1 LUGLIO 2006 la meraviglia delle meraviglie...tutti festeggiano il trenin
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anche LHASA ha diritto ad avere una stazione, un po' di progresso, dei bei grattacieli e una splendida piazz
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date un occhio a questi link:
http://www.tibet.com/
http://www.freetibet.org/
L'anno scorso, più o meno alla metà del mese di agosto tornata dal Tibet scrivevo: "sono molto scossa….per molti motivi… ho il Tibet nel cuore, con il suo dolore, la sua bellezza, l’orrore del regime cinese, la negazione dei diritti, della libertà anche solo di poter dire sono in TIBET e non sono in Cina. Lo sguardo sorridente dei tibetani, la compassione dei monaci, il rispetto profondo di tutto ciò che ha vita e che potrebbe per questo in passato essere stato un nostro caro estinto. L’estrema sporcizia imperante ovunque, i topi, l’odore acre del burro di yak che calpesti ovunque e che tutti hanno addosso. Il tea al gelsomino, fresco, profumato, caldo, ristoratore, le bistecche di yak cotte sulla piastra a fuoco con l’immancabile plain rice che non sa di niente…di riso….i biscottini al burro del supermercato di Lhasa serviti con il più bel sorriso che vorresti ricevere al mattino. Il sole sul Potala, grande, immenso, simbolo di un potere ormai perduto, simbolo del giogo del regime, le sale del Dalai Lama, spoglie ma ancora dense di phatos e di grandezza, le foto del Panchen Lama e i ritratti divelti del Dalai Lama, il suo nome che non può essere pronunciato, il suo volto che non può essere visto, le sue parole che non possono essere sentite. Che estrema sofferenza. La povertà, i cinesi ben vestiti, i tibetani con le c
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...qualcuno mi ha raccontato che viene "scoraggiato" l'insegnamento nelle scuole della lingua tibetana, che viene altrettanto "scoraggiata" la coltivazione dell'alimento base tibetano la "tzampa" a favore della colza, che per un motivo imprecisato i tibetani non hanno più "facile accesso" alla lana con cui producevano i loro preziosi tappeti (adesso li fanno in Nepal..?) e il loro artigiana
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i tibetani sono confinati ai margini delle loro stesse città, a volte addirittura tenuti in "riserve"o villaggi ricostruiti dove al posto delle bandiere di preghiera sui tetti troviamo le nostre amate BANDIERE ROSSE, sempre per "preservarne la cultura"...ovviamente...la storia si ripete...
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Dalla acclamata RIVOLUZIONE CULTURALE DI MAO nel 1959:
più di 6000 monasteri distrutti
2.000.000 di morti
sostituzione etnica ancora in atto