Io ora vorrei da tutti i passanti un commento a questo:
"Non voglio vedere un minareto di 24 metri nel paesaggio di Giotto, quando io nei loro paesi non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia" (Oriana Fallaci)
E vorrei che proprio nessuno (NESSUNO) si tirasse indietro spendendo almeno tre secondi per rispondere.
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Alle 30 maggio, 2006 21:12,
Nella vita si può cambiare idea e decisamente la signora Fallaci da giovane era completamente diversa da come è adesso
Ricordo i suoi libri , in particolare Lettera ad un bambino mai nato , che tanto fu letto e discusso tra noi giovani ragazze ventenni ( + o - ) circa 30 anni fa
Ricordo anche i suoi viaggi da reporter di guerra, in Vietnam x es , e le sue interviste famose
Non amo il fanatismo però e non mi piace quindi il suo fanatismo delirante attuale: può sicuramente avere ragione sul fatto che quando si va in un paese arabo si è obbligati a indossare i loro abiti , x esempio, ed il velo e tutto il resto, ma io penso che se non si è obbligati ad andarci x lavoro, si può benissimo trovare altri luoghi di vacanza e IGNORARE del tutto certi paesi !!!
quanto al fatto che lei esprima giudizi ed offese politiche e dica che non ha votato , beh, a me non interessa proprio nulla : io ho votato xchè non lo ritengo solo un dovere , ma un sacrosanto diritto e se uno non mi piace , ci sono altri che mi piacciono
forse è sbagliato aver creato solo due grandi coalizioni, attaccate un po' con lo " sputo" come si soleva dire in passato , dove in entrambe alcuni gruppi ci stanno stretti e non collimano granch'è, ma comunque sono sempre tanti i partiti che si potevano votare... anche se poi i loro leaders massimi erano Prodi e Berlusconi
Ma dopo aver avuto x circa 40 anni la Vecchia DC al governo non vedo xchè ci si debba turare il naso proprio adesso ...
io ho risposto, Andrea, spero che altri mi seguano ....
1 saluto erica -
Alle 30 maggio, 2006 21:16,
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Alle 31 maggio, 2006 14:43,
Per svendere una Cultura...Marco...bisogna essere colti.
Ed essere colti non significa scrivere politically correct in buon inglese.
Talvolta...però...si può essere colti...od eruditi...e REstare idioti...
(SCusa ma non mi va di essere politicamente corretto, e neanche corrotto dentro).
Francesco (Giangiacomos) -
Alle 31 maggio, 2006 15:35,
Beh, essere colti significa avere cultura, è vero. Ma non nel senso in cui la intendevo.
Appartenere ad una cultura. Cultura intesa come patrimonio culturale condiviso, quella base comune per cui ci sentiamo italiani, o cristiani, o salentini.
Certo, un erudito può essere un idiota. A ogni idiota appartiene ad una cultura.
Fatta questa premessa prettamente linguistica, spiegami il resto del commento: a perte il gioco di parole corretto-corrotto non capisco in cosa differiamo.
Grazie -
Alle 01 giugno, 2006 11:14, Tottoi
la differenza tra culture è proprio questa, loro ci torturano se andiamo lì in pantalonicini e con una croce ben visibile sul petto?!invece loro se stanno qui possono essere liberi di predicare una loro propria fede. non siamo propriamente una cultura superiore solo una cultura più libera che dovrebbe cercare con l'esempio di trasmettere le idee libere che spesso neanche ci meritiamo in questo mondo che noi chiamiamo occidentale
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Alle 01 giugno, 2006 12:03, virginie
A dire la verità non sono d'accordo su nulla. Neppure sul fatto che simili parole d'odio meritino un commento. Alla Fallaci basterebbe ricordare che se non nella terra di Giotto in quella di Cervantes e pure in quella di Archimede e Federico II di monumenti della civiltà araba ce n'è già. Da secoli. Quanto al resto le semplificazioni rischiano sempre di essere sciocche: solo un'idiota può trattare il mondo arabo come un tutto omogeneo. Saremo pure tutti berlinesi e tutti americani, ma chissà com'è teniamo alle nostre differenze pure noi europei. Anche sui crocefissi, che non stanno appesi, tanto per dire, in nessuna aula di nessuna scuola pubblica di Francia. Come non vi si trova un Maghen David né un versetto del Corano.
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Alle 01 giugno, 2006 14:41,
Sorvolo Tottoi (senza sparare), condivido Virginie...
Marco: "Ma in questo caso faccio fatica a darle torto"...(L'hai scritto Tu)
Io diifferisco e mi voglio difefrenziare.
Sinceramente sorvolerei Oriana...però...visto che me la trovo sbattuta in home-page...
Stare a pensare a torti o ragioni offenderebbe quel poco di intelligenza che m'è rimasto...
Stenderei sulla Signora un velo pietoso...e poi...per mettermi al suo livello...darei fuoco...anche al velo.
Francesco, Giangiacomos e Nepalplanet uniti. -
Alle 01 giugno, 2006 21:24, Andrea&Serena
Io, molto prepotentemente, la mia risposta l'ho data con un post. Che più o meno dice questo.
Enzo Bianchi, un personaggio affascinante. Indubbiamente cristiano, indubbiamente. Ecco cosa dice:
"Reciprocità? Un veleno anticristiano".
Pam.
Non possiamo sorvolare su certe parola. Assolutamente. Siete troppo snob. Trovano assolutamente non d'accordo neanche me, ma è bene ribadirlo ogni volta. Essenziale. Qui non è una Fallaci che parla. Qui è la lega, sono tante forze politiche che dovrebbero rappresentarci; qui a parlare è gran parte dell'Italia. Provate a fare un sondaggio. C'è da rifletterci su parecchio. Nessuno velo. E non ci credo, Frankey, che ti metteresti sul suo livello! Ti prego di ritirare quello che hai detto!
Con Marco, invece, voglio approfondire. Capisco quello che dici. Veramente. Ma siamo sicuri che sia possibile svendere una cultura che valga qualcosa? Secondo me no.
Ma poi: di che cultura stiamo parlando? Dobbiamo proprio metterci d'accordo su questo.
Proviamoci insieme, Marco.
Se è la cultura figlia dell'illuminismo allora è giusto: difendiamola, strenuamente difendiamola. Come? costruendo un minareto nel paesaggio di giotto.
O è la cultura cristiana? Qui il discorso si fa per me troppo difficile. Per me c'è un cristianesimo basato sul vangelo, con l'Amore al centro di tutto, in quanto messaggio unico ed universale lasciatoci da Cristo. Quel cristianesimo che è stato capace di scavalcare i secoli aggiornandosi, perchè non fatto di dogmi ma di questo semplice messaggio d'Amore. E di tolleranza. Dunque? -
Alle 02 giugno, 2006 01:12, Andrea&Serena
Io, molto prepotentemente, la mia risposta l'ho data con un post. Che più o meno dice questo.
Enzo Bianchi, un personaggio affascinante. Indubbiamente cristiano, indubbiamente. Ecco cosa dice:
"Reciprocità? Un veleno anticristiano".
Pam.
Non possiamo sorvolare su certe parola. Assolutamente. Siete troppo snob. Trovano assolutamente non d'accordo neanche me, ma è bene ribadirlo ogni volta. Essenziale. Qui non è una Fallaci che parla. Qui è la lega, sono tante forze politiche che dovrebbero rappresentarci; qui a parlare è gran parte dell'Italia. Provate a fare un sondaggio. C'è da rifletterci su parecchio. Nessuno velo. E non ci credo, Frankey, che ti metteresti sul suo livello! Ti prego di ritirare quello che hai detto!
Con Marco, invece, voglio approfondire. Capisco quello che dici. Veramente. Ma siamo sicuri che sia possibile svendere una cultura che valga qualcosa? Secondo me no.
Ma poi: di che cultura stiamo parlando? Dobbiamo proprio metterci d'accordo su questo.
Proviamoci insieme, Marco.
Se è la cultura figlia dell'illuminismo allora è giusto: difendiamola, strenuamente difendiamola. Come? costruendo un minareto nel paesaggio di giotto.
O è la cultura cristiana? Qui il discorso si fa per me troppo difficile. Per me c'è un cristianesimo basato sul vangelo, con l'Amore al centro di tutto, in quanto messaggio unico ed universale lasciatoci da Cristo. Quel cristianesimo che è stato capace di scavalcare i secoli aggiornandosi, perchè non fatto di dogmi ma di questo semplice messaggio d'Amore. E di tolleranza. Dunque? -
Alle 02 giugno, 2006 16:44,
Allora...
mi scuso se con il mio primo commento un po' troppo stringato ho dato adito a malintesi.
Ora vedo di essere un poco più esauriente.
Ciò che è assolutamente incondivisibile della Fallaci è l'estremismo, la violenza dei modi, i toni da guerra santa a tutti i costi. Incondivisibili e io non li condivido, nè in questa nè in altre dichiarazioni.
C'è tuttavia qualcosa in fondo alle sue parole che si può salvare, e che mi ha fatto scrivere, in prima battuta "faccio fatica a darle torto".
Ed è un discorso relativo alla conservazione della nostra cultura.
Definire cultura è difficile, ognuno la vuole tirare dalla sua parte. Per me è un patrimonio non genetico, che tuttavia si trasmette di generazione in generazione, potendo mutare lentamente, ma costutito da un nocciolo condiviso e ormai pressoché fissato.
Se potessimo sezionare la cultura di un italiano di oggi, come fosse sottosuolo stratificato, vedremmo susseguirsi elementi che vengono dal cristianesimo, dall'umanesimo, dall'illuminismo, forse dal nostro risorgimento, dall'annosa questione della resistenza-guerra civile.
Che poi uno si dichiari non cristiano è un altro discorso, ma la sua cultura è fortemente influenzata da quel fenomeno chiamato cristianesimo. Alla stesa stregua per cui oggi difficilmente ci dichiariamo illuministi, eppure quel fenomeno ha inciso - e incide - profondamente in noi.
Questoo patrimonio-cultura dobbiamo difenderlo. E i nostri "nemici" da cui difenderlo, non sono i musulmani immigrati in Italia, non sono i cinesi, non sono le comunità africane. Sono gli italiani che non si accorgono di appartenere ad una cultura. Sono i politici che per convenienze momentanee e privatistiche non si fanno scrupolo di agire contro questa cultura. Sono le persone che aspergendosi il capo di effluvii di politicamente corretto svendono sviliscono e annacquano la loro cultura senza alcuna ragione, e soprattutto senza il diritto di scegliere per gli altri.
Patrimonio della cultura, o se preferite sua espressione è anche il territorio, legato alla cultura nel concetto di nazione.
Detto questo per me la moschea a Colle Val D'Elsa è la stessa cosa della pensilina di Isozaky in piazza dalla Signoria a Firenze. Due elementi che nulla hanno di comune con il territorio circostante per motivi culturali. Si facciano pure, non dico che non si debbano fare. Ma non lì.
E questi due esempi sono uguali per me a queli che vengono definiti ecomostri: tutti figli della stessa ignoranza, dello stesso opportunismo, della stessa mancanza di rispetto per la cultura.
Quindi, per arrivare alla questione sollevata da Andrea, su come comportarsi cristianamente di fronte a questo incontro tra culture, dico che è giusta e sacrosanta la tolleranza per i musulmani in italia e nel mondo. Ma senza scordare che nulla nel cristianesimo vieta di difendere le proprie radici.
Tolleranza non vuol dire lasciarsi sopraffare. Altrimenti il Cristianesimo sarebbe una religione votata per dogma all'autoestinzione.
Al contrario nel messaggio cristiano ci sono dei richiami alla difesa della propria fede, e al valore che ha perdere la propria vita pur di non rinnegarla. -
Alle 02 giugno, 2006 23:46,
Andrea...
Permettermi al suo livello dovrei abitare in un grattacielo di Manhattan...
Dare voce a certe parole significa contribuire a propagarle.
E se le propaghi...allora la Signora trova accoliti....Che non sono tanti come dici Tu...Sono una minoranza "Enorme"...Grazie a un Megafono "Cattivo".
Non penso, ci mancherebbe, a Square...
Oriana ha fatto fare soldi al Corrierone. Ed è stata ripagata.
Leggi di mercato.
Stendo un altro velo...quello delle donne Afghane...e Ridò fuoco...al velo e a "Fallaci" vari...Di ogni Razza, Religione e colore.
Quanto a Chiese e Moschee...Minareti o campanili in qualsiasi parte del globo...
Ognuno va alle sedute spiritiche che preferisce.
Io preferisco vivere, da Uomo.
Francesco -
Alle 03 giugno, 2006 20:21, Andrea&Serena
Che sdolcinato dibattito sarebbe stato quello iniziato con una frase tipo questa: "dobbiamo costruire una moschea, proprio nel paesaggio di Giotto, per favorire l'integrazione tra due colture così antiche e degne".
Du' cojoni! (tradotto che "scesa"! O meglio: che palle!)
Io, personalmente:
a- sono contento del dibattito. E quindi sono contento di aver dato voce ad un'esternazione di una donna che non riesco neanche a guardare in volto e di cui non condivido il pensare;
b- penso che la fetta di italiani -e non solo- che la pensi come lei è molto più grande di quanto speri. Una parte per pura ignoranza e menefreghismo; una parte per motivazioni sensate e ragionate; un'ultima parte per odio e xenofobia. Non credo di essere pessimista. Credo piuttosto di essermi osservato attorno; credo di poter dire che se contate sui giovani per cambiare il mondo, se contate sulla mia generazione, a bè, state freschi;
c- capisco la tua obiezione. Ma non la condivido assolutamente. Anche io avrei pubblicato la Fallaci fossi stato il Corriere. Non mi piacciono le censure. Il problema, infatti, non è quello che si pubblica, ma quello che non si pubblica. Il mio giornale sarebbe pieno di tutto. Tutto. Darei voce ai complottisti, ai più razionali storici non negazionisti. tutti. Destra, sinistra. Farei circolare le idee in più direzioni. Il corriere ha instradato le idee verso una sola direzione. Questo è il problema: il non pubblicato. Non il pubblicato.
Namaste,
carissimo Fra'. -
Alle 04 giugno, 2006 07:28,
pienamente d'accordo con il tuo ultimo pensiero, Andrea, sia riguardo agli estimatori della signora dal fanatismo esacerbato sia a riguardo del giornale ...quanto alla cultura da difendere, beh, spesso un popolo o una nazione ha un grande patrimonio culturale da lasciare ai posteri ma spesso gli uomini affidano agli eredi solo una piccola parte di esso e in qualche caso è il peggio !!!
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Alle 29 giugno, 2007 22:34,
Il primo giorno in cui ho sentito il nome di Oriana Fallaci è stato il giorno in cui si è spenta nella sua cara Firenze. Prima non sapevo chi fosse. D'improvviso ho mandato in aria i programmi di quel 15 Settembre di un anno fa, scegliendo di inchiodarmi ad una sedia davanti al monitor TV e capire la storia di quel nome che ora m'incuriosiva morbosamente. Nel giro di un anno ho recuperato tutto ciò che nell'ignoranza non potevo conoscere. Così ho comperato tutti i suoi libri in circolazione; ho eseguito delle particolari ricerche su internet, creandomi un vastissimo archivio fotografico e documentario nel computer. Il primo libro che ho iniziato a leggere di lei è stato "Lettera a un bambino mai nato", acquistato pochissimi giorni dopo il suo decesso; di lì sono passata poi a leggere "Se il sole muore", "Oriana Fallaci intervista se stessa", "La rabbia e l'orgoglio", ed ora sto per concludere "La forza della ragiore". Questo mio ultimo anno di vita è completamente estraneo allo standard dei miei coetanei diciottenni, ma non mi importa: ho imparato a puntualizzare le cose che ho pensato, svegliandomi su ciò che non conoscevo. Non intendo dire che ogni cosa letta l'ho bevuta, ma è stato naturale per me non sentenziare il contrario di ciò che leggevo. Come se mi rivedessi in là nel tempo a riflettere sulla Storia, ma i libri di Oriana li sto leggendo ora, e sembrano miei, o pensieri di dominio pubblico. Insomma: molti concordano con quelle pagine opulente. Le sono devota, perchè riscopro in me un pizzico del suo ardore per i fatti, per le discussioni sensate, per il cervello impiegato nei discorsi di un certo livello. E mi sono sorpresa molte volte nel leggere le pagine che riportavano lo sviluppo di un pensiero che feci anch'io in passato e che non potei condivider con nessuno, perchè a nessuno interessava quell'argomento... Bestiale! I suoi ultimi libri superano i precedenti per quel sentimento scattante di rabbia che contengono, perchè si riscontra all'intero l'autobiografia del lettore che conosce bene i fatti accaduti, perchè ci trova dentro parte dei suoi ragionamenti, anche se eran stati semplicistici o veloci o poco curati nel tempo. Nel giro di un anno ho smesso di considerarmi un'idiota per il fatto d'averla ignorata in precedenza, poichè oggi sono ferrata sull'argomento. E' stata una donna triste, delusa, che ha rigettato alcune mancanze nel proprio lavoro, sposandolo, sublimando la sua personalità il un essere inconfondibile ed unico nel Pantheon dei veri scrittori con un passato da giornalisti. L'adoro perchè il suo genio rimarrà immutato nel tempo, perchè è stata chiara nei suoi scritti, nelle sue parole. Mi fa rabba vedere quella gente che impiega del tempo e tanta fatica per costruire sulle sue parole qualcosa che non c'è, qualcosa che lei non ha messo, non ha voluto, qualcosa da cui se ne guardava bene dal menzionare. Ha battuto tutti, spiegando dall'inizio alla fine qual era il suo pensiero,senza perdersi,senza divagare, senza dimenticare l'esordio... e proprio perchè pensava quel che diceva. Nel bene o nel male tutti abbiamo qualcosa da imparare da lei. La condivisione dei concetti è soggettiva, ahimè, ma la puntializzazione, la cura, l'informazione e la tenacia con cui si faceva largo nella vita, dovremmo tenerli presenti sempre, per non scadere in rovina e regalare dello scempio puro ai nostri posteri. Ammiro di lei la malinconia che resta fra quelle pagine, quel suo modo di scrivere lasciandoti la decisione se convincerti da te o rimaner come sei; ammiro di lei la Storia passata che riporta con calore, spronandoti ad alzare quel culo dalla sedia e prender in mano un libro di Storia per dissetare l'arsura che t'ha messo in corpo... E poi è magnetica, è Cassandra, è la locandiera che agisce da sè liberamente, è una donna nata nl Neorealismo della Resistenza... come scordarlo! E una scrittrice-mito messa a ferro e fuoco sol perchè è recentissima, sol perchè ha scritto e commentato la Storia, sol perchè ha trascritto la frenesia prorompente che affollava le sue cervella, ed io non posso far altro che ascoltare le sue parole che dai libri piantan radici profonde nella mia mente. Il prossimo libro che leggerò sarà "Un uomo". Lo devo, ad Alekos Panagulis a alla fatica di parlare di un amore infinito e straziante di Oriana Fallaci.
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Alle 10 luglio, 2007 16:48,