giovedì, maggio 25, 2006,20:57
Le lettere di Van Gogh al fratello Theo.

[Arles - luglio 1888] [...] È veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici - anche quelli felici [...] Ciò riporta a galla l’eterno problema: la vita è tutta visibile da noi, oppure ne conosciamo prima della morte solo un emisfero?
I pittori - per non parlare che di loro - quando sono morti e sepolti parlano con le loro opere a una generazione successiva o a diverse generazioni successive.
È questo il punto o c’è ancora dell’altro? Nella vita di un pittore la morte non è forse quello che c’è di più difficile.
Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma LA VISTA DELLE STELLE MI FA SEMPRE SOGNARE, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, [...] non possiamo prendere la morte per andare in una stella?

(Queste righe sono solo una goccia. Qui l'oceano. Un grazie ad Erica)
scritto da Andrea&Serena



1 Commenti:


  • Alle 25 maggio, 2006 22:16, Anonymous Anonimo

    grazie a te, Andrea! la vita di van Gogh è stata una vita molto speciale e sofferta ...allora è stato considerato un alienato xchè infelice e con manie suicide , ma scoprire ciò che ha scritto, oltre alla sua arte innovativa x l'epoca, con dei quadri splendidi, fa riflettere sull'uomo e su ciò che può essere o non essere, e su ciò che può diventare ...un mistero di genialità e di follia persino choccante ! un mistero che solo made natura conosce e può capire...

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