martedì, aprile 17, 2007,10:35
Interessante
E' interessante ciò che ha fatto notare la prof. Numerico sugli
adulti...gli "anagraficamente" adulti...quelli che nel '68,o nel'77 c'erano,e se lo ricordano com'era l'opposizione al sistema(la scritta sui muri dell'università del febbraio 1977 ne è certamente un esempio).

Io lo vedo dai miei genitori,che nel '68 avevano 20 anni e occupavano l'università e le case popolari, e oggi non sanno più bene come porsi alle nuove generazioni.

La generazione dei nostri padri (e al limite anche quella di voi professori,anche se forse siete più al di qua che al di là di tale limite) si è opposta violentemente al regime severo e autoritario dei loro padri, che non sono stati in grado di accogliere le proposte che i giovani (di allora) portavano, ed in questo modo hanno acceso e innalzato il livello dello scontro, portando i giovani a decostruire il sistema stesso.

Il problema con cui i giovani di allora,adulti di oggi,si trovano a dover fare i conti, è che alla decostruzione del sistema autoritario che li opprimeva,non sono stati in grado di sostituire o di accordare un nuovo sistema.

I valori autoritari sono stati pubblicamente condannati,ma nulla vi è stato sostituito.

Se non il valore generico di libertà.
Ma libertà da chi? da cosa? o di far cosa?
Si è creato un vuoto ed in questo vuoto ben si è inserito il mercato. Come nuovo valore. Il valore dell'edonismo.

Il patto tra le generazioni di cui tanto si parla, manca non/non solo per volere dei giovani di oggi. Ma anche perché i giovani di allora non sono in grado di proporsi ne in una veste autorevore (quindi degnia di rispetto obbligato), ne nella veste (che gli sarebbe più propria) di mentori e guide, che possano condurli ed aiutarli ad affrontare la vita.

Per questo forse i giovani d'oggi non si ribellano, perché non hanno nulla a cui ribellarsi.
E non riconoscendo alcun valore, si perdono nelle luci sfavillanti del mercato.

Ora ,a mio parere,le cose stanno di nuovo cambiando (anche se più lentamente di quanto si possa pensare). La Rete, con la sua pervasività, stà dando nuove possibilità ai ragazzi di farsi ascoltare; di farsi ascoltare su quello che hanno da dire, che a volte appare solo scherzo grottesco, ma rispecchia uno stato esistenziale dei ragazzi che da almeno 10 anni esiste, ma di cui prima nessuno si era curato.
I ragazzi (tra cui sono tentata di far rientrare anche noi) non hanno gli strumenti/conoscenze per farsi ascoltare,perché il mondo nelle sue relazioni si è rivoluzionato più e più volte negli ultimi 50 anni,e nessuno è stato in grado di insegniargli/ci come porsi davanti agli altri. Ognuno ha dovuto rifarsi al modello che più gli era vicino,la proria famiglia,qualche professore,o molto più spesso la televisione. Ora,con la rete,si stà formando un nuovo sistema di comunicazione e condivisione delle esperienze, che tramite una struttura a suo modo organizzata riconosce ad ognuno la stessa valenza espressiva. Questa forse è una delle grandi rivoluzioni della rete. A cui però sono gli adulti/genitori/professori a non essere preparati.

Ele D.

Prima puntata - Forse che no (A.Pe)
Seconda puntata - Qui l'unica 'Revolution' è il piano tariffario di Vodafone... (Domenico Fiormonte)
Terza puntata - Terza fase (A.Pe)
Quarta puntata - "Vale sempre la pena averla" (Teresa Numerico)
Quinta puntata - Interessante (Ele. D.)



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scritto da Andrea



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