giovedì, luglio 13, 2006,16:04
Amomilano #3
Tratto da Sasaki Fujika


Milano. Otto meno qualche cosa. C’è una ragazza nel mio letto. C’è la mia ragazza nel mio letto. Mi sveglia, piano. Riusciamo a fare tardi. E siamo entrambi a poche centinaia di metri dai relativi uffici. Milano. C’è sciopero dei mezzi pubblici, oggi, a Milano. C’è la Seconda Guerra Punica, in giro per le strade. Arrivo ai Bastioni di Porta Volta, entro nel parcheggio. Lei mi fa “no, no” con il ditino. Parcheggio, la vedo, e penso: “lei mi sta facendo nonoconliditino?” Scendo dalla macchina. Parcheggiata. Lei si avvicina e fa “no no”, con il ditino. Ora ci sono poche cose che mi mettono le mani nel fegato e me lo estraggono ancora grondante bile, gialla, facendomelo vedere per quello che è. E cioè il mio fegato. Una di queste è chi mi fa “no, no” con il ditino. Dico, non lo fa a me. Ma lei mi guarda e lo fa a me. Allora mi interesso alla cosa. La osservo, fermo. Lei si avvicina. Ve lo dico? Ok, ve lo dico: continua a fare “no, no”, con il ditino. Le dico:


- Mi scusi, sta facendo “no, no” con il ditino?
- Eh?
- Sbaglio o mi sta facendo di no con il dito. Indice.
- Non sbaglia.
- Bene, si avvicini.

Si avvicina. La signora è bassa, rossa di capelli, brutta come il peccato (io sono un edonista, queste cose aumentano la rabbia), veste male; veste una divisa blu che la “confonde” con la Municipale, ma la signora non è un’addetta alla Municipale: lei non è un ghisa.

- Signora, come si chiama?
- Io, sono...
- Signora. Come. Si. Chiama. Poi passeremo al resto.
- Maria Rita.
- Poi?
- Poi?
- Ha un cognome, o firma con le X?
- Gambini.
- Signora, Maria Rita Gambini, che lavoro fa?
- Sono un’ausiliaria del traffico.
- Bene. Si guardi attorno, sa che cosa è oggi? Oggi è il festival dello stronzo. Oggi c’è Milano-dio-la-maledica in crisi mestruale. Oggi collassiamo siagnora Maria Rita Gambini, ausiliaria del traffico. Mi spieghi, qual è il suo ausilio, oltre a fare “no, no” con il ditino ad uno che se gli fai “no, no” con il ditino diventa caustico oltre ogni buon costume?
- Senta la tagli breve, lei qui non può parcheggiare. E se la lascia lì, le farò una contravvenzione.
- Allora non mi sono spiegato signora Maria Rita Gambini: lei cerchi di guardarsi attorno e di mettere in moto quelle venti sinapsi che le restano dopo essersi allacciata le scarpe.
- Le mie scarpe hanno la fibbia.
- Ecco, capisce?
- No.
- Ma io sì. Ora le spiego, signora Maria Rita Gambini. Le ipotesi sono due “aut aut” non “vel vel”: adesso lei mi dà una mano e portiamo la mia macchina al quarto piano di questo palazzo qui alla nostra destra, oppure io parcheggio qui e lei va a fare ausilio da un’altra parte. Magari in mezzo a questo troiaio che la circonda che, non l’avrebbe mai detto, vero?, beh si chiama traffico. Ausili quello. E le intimo, signora Maria Rita Gambini, tra qualche minuto io sono qui, che bevo il caffe e fumo la prima sigaretta del mattino con il mio amico e collega Marco. Se vedo la multa, signora Gambini, io, che non ho mai fatto male ad una mosca, io la cerco per tutta Milano e la meno. Ma la meno che non si alza più da terra poi, capito? Mi ha capito, molto ma molto, bene? La. Meno.
- Io...
- No. Lei no. Non è pubblico ufficiale. Quindi la meno. Buona giornata signora Gambini. E non mi faccia più, mai più, “no, no” con il ditino. Ché glielo stacco. Si occupi di cose serie. D’ora innanzi. Stia bene.

Firmo. Chiamo l'ascensore, uno è rotto - amomilano - aspetto l'altro. Nell'attesa continuo a non capire perché di tanti giallidimerda presenti in questo posto, nessuno abbia ancora pensato ad un algoritmo che codifichi il perché se ne aspetto uno arrivi poi l'altro, senza una logica - apparente. Mi annoio, salgo le scale. Sono una furia, mi vede, mi ferma, mi dice: caffe? Non rispondo, lui sa che poi, è caffé. Mi si posa di fronte, alza lo sguardo e vorrebbe abbracciarmi, l'empatia ha un suo limite, oggi corre via come l'acqua sul marmo. Rompe il silenzio, perché è dura capirmi se io taccio, e spesso, io, taccio.


- La Gambini?
- La Gambini.
- Ok, due minuti e caffè.
- Ci puoi giurare.
scritto da Andrea&Serena



1 Commenti:


  • Alle 15 luglio, 2006 22:27, Anonymous Anonimo

    "...E siamo entrambi a poche centinaia di metri dai relativi uffici. Milano. C’è sciopero dei mezzi pubblici, oggi, a Milano. C’è la Seconda Guerra Punica, in giro per le strade. Arrivo ai Bastioni di Porta Volta, entro nel parcheggio..."

    Poche centinaia di metri dall'ufficio, Supersciopero...La Guerra Punica per strada...E Tu mi vai al lavoro in macchina ?
    Pigliati un elefante che fai prima...

    Ti meriti la Gambini tutta la Vita.


    Ohi Andrea, forse era nell'intento dell'Autore e, se cosi` fosse, mi complimento...anche per i centro metri in macchina...

    ...Di fatto e` la prima volta che sento di Amare un'Ausiliaria del Traffico ...

    (Fra l'altro chiamata Gambini come una mia antichissima fidanzatina).

    Namaste`
    Francesco

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