giovedì, luglio 20, 2006,20:44
Ahiaiai...
Articolo completo su Repubblica.it
COME un marchio si imprime sulla pelle delle tre più importanti aziende di Internet la condanna di Amnesty International: Google, Yahoo! e Microsoft sono accusate di violare la dichiarazione universale dei diritti umani perché collaborano con la censura cinese. Hanno piegato la testa ai diktat del governo di Pechino, contribuendo a limitare la libertà degli utenti internet. Amnesty non ci gira intorno, lancia un'accusa molto esplicita: "Le tre aziende hanno violato i propri valori dichiarati", scrive in un rapporto pubblicato questa settimana, e l'hanno fatto - spiega l'organizzazione - per inseguire la miniera d'oro dell'internet cinese, adesso al boom.
La "fedina penale" delle tre aziende, quanto a violazione dei diritti umani, secondo Amnesty è lunga. Tra l'altro, Google ha acconsentito a filtrare i risultati del proprio motore di ricerca in Cina, adeguandosi alle richieste della censura. Microsoft ha chiuso un blog di un utente cinese su richiesta del governo. Più serio è il peccato di Yahoo!: ha aiutato la polizia a rintracciare il giornalista dissidente Shi Tao, permettendone la condanna a dieci anni di reclusione, nel 2005. Shi Tao era reo di avere divulgato al mondo via e-mail le direttive segrete del governo, che aveva ordinato a tutte le testate nazionali di non commemorare il quindicesimo anniversario della rivolta di Piazza Tiananmen.
La situazione è quindi forse prossima alla rottura, alla svolta: la denuncia di Amnesty potrebbe essere la goccia che fa traboccare un vaso dove già da tempo si accumulavano proteste contro le tre aziende e in particolare contro Yahoo!, che a giugno si è beccata una doppia accusa. Reporters Sans Frontiers l'ha eletta "censore numero uno". Non solo per la brutta vicenda di Shi Tao: la denuncia è di avere aiutato il governo a condannare altri dissidenti politici, quest'anno, e di avere il motore di ricerca più censurato (anche più di Google Cina). Negli stessi giorni, la Nation Union of Journalists (il sindacato che raccoglie giornalisti britannici e irlandesi) ha invocato il boicottaggio del motore di ricerca di Yahoo!, per l'aiuto offerto nel catturare i dissidenti.
COME un marchio si imprime sulla pelle delle tre più importanti aziende di Internet la condanna di Amnesty International: Google, Yahoo! e Microsoft sono accusate di violare la dichiarazione universale dei diritti umani perché collaborano con la censura cinese. Hanno piegato la testa ai diktat del governo di Pechino, contribuendo a limitare la libertà degli utenti internet. Amnesty non ci gira intorno, lancia un'accusa molto esplicita: "Le tre aziende hanno violato i propri valori dichiarati", scrive in un rapporto pubblicato questa settimana, e l'hanno fatto - spiega l'organizzazione - per inseguire la miniera d'oro dell'internet cinese, adesso al boom.
La "fedina penale" delle tre aziende, quanto a violazione dei diritti umani, secondo Amnesty è lunga. Tra l'altro, Google ha acconsentito a filtrare i risultati del proprio motore di ricerca in Cina, adeguandosi alle richieste della censura. Microsoft ha chiuso un blog di un utente cinese su richiesta del governo. Più serio è il peccato di Yahoo!: ha aiutato la polizia a rintracciare il giornalista dissidente Shi Tao, permettendone la condanna a dieci anni di reclusione, nel 2005. Shi Tao era reo di avere divulgato al mondo via e-mail le direttive segrete del governo, che aveva ordinato a tutte le testate nazionali di non commemorare il quindicesimo anniversario della rivolta di Piazza Tiananmen.
La situazione è quindi forse prossima alla rottura, alla svolta: la denuncia di Amnesty potrebbe essere la goccia che fa traboccare un vaso dove già da tempo si accumulavano proteste contro le tre aziende e in particolare contro Yahoo!, che a giugno si è beccata una doppia accusa. Reporters Sans Frontiers l'ha eletta "censore numero uno". Non solo per la brutta vicenda di Shi Tao: la denuncia è di avere aiutato il governo a condannare altri dissidenti politici, quest'anno, e di avere il motore di ricerca più censurato (anche più di Google Cina). Negli stessi giorni, la Nation Union of Journalists (il sindacato che raccoglie giornalisti britannici e irlandesi) ha invocato il boicottaggio del motore di ricerca di Yahoo!, per l'aiuto offerto nel catturare i dissidenti.
scritto da Andrea&Serena
3 Commenti:
-
Alle 20 luglio, 2006 21:41,
io uso google proprio quando non posso farne a meno , ma yahoo non mi è mai piaciuto e lo evito
dopo la denuncia di amnesty userò ancor meno sia google che microsoft
un saluto erica
abbiamo iniziato le danze della pioggia xchè se continua così brucerà tutto in giardino, senza acqua da giorni e con un caldo ecessivo... e cominceremo a scioglierci pure noi !!!!
le uniche che vivono benissimo sono le zanzare sempre più giganti e mordenti ..... -
Alle 12 agosto, 2006 13:51,
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