Nella notturna e veloce correzione all'ultimo post, ho finito per cancellare il riferimento al come. Ma era inevitabile arrivarci.
E in quello che scrivi, Marco, ritorna l'argomento.
Come.
Quattro lettere che racchiudono in modo abbastanza anonimo tutto il destino del mondo. Nel come si esaurisce il senso di questa esistenza. Molto più che nel quando, nel dove, e persino del perchè.
Come puo' scattare una rivoluzione interiore? "Ciascuno per proprio conto. Intimamente, e con il solo scopo di crescere interiormente". Già a dirlo è chiara l'improbabilità di un mondo improvvisamente nuovo, in cui tutti i suoi abitanti si alzino in una mattina come le altre, come colti da follia, e vivere in modo nuovo. E' un'idea che si arena al confine più estremo della mia immaginazione. Ora capisco la tristezza del mio ottimismo: troppo più in là dell'assurdo non riesco a spingermi.
Come puo' il mondo essere malato di questo benevolo ed auspicato tumore capace di distruggere le cellule vecchie del nostro mondo? Non è il virus che manca: quello che è in qualche modo già presente, anche se tenuto accuratamente in quarantena. E' il metodo di contagio la debolezza del nostro desiderio.
Tali virus si trasmettono solo tramite l'esempio. Tramite l'esposizione costante alla novità. Adeguarsi ai mezzi: svegliare la rivoluzione latente che è in ognuno di noi con i mezzi di questo mondo che a volte ci è nemico. Mi vengono in mente parole molto poco oniriche, tremendamente immanenti: pubblicità, mass media. Un'idea poco romantica. Ma efficace?
Tutte parole in fin dei conti superflue perchè, come dice te deve una rivoluzione propria, ad uso personale, per un benessero tutto mio. Ma come fare in un mare inquinato a vivere senza
pensare al tremendo destino a cui siamo condannati?
domenica, giugno 11, 2006,20:31
E' sul come che mi interrogo.