Nel 1994 furono ritrovati, quasi x caso, in uno sgabuzzino al pianterreno di Palazzo Cesi , sede della Procura generale militare di Roma, 695 fascicoli processuali sui crimini di guerra nazifascisti , eccidi , omicidi, saccheggi e delitti , commessi dalle truppe tedesche di occupazione , ma anche da collaborazionisti italiani e da reparti delle RSI…episodi noti o mai conosciuti , di cui si può leggere nel bellissimo libro Le stragi nascoste l’armadio della vergogna… di Massimo Franzinelli ed Mondadori, rimasti impuniti !!! …ma domani è il 7 settembre ed io vorrei parlarvi del mio cassetto personale dei ricordi …… il 7 settembre 1943 mio papà , che quel giorno compiva 21 anni , si imbarcava al porto di Bari , quel porto che io ho visto x la prima volta dal vivo due settimane fa, con una certa emozione in effetti , x tornare a Tirana in Albania , dove era in servizio da quasi due anni , dopo una licenza passata a casa in Val di Susa …
se c’è un destino già prestabilito non lo so , so però che il giorno dopo , l’8 settembre 1943 , con l’armistizio firmato da Badoglio , si ritrovò nel caos più completo di una fuga con altri commilitoni verso la Yugoslavia , unica possibilità di salvarsi la pelle…
Non ha quasi mai parlato di quello che gli successe , ma in un’occasione molto speciale , quando era già ormai anziano ed ammalato , accennò a questa fuga durata non più di 15 giorni …
Durante l’ultimo conflitto della ex Yugoslavia , quando gli albanesi mussulmani perseguitati dai serbi di Milosevic in Kossovo , se ben ricordo , fuggirono verso l’Albania , furono trasmesse delle immagini in TV e mio papà improvvisamente disse che quello era il passo Chafata , che lui aveva fatto al contrario mentre scappava nel settembre 43 x riuscire a raggiungere le truppe partigiane di Tito , unica salvezza , e x sfuggire i partigiani albanesi che cercavano i militari italiani x farli fuori …
Disse anche che non era cambiato nulla da allora e che lui purtroppo fu catturato dai tedeschi al Lago di Ocrida , in territorio yugoslavo , e messo sui carri bestiame , - quei carri bestiame famigerati di cui si legge sempre nelle testimonianze dei sopravvissuti , ebrei o italiani che siano … - x essere spedito in Polonia, nelle miniere …
In quel periodo era intanto sorta una vivace polemica xchè la Germania , che aveva deciso di pagare i danni ai deportati della guerra, non aveva riconosciuto i nostri militari IMI come lavoratori in Condizioni di Schiavitù o x Lavoro Forzato …
io iniziavo allora a navigare in internet e cominciai una accurata ricerca personale x poter compilare ugualmente la domanda x mio padre - domanda che fu naturalmente respinta da Ginevra e di cui conservo con cura la lettera in cui mi si dice che mio padre fu semplicemente prigioniero di guerra in campi di non sterminio !!! - , anche se , come disse chiaramente Gianrico Tedeschi , attore famoso di teatro ed ex ufficiale internato IMI , non avrei conservato quei soldi x me , xchè ancora grondavano del sangue di milioni di vittime … ma era una questione di pricipio e di giustizia !…
Passando attraverso i siti dell’Aned e dell’Anei arrivai a www.schiavi di hitler.it e poi a www.indennizzolavoratoriforzatinazismo.it e da lì a www.majoranaorg/progetti/shoah/tabella_campi htm
Trovai anche il sito dell’Istituto Storia Contemporanea Pier Amato Perretta di Como , il cui presidente , Ricciotti Lazzaro , che conoscevo x aver scritto un bellissimo libro sugli IMI, aveva inviato una toccante e importantissima lettera alla Germania …
“Cara Germania.... in un anno di lavoro durissimo abbiamo raccolto 12 mila nomi, memorie storiche e documentazione di sopravvissuti dei lager nazisti .... è gente al tramonto , che prima non aveva mai voluto parlare di quel martirio di 50 anni fa... è gente fuori dalla memoria collettiva, fuori dalla memoria dei governi , gente solo da cimitero ...non siamo mendicanti, non ci mettiamo in ginocchio davanti a te , Germania! non ci servono milioni , ma un rimborso simbolico di poche lire e un biglietto di scuse personale firmato dal tuo Presidente della Repubblica … ti diremo grazie e così lo faremo noi x loro , i 50 000 morti italiani rimasti nei lager, impiccati strangolati fucilati torturati bastonati bruciati vivi morti di fame e di malattie ridotti in cenere …
e quelli tornati , che come mio papà rifiutarono sempre di firmare in lager x aderire a Salò , con le cicatrici sul corpo e nell’animo ….
cicatrici dei bombardamenti alleati mentre erano chiusi in un vagone durante il trasporto da un lager all’altro alla fine del 44 o inizio 45 e cicatrici dei morsi di un cane SS , che andava a recuperare i prigionieri scappati dalle baracche mentre cadevano le bombe alleate sulle città vicine ai campi ….
e cicatrici di ciò che aveva visto e subito e di cui non parlò mai , cercando nel silenzio l’obblio e il desiderio di dimenticare x sempre , quegli incubi che x tutta la vita lo accompagnarono nei sogni notturni e negli ultimi mesi di vita , in cui diceva che non poteva allungare le gambe nel letto xchè non c’era spazio x dormire allungati nelle baracche di legno …
A quel punto andai a cercare in un cassettino del mio trumeau alcuni documenti che mio papà aveva riportato dalla prigionia e che erano rimasti lì x anni dimenticati …
i pochi pezzi di carta che erano la moneta del lager o che gli erano stati dati dai canadesi dopo la liberazione x tornare a casa , attraverso il Brennero
il passaporto rilasciato dai nazisti …
con quell’allucinante testimonianza di questa pagina , in cui si vede benissimo la data del 6 aprile 45 ( io sono nata il 6 aprile di 10 anni dopo ! ) , in cui gli si rinnovava il passaporto x il lavoro forzato nei campi x altri 2 anni ancora , e la firma del nazista incaricato !!!
- erano alle soglie di una disfatta completa e totale ma il meccanismo dei lager funzionava a meraviglia … -
(non sono riuscito ad aggiungere le immagini successive, ndr)
il pass degli alleati…
e i 5 o 6 biglietti - lettera che aveva ricevuto nei lager da mio nonna e mia zia fino al luglio 44 , con tutti i timbri e le scritte di spostamento da un sottoblocco all’altro …- in seguito fu spostato in continuazione nella Germania in rotta e non ricevette più posta , probabilmente … -
da questi pochi ricordi di quasi due anni di campi di lavoro e di alcune parole dette da mio padre su dove era stato , prima nelle miniere polacche della Slesia e poi in Germania , con le mie ricerche in internet, riuscii a trovare documenti estremamente interessanti …
un viaggio della memoria angosciante … soprattutto dopo aver constatato che alcuni luoghi da lui nominati erano legati a Gross Rosen ed a Flossemburg , che nella storia concentrazionaria hanno tanta morte e distruzione e tanta brutalità e sofferenza…
con mio papà non ho mai parlato di questa mia ricostruzione approssimata xchè era già ammalato gravemente, ma ho conservato tutti i suoi pochi documenti ed il lavoro di due mesi di ricerche approfondite in internet …
x non dimenticare !!! mai …
tanti auguri , papà , ovunque tu sia , con la speranza che almeno lì l’odio degli uomini non ci sia , nè la sofferenza e l’ angoscia di essere schiavi !!!