altrimenti bisognerebbe chiedere loro cosa effettivamente c'entri la scuola pubblica al cubo con il liberalismo.

Come considerate le adozioni nel caso di una coppia gay?

Tendenzialmente contrari. I figli hanno il diritto ad avere un padre ed una madre etero e non possono di certo essere attribuiti casualmente dal giudice ad una coppia omo o etero in base alla posizione su una lista. Non abbiamo la presunzione politicamente corretta della sinistra di normalizzare forzatamente qualunque tema etico. Siamo in tutti i casi aperti al confronto.

E perché il centro-destra? Non dire perché è antistatalista: io questo grande alleggerimento della presenza statale nella mia vita economica ed etica non l'ho sentito durante il governo Berlusconi. Il Berlusca, in fondo, è una socialdemocratico travestito da liberale. Ma liberale italiano...e quindi simil socialista. Come dire: ‘na schifezza, dal vostro punto di vista. O no?

Certamente il centro destra non è liberale. Probabilmente paradossalmente è troppo di sinistra, a causa dei fermenti socialdemocratici della maggioranza della coalizione, per non parlare del socialismo corporativo ancora sostenuto dalla destra sociale di Alemanno.
Berlusconi aveva promesso la rivoluzione liberale e non è riuscito a realizzarla. Questo è un dato di fatto. E allora la domanda sorge spontanea: perchè Berlusconi e non la sinistra? A questo si risponde con una metafora calcistica inoppugnabile: a destra un liberale ha dalla sua parte la politica estera filo-occidentale ed atlantista. A sinistra c'è l'equivicinanza tra Israele ed Hezbollah e la keffiah di Diliberto. A destra un liberale ha la possibilità di discutere di mercato e teorie friedmaniane, a sinistra c'è una retorica "chiagni e fotti" sulla giustizia sociale e la redistribuzione. E' anche vero che a destra i papisti bloccano le tematiche etiche e a sinistra meno, però in tutti i casi, la partita, per un liberale, finisce 2-1 per la destra.
E alla destra, dunque, rivolgiamo ancora una volta la nostra voce.

Pubblicato anche su meltinpotonweb.com

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scritto da Andrea



2 Commenti:


  • Alle 23 marzo, 2007 13:47, Blogger Jinzo

    Grazie davvero. Ammiro il tuo coraggio, specilamente nel presentare le mie idee ad un pubblico di studenti che vivionbo in una università di stato...
    Ciao!

  • Alle 24 marzo, 2007 19:29, Blogger Tottoi

    libertARIA!
    ottimo jinzo, anche se io sono per le adozioni gay e ottimo andrea. due ottimi coraggiosi

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