Il primo giorno in cui ho sentito il nome di Oriana Fallaci è stato il giorno in cui si è spenta nella sua cara Firenze. Prima non sapevo chi fosse. D'improvviso ho mandato in aria i programmi di quel 15 Settembre di un anno fa, scegliendo di inchiodarmi ad una sedia davanti al monitor TV e capire la storia di quel nome che ora m'incuriosiva morbosamente. Nel giro di un anno ho recuperato tutto ciò che nell'ignoranza non potevo conoscere. Così ho comperato tutti i suoi libri in circolazione; ho eseguito delle particolari ricerche su internet, creandomi un vastissimo archivio fotografico e documentario nel computer. Il primo libro che ho iniziato a leggere di lei è stato "Lettera a un bambino mai nato", acquistato pochissimi giorni dopo il suo decesso; di lì sono passata poi a leggere "Se il sole muore", "Oriana Fallaci intervista se stessa", "La rabbia e l'orgoglio", ed ora sto per concludere "La forza della ragiore". Questo mio ultimo anno di vita è completamente estraneo allo standard dei miei coetanei diciottenni, ma non mi importa: ho imparato a puntualizzare le cose che ho pensato, svegliandomi su ciò che non conoscevo. Non intendo dire che ogni cosa letta l'ho bevuta, ma è stato naturale per me non sentenziare il contrario di ciò che leggevo. Come se mi rivedessi in là nel tempo a riflettere sulla Storia, ma i libri di Oriana li sto leggendo ora, e sembrano miei, o pensieri di dominio pubblico. Insomma: molti concordano con quelle pagine opulente. Le sono devota, perchè riscopro in me un pizzico del suo ardore per i fatti, per le discussioni sensate, per il cervello impiegato nei discorsi di un certo livello. E mi sono sorpresa molte volte nel leggere le pagine che riportavano lo sviluppo di un pensiero che feci anch'io in passato e che non potei condivider con nessuno, perchè a nessuno interessava quell'argomento... Bestiale! I suoi ultimi libri superano i precedenti per quel sentimento scattante di rabbia che contengono, perchè si riscontra all'intero l'autobiografia del lettore che conosce bene i fatti accaduti, perchè ci trova dentro parte dei suoi ragionamenti, anche se eran stati semplicistici o veloci o poco curati nel tempo. Nel giro di un anno ho smesso di considerarmi un'idiota per il fatto d'averla ignorata in precedenza, poichè oggi sono ferrata sull'argomento. E' stata una donna triste, delusa, che ha rigettato alcune mancanze nel proprio lavoro, sposandolo, sublimando la sua personalità il un essere inconfondibile ed unico nel Pantheon dei veri scrittori con un passato da giornalisti. L'adoro perchè il suo genio rimarrà immutato nel tempo, perchè è stata chiara nei suoi scritti, nelle sue parole. Mi fa rabba vedere quella gente che impiega del tempo e tanta fatica per costruire sulle sue parole qualcosa che non c'è, qualcosa che lei non ha messo, non ha voluto, qualcosa da cui se ne guardava bene dal menzionare. Ha battuto tutti, spiegando dall'inizio alla fine qual era il suo pensiero,senza perdersi,senza divagare, senza dimenticare l'esordio... e proprio perchè pensava quel che diceva. Nel bene o nel male tutti abbiamo qualcosa da imparare da lei. La condivisione dei concetti è soggettiva, ahimè, ma la puntializzazione, la cura, l'informazione e la tenacia con cui si faceva largo nella vita, dovremmo tenerli presenti sempre, per non scadere in rovina e regalare dello scempio puro ai nostri posteri. Ammiro di lei la malinconia che resta fra quelle pagine, quel suo modo di scrivere lasciandoti la decisione se convincerti da te o rimaner come sei; ammiro di lei la Storia passata che riporta con calore, spronandoti ad alzare quel culo dalla sedia e prender in mano un libro di Storia per dissetare l'arsura che t'ha messo in corpo... E poi è magnetica, è Cassandra, è la locandiera che agisce da sè liberamente, è una donna nata nl Neorealismo della Resistenza... come scordarlo! E una scrittrice-mito messa a ferro e fuoco sol perchè è recentissima, sol perchè ha scritto e commentato la Storia, sol perchè ha trascritto la frenesia prorompente che affollava le sue cervella, ed io non posso far altro che ascoltare le sue parole che dai libri piantan radici profonde nella mia mente. Il prossimo libro che leggerò sarà "Un uomo". Lo devo, ad Alekos Panagulis a alla fatica di parlare di un amore infinito e straziante di Oriana Fallaci.