giovedì, settembre 07, 2006,09:00
"L'unica prospettiva che resta è quella di adire la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo"
Torno ancora una volta a pubblicare un articolo sulla vicenda di Luigi Tosti. Il giudice, che combatte da tempo contro la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici, ha intenzione di adire la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Ma leggerete maggiori notizie nelle parole che seguono.

Sono perfettamente d'accordo sul fatto che non vi sarebbe alcuna necessità di fare considerazioni sugli aspetti criminali della storia di una religione (nella fattispecie quella cattolica): purtroppo questa necessità scaturisce dal fatto che i giudici dei Tribunali Amministrativi e del Consiglio di Stato, per poter "giustificare" la "legittimità" dell'esposizione del "solo" crocifisso negli uffici pubblici hanno scritto, nelle loro sentenze, che il Cattolicesimo, nonostante l'inquisizione, le torture, l'intolleranza, le crociate e via dicendo, esprime oggi i valori della civiltà, della tolleranza, dell'eguaglianza e, quindi, della "laicità", sicché il crocifisso è l'unico simbolo relgiioso che "merita" di essere esposto. Questa "motivazione" non ha nulla di "giuridico" e, oltre tutto, mistifica in modo intollerabile la Verità della Storia: è per questo solo motivo che mi sono sentito e mi sento autorizzato ad esporre, in modo puntuale ed analitico, tutti i gravi crimini di cui il cristianesimo si è macchiato in 2000 anni di storia. Va da sé. in ogni caso, che esistono infiniti simboli che meriterebbero di essere esposti perché più "degni" del crocifisso: le pareti dei luoghi pubblici, però, non dovrebbero essere destinate a tali esposizioni permanenti.
Per ciò che concerne la sentenza della Cassazione penale n. 439/2000 essa esiste e, a detta dei professori universitari che hanno affrontato il tema della legittimità dell'esposizione dei crocifissi, avrebbe già dovuto risolvere il problema in modo tombale e definitivo. Purtroppo, però, siamo in Italia: questo ha fatto sì che i Tribunali Amministrativi ed il Consiglio di Stato (che sono giudici che sono stati creati dallo Stato per dirimere le controversie dei cittadini contro lo Stato stesso e, quindi, della cui imparzialità è legittimo dubitare) hanno disatteso la sentenza della Cassazione, senza peraltro spendere una sola sillaba per giustificare le motivazioni di questo loro dissenso (e questo è, a mio, avviso, l'aspetto più sconcertante della vicenda).
L'unica prospettiva che resta è quella di adire la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, dal momento che il comportamento del Governo italiano, avallato dalle sentenze dei suoi giudici di parte, violano gli artt. 6 (imparzialità dei giudici), 9 (diritto di libertà religiosa) e 14 (divieto di discriminazioni religiose) della Convenzione sottoscritta dall'Italia sin dal 1955: ed è quello che intendo fare al più presto.
Grazie
Luigi Tosti

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scritto da Andrea&Serena



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