Come preventivato il post precedente non ha ricevuto nessun commento. Ci riproviamo con questo, riferito ai disordini francesi. Il titolo è chiaro: tanto a sinistra quanto a destra c'è bisogno di ridiscutere temi fondamentali, di mettere in discussione ogni pensiero, soprattutto l'idea ormai troppo solida del ruolo che lo stato ha nelle nostre vite. Siamo sicuri che il regime attuale è il più conveniente per tutti?
Quella che segue non è LA posizione. E' una posizione: da discutere, prendere con le molle, verificare. Tutte cose che in questa stanca Italia (ma almeno in questo non siamo soli al mondo...) son dimenticate.
Mathieu Lain: «la grande nurserie»
Come funziona questo grande asilo di cui i ragazzi delle università, che rifiutano ogni flessibilità del mercato del lavoro, sono gli allievi più giovani e chiassosi?
«È l’attuale sistema francese. Perché nel nostro paese si crede un po’ troppo che lo Stato può tutto. Qualsiasi problema si affaccia all’orizzonte, ci si chiede: che cosa fa il governo? Ci sono esempi infiniti e grotteschi come la ondata di caldo, la influenza aviaria, il contratto di lavoro, le OPA straniere eccetera. Gli uomini politici cavalcano questa tendenza, aumentano la paura e promettono soluzioni. Il governo ha promesso un piano anti-caldo, una cosa ridicola, diceva che sarebbero stati distribuiti vaporizzatori agli anziani! ».
Ma dove deborda lo Stato assistenziale?
«Mentre la maggior parte degli stati europei hanno compreso che bisogna ridurre la sfera statale e concedere sempre più fiducia a ciascuno degli individui, quello francese al contrario è uno Stato che ingrossa in continuazione, entra nelle nostre vite, ci sorveglia, ci dice persino: non devi ingrassare, non devi bere, non devi fumare ... una specie di campagna di buoni sentimenti che ci protegge in permanenza contro noi stessi. E questo è grave perché a forza di deresponsabilizzare l’individuo lo si infantilizza, lo si prende per un bebè. È la grande Nurserie che si regge sull’idea che la libertà è colpevole».
Ma oggi lo stato «nounou», non ha soldi, dice spesso no...
«Certo, lo Stato provvidenza che spende sempre di più è rimasto senza fondi, i politici si sono accorti che il sistema non può reggere. Purtroppo questa cultura dell’iperprotezione, dell’iperstatalismo cresce e mantiene i cittadini in una cultura della abdicazione. Per esempio i genitori si dicono: non devo educare i miei figli, tanto provvede lo Stato, gli allevatori si rassicurano: non è grave quanto accade tanto arriveranno le sovvenzioni se ci sono guai. C’è una paura del progresso e questo è davvero l’eccezione francese. Io che non sono un declinologo ma un ottimista premo per una società della responsabilità».
Male sue posizioni sono isolate.
«È vero, c’è una cultura dell’interventismo statalista che attraversa tutta la classe politica, da destra a sinistra fino alle estreme. C’è un fondo che è la antica ambizione di costruire una società perfetta e cambiare l’uomo. I liberali invece non vogliono cambiare l’uomo, lo vogliono lasciar agire e progredire e dargli la responsabilità. Ma non ci sono liberali in Francia.
Da La Stampa, 12 marzo 2006