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"Le resistenze ci sono, è vero, però hanno radici culturali, non c'entra l'Islam, che invece predica il rispetto e la parità dei diritti. Senza il contributo delle donne, la nave araba naviga con le vele a mezz'albero. Nel Corano il Profeta garantisce l'uguaglianza. Khadja, la sua prima moglie, era una astuta donna d'affari, la sua confidente e consigliera. Si tratta di cambiare la società dall'interno. I tempi sono maturi, il progresso nel mondo arabo c'è e si vede".
"La nostra storia non è nata solo pochi anni fa. La storia che ha fatto grande l'Islam ha una ricca eredità di cultura, di scienza; reca un messaggio di convivenza, di pace, giustizia, progresso, rispetto dei diritti umani. E nessuno può ignorarlo. Ora una esigua minoranza di fanatici vuole prendere l'Islam in ostaggio, trascurando le convinzioni di oltre un miliardo di musulmani. Noi non possiamo permettere che ciò accada: non ci rappresenta e dobbiamo dichiararlo con voce forte e sonora".
Lei sta dicendo che il mondo islamico questa opera è pronta a farla?
"Noi ci battiamo per riaffermare l'essenza della fede. Per questo nel Messaggio di Amman sua maestà ha chiamato a raccolta le otto scuole di pensiero dell'intera comunità musulmana, concordi che si debba rifocalizzare la dottrina dell'Islam, porre fine alle fatwa, gli editti religiosi, emesse senza autorità, e condannare l'uccisione di civili innocenti. Questo è il contrario di quel che gli estremisti vogliono mostrare al mondo. Però anche in Occidente a volte c'è un grado d'inconsapevolezza".
"Quando tramonta la speranza, quando la sofferenza si approfondisce, e i mariti non possono mantenere la famiglia, i padri guardano i figli senza riuscire a sfamarli, le donne incinte sono costrette a percorrere chilometri a piedi per partorire in ospedale, alla fine sarà il mondo intero a pagarne il prezzo. Non si può voltare lo sguardo di fronte al dolore e all'ingiustizia, sfilarsi dall'impegno. Senza dimenticare sull'altro versante il timore degli israeliani per i propri figli, per gli attentati suicidi. Su questo terreno germina la rabbia e tracima le frontiere: alimenta l'estremismo, diffonde veleni attraverso la regione. Come vede, ogni prospettiva di pace in Medio Oriente passa attraverso la soluzione di questo problema centrale.
(La Repubblica)