È dimostrato in modo assolutamente rigoroso che i cromosomi sono caratteristici di ogni specie tanto che non si possono sposare con quelli di un’altra. Allora se testiamo un prodotto su due specie differenti il risultato può essere lo stesso, ma anche opposto. Perciò è inutile fare un esperimento su una specie presa a modello, come un topo o un ratto, perché non è detto che il risultato si possa trasferire sull’uomo. Farlo è un po’ come giocare alla roulette russa con la salute. Il che non è accettabile.
(Claude Reiss)
E se non vi fidate di un nome poco noto ve ne propongo un altro, quello di Renato Dulbecco, che già nel 1981 afferma: "l'alterazione della funzione dei geni è diversa nell'animale e nell'uomo".
Spiego meglio: l'aspirina e la vitamina C. Due medicine dall'utilizzo comunissimo. Bene: sull'uomo non hanno nessun particolare effetto collaterale. Nei topi causano malformazioni. Il Tolep è un farmaco prescritto dai neurologi agli epilettici. Nei ratti e nei topi provoca tumore al fegato.
Il ragionamento è semplice: un test puo' concludersi con risultati deludenti: in quel caso le case farmaceutiche sanno di non poter fare affidamento sul nuovo ritrovato. L'assenza di risultati negativi non è invece una sicurezza: solo il commercio e la realtà clinica garantiranno conoscenze adeguate relative al prodotto ed ai suoi effetti collaterali.
Già arrivati a questo punto non serve affatto una mente illuminata per capire che probabilmente stiamo abusando inutilmente di migliaia di vite animali. E’ utile ripetere, talvolta: inutilmente. Qui non stiamo discutendo di quanto possa essere vergognoso, per qualcuno, che l’uomo si senta in diritto di testare su una vita ritenuta inferiore sostanze con modalità talvolta, e il caso di dirlo, disumane. No: in questa sede tenteremo di spiegare per quanto possibile come inutile, costoso e antiproducente sia la sperimentazione animale. E chiarisco, per fugare ogni dubbio, che il primo a voler raggiungere una “verità il più possibile vera” sono proprio, che non agirò, per tanto, in maniera miope e partigiana nelle mie ricerche.
Aggiungiamo però alle nostre conoscenze un altro fattore inquietante, che riduce ancor di più la credibilità della materia in esame: uno studio dell'Università di Londra, condotto da Ian Roberts, ha accertato, attraverso una revisione sistematica degli esperimenti sugli uomini e di quelli sugli animali, che mettendo insieme tutti i dati, non c'era alcuna prova che i test sugli animali fossero efficaci. Eppure si è passati comunque alla fase clinica, cioè all'uomo.
A questo punto possiamo iniziare a porci qualche domanda: che senso ha sacrificare gli animali quando la sperimentazione viene successivamente condotta sull'uomo, qualsiasi sia il risultato della prima fase?
Risposte non ne vedo. E dunque: a chi conviene proseguire su questa strada inutile e, come vedremo in seguito, più lunga delle sue alternative? E risposte non ne vedo neanche qui. Checché ne dica proprio il dottor Reiss, io continuo a non vedere l’ipotetico grande vecchio dietro la stabulazione animale: “Questa idea che l'animale possa servire come modello biologico per l'uomo è un'idea che, naturalmente, fa molto comodo alle industrie ed ai responsabili politici, ma che in realtà è priva di qualsiasi validità.”
(Claude Reiss)
La citazione mi sembra abbastanza chiara. La sperimentazione animale sarebbe, in molti casi, un modo per spillare soldi a chi commissiona le ricerche. Non è affatto un'affermazione priva di fondamento, visti i presupposti su cui poggia. Il rischio che alcune sperimentazioni siano condotte, scegliendo la specie animale più vicina alle proprie esigenze, col solo scopo di ottenere risultati positivi, è serio, possibile e dunque da evitare: tanto per la nostra salute quanto per evitare di disperdere i già pochi fondi per la ricerca in ricerche lunghe, costose (la stabulazione è molto più cara dei metodi alternativi) e, soprattutto, inutili.
Permettetemi di insistere col citare il dottor Reiss che, per quanto ad alcuni potrebbe risultare troppo impegnato con la causa animalista per costituire una voce credibile, risulta consegnare molti spunti di riflessione. Prometto comunque che seguiranno pareri meno…animalisti: “la vivisezione può recare grandi vantaggi. Vi faccio un esempio molto semplice. Io sono biologo e voi siete produttori di un prodotto X, che potrebbe essere un poco cancerogeno. Me lo date (sono io il vostro tossicologo) e sperimenterò questo prodotto su di un ceppo di topi che sono assai poco soggetti ai tumori. Su di un centinaio di individui, nei 90 giorni di durata dell'esperimento, soltanto due o tre svilupperanno un tumore. Si potrà dire che il prodotto può essere commercializzato. Se avete un concorrente che fa esattamente lo stesso vostro prodotto e se voi mi dite "vorrei che questo prodotto venisse dichiarato dannoso per la salute, molto cancerogeno", io selezionerò un altro ceppo di topi, questa volta molto soggetti ai tumori. Nei 90 giorni svilupperanno dei tumori il 90 o 95% degli individui. Se, in aggiunta a ciò, io nutrirò molto male i topi soggetti ai tumori e molto bene quelli poco soggetti, avrò guadagnato un 10% in più. In altre parole, la scelta del ceppo di topi o di ratti e la scelta della loro dieta possono determinare un risultato o il suo opposto. Per l'azienda produttrice è un grandissimo vantaggio avere l'obbligo legale di verificare se il proprio prodotto è o non è cancerogeno.”
Qui aiutatemi voi: perché sarebbe un grande vantaggio l’obbligo legale?