venerdì, gennaio 06, 2006,21:10
Giornalismo

Questo post è indirizzato a quanti, me compreso, si chiedono quale sia la strada da percorrere per diventare giornalisti.
La risposta l'ho trovata in una libricino, "il giornalista quasi perfetto" (di David Randal, editori laterza, 332 pagine, 12 €). In una pagina scarsa. Poche righe che, assicuro, valgono più di qualsiasi laurea in comunicazione. Dovrebbe essere il punto di partenza di qualsiasi corso di studi. E invece...
Chissà, potrebbe capitare, un giorno, che un giornalista-con-tanto-di-tessera passi per questo blog. Con tanta umiltà, glielo dico sinceramente: VERGOGNATI, perchè quanto di ciò che c'è scritto qui sotto hai messo in pratica? Nulla vero?
Abbiamo bisogno di un giornalismo vero. Che faccia i nostri intressi. Dov'è?
P.S. Sei un vero giornalista? Con tutte le carte in regola? Allora sei il nostro eroe. Questo blog è pronto a dedicarti una pagina, un'intervista ed una bella foto (sono serissimo). Scrivimi.

"Quelli che scelgono la pappa pronta e la superficialità, piuttosto che il duro, faticoso, spesso misconisciuto lavoro di avvicinarsi il più possibile alla verità.
I buoni giornalisti di tutto il mondo sanno che questo è il loro ruolo. Questo, soprattutto, devono fare; e di conseguenza, come spiegherò meglio già nel primo capitolo, devono anche:
- scoprire e pubblicare informazioni che vadano a sostituire voci e illazioni;
- resistere ai controlli governativi o eluderli;
- informare l’elettore;
- analizzare quello che fanno e non fanno i governi, i rappresentanti eletti e i servizi pubblici;
- analizzare l’attività imprenditoriale, il trattamento che riserva a lavoratori e consumatori e la qualità dei prodotti;
- confortare gli afflitti e affliggere chi vive nel comfort, dando voce a quelli che di solito non possono far sentire la loro;
- mettere la società davanti a uno specchio, che rifletta le sue virtù e suoi vizi, ma sfati anche i suoi miti più cari;
- assicurarsi che giustizia sia fatta, che lo si sappia in giro e che in caso contrario si indaghi;
- promuovere il libero scambio di idee, dando soprattutto spazio a coloro la cui filosofia è diversa da quelle dominanti.
Se cercherà di raggiungere questi obiettivi, il buon giornalista servirà la sua società meglio dei funzionari pubblici più zelanti, perchè non farà gli interessi dello Stato ma del cittadino: informandolo, gli conferisce potere. E' per questo che i governi e i potenti che si danno tante arie cercano di mettergli i bastoni fra le ruote, o addirittura tacitarlo etichettandolo come sovversivo. E lo è davvero, sovversivo: il suo lavoro sovverte coloro la cui autorità poggia sulla mancanza di informazione pubblica."
scritto da Andrea&Serena



1 Commenti:


  • Alle 07 gennaio, 2006 08:58, Anonymous Anonimo

    sarà sicuramente raro come una mosca bianca trovare un giornalista che segue queste poche fondamentali regole dell'essere " un cane sciolto " che insegue solo ed esclusivamente la verità !...
    sono decisamente passati i tempi dei reporter di guerra, soprattutto di quella del Vietnam, che x la verità andavano in prima linea, e ci lasciavano la pelle persino, x dire qual era la vera realtà dei fatti ...
    essere coraggiosi , liberi e ... sovversivi è faticoso , meglio quindi far parte del sistema e lasciarsi comandare ...a discapito del buon vero giornalismo e della verità!!!
    ciao erica

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