«Giuliano Ferrara riesce a metter su una puntata di 8 e mezzo, su eutanasia, testamento biologico e caso Welby, senza invitare, né interpellare, nessuno delle uniche due associazioni politiche favorevoli all'eutanasia [...] all'inizio della discussione questo tema veniva preso di petto proprio dal Cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Sanità, che nei giorni scorsi aveva definito l'eutanasia «una forma di assassinio». Ebbene, il Cardinale arriva subito al punto, spiegando che dobbiamo preliminarmente porci una domanda: «Chi è il padrone della vita? [il vocabolo usato è stato proprio "padrone"] Dio, lo Stato, o l'Individuo?». «Crediamo - aggiunge - che la sofferenza abbia un senso?» (fonte)
Ma passo per sciocco, arrogante e tirranico se dico che la domanda è del tutto reotorica, un modo per parlottare e perdere tempo. Se Ferrara avesse chiuso la puntata salutando e aggiungendo "si fa per parlare, tanto per perdere tempo", ok, ci sto. Divertendo. Argomenti affascinanti, discussioni alte ed interessanti.
Ma la puntata era serissima e voleva trovare una risposta ad una domanda che molti considerano reale. Reale? Ma è chiaramente una domanda fantascientifica, che ci proietta in mondi paralleli inesistenti!
Io non ho firmato alcun contratto con lo stato. E per questo non credo di essere una affittuario che alloggia in questa vita, gentilmente offertami dallo stato. Non solo non lo credo, ma sarebbe del tutto illegale dal punto di vista giuridico. Dove ho firmato? Quando? Sto in nero? Uso capione di vita pubblica? Quindi esclusa la prima ipotesi.
Ne rimangono due.
Proprietà di Dio? Dio padrone? Mi hanno insegnato che la vita è un dono di Dio. Su questo si puo' discutere. Ma supponendo l'esistenza di Dio la vita è chiaramente un dono. Ma i regali non si chiedono indietro. La vita è mia. Quindi il padrone sono io e nessun'altro. Dittatura papale. Ma dai, di cosa stiamo parlando?
Se questi sono gli argomenti sui quali chi non accetta l'eutanasia poggia la sua battaglia possiamo anche iniziare a votare un legge subito subito.