Negli anni successivi a quella chiacchierata, mi sono a volte occupato di calcio per L'espresso. E il riapparire del sistema era continuo, anche se non sempre esplicitato. Una volta, ad esempio, ho incontrato quel brav'uomo di Gigi Simoni. Alla fine di un'intervista nemmeno troppo prudente sul doping, lui mi ha gentilmente accompagnato alla stazione di Pisa, mi ha stretto la mano e mi ha detto: "Vabbe', poi quando smetto di fare l'allenatore ti dico tutta la verità. Adesso non posso, ho un po' di trattative in giro". Il sistema lo teneva ancora prigioniero. E io, con la mia intervistina nel registratore, mi sono sentito veramente un coglione.di Alessandro Gilioli (continua a leggere)









