Un po' di Nepal sotto la Tour Eiffel.
foto di Anuradha PaudeC'era stata inviata
questa lettera (
qui tradotta) da un gruppo di nepalesi in esilio a Parigi che ieri, domenica 26 Marzo, si sono riuniti per manifestare contro l'arrivo dell'Erede al Trono del Nepal, Mr.
Paras Shah, in viaggio privato in Francia.
Per maggiori informazioni potete leggere
qui (o più sotto) l'articolo di Paola Vallatta per L'Espresso on-line.
Segue qualche foto. Per le altre
contattatemi.
Nepal, arriva il principe nero di Paola Vallatta
Mentre in Nepal si continua a soffrire, sottomessi a un monarca-tiranno e testimoni di una guerriglia che dura ormai da dieci anni, sbarca in Europa il principe ereditario Paras Bir Bikram Shah Dev, nell'indifferenza generale. O quasi: la comunità nepalese in Francia, che conta un migliaio di persone, ha infatti deciso di indire una manifestazione per il 26 marzo alle 15 al Trocadero, a Parigi, proprio per protestare contro la visita, sia pur privata, di Paras Shah. Ufficialmente il principe è venuto in Europa per consegnare due cuccioli di rinoceronte, "un regalo al Presidente dell'Austria e al popolo austriaco" come riportano le agenzie nepalesi, destinati probabilmente allo zoo di Schönbrunn, e la scappata europea del principe ereditario prevede che arrivi a Parigi precisamente il 26 marzo. Secondo gli organizzatori della manifestazione "viene a cercare di acquistare armi in Europa per un esercito (quello reale, cioè l'esercito nepalese, n.d.r.), che è ormai quasi una milizia privata" e, al tempo stesso "in cerca di riconoscimento internazionale e di legittimità per una famiglia (sempre quella reale, n.d.r.) che agli occhi dei nepalesi non ne ha alcuna". Il monito è rivolto ai francesi: "Se ricevete questo principe, anche in visita privata, sappiate che in Nepal, la propaganda dirà che ha il sostegno dei paesi europei". Paras Shah, si sarà intuito, è estremamente impopolare in Nepal: se il padre è un tiranno che, dal 1° febbraio 2001, si è arrogato il potere assoluto, a capo di un governo fantoccio in uno Stato senza più alcun Parlamento, il principe ereditario ha fama di essere un individuo violento, dedito all'alcol e alla droga. Al figlio di re Gyanendra, si rimproverano, tra le altre nefandezze, almeno due omicidi. Avrebbe infatti travolto con un fuoristrada un celebre cantante nepalese, Praveen Gurung, apparentemente soltanto perché si era rifiutato di cantare per lui, e fatto fuori un tassista, Sanubhai Dangol, che si sarebbe rifiutato di far salire sul suo taxi il principe evidentemente ubriaco. Nei giorni che seguirono l'omicidio di Gurung i giornali scrissero articoli di fuoco contro Paras Shah, vi furono manifestazioni di protesta in tutto il Paese e interrogazioni parlamentari e furono raccolte decine di migliaia di firme per chiedere all'allora re Birendra, zio del ragazzo, che il principe venisse giudicato. Naturalmente fu impossibile raccogliere prove documentali e Birendra si limitò a vietare al nipote l'uso delle automobili. Gli organizzatori della manifestazione del 26 marzo non hanno dubbi: "vorremmo si sapesse almeno questo: in Francia quest'uomo sarebbe in carcere". Un'altra ombra nera pesa sulle spalle del principe ereditario: Paras Shah si trovava a Palazzo Reale il 1° giugno 2001, quando l'intera famiglia dell'allora monarca Birendra, 19 persone, venne sterminata in circostanze tuttora oscure e fu tra i pochi presenti a sopravvivere alla strage. Subito dopo il massacro della famiglia reale, il fratello minore del re, Gyanendra Shah, è salito al trono. E, anche in questo caso, non ci fu una vera e propria inchiesta sui fatti. Prima venne accusato della strage Dipendra, figlio di Birendra, poi si disse che si era trattato di un incidente: l'esplosione di un fucile durante una cena. In seguito, precisamente il 26 ottobre 2001, Gyanendra designò Paras Shah quale suo successore, "contro la volontà dei nepalesi che ben conoscono le malversazioni di cui Paras Shah è capace" precisa uno degli organizzatori. Quasi superfluo aggiungere che la vox populi, al completo, dai guerriglieri maoisti agli intellettuali passando per il popolo minuto, ritiene che dietro questo dramma shakespeariano ci sia l'attuale famiglia reale. Ma, come si può ben immaginare, l'impunità è totale. L'unica sorta di condanna internazionale nei confronti del principe ereditario, oggi trentaquattrenne, risale al 2002, quando Reporters sans frontières protesta all'annuncio di una decorazione, quella di miglior poliziotto dell'anno, consegnata da Paras Shah all'ufficiale Bikram Singh Thapa, coinvolto nella morte sotto tortura di Krishna Sen, direttore della pubblicazione filomaoista Janadesh. Il segretario di Reporters sans Frontières, Robert Ménard, dichiarava allora: "Questi onori resi a un torturatore sono ributtanti. Come si può sperare che sia resa giustizia se le autorità del Paese trattano con un tale disprezzo i diritti umani? L'impunità e le violenze della polizia sono diventate una vera istituzione di Stato". E la situazione, da allora, non sembra migliorata. Come si legge, per esempio, in un documento del 7 marzo scorso della Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni unite: "I difensori dei diritti umani sono sempre più presi di mira dal governo del Nepal nel tentativo di reprimere l'opposizione. Qualsiasi critica e attività contro il monarca assoluto è stata dichiarata illegale. Il che significa che qualsiasi attività che si ponga contro il potere assoluto o i clamorosi ed eccessivi abusi sui diritti umani permessi sotto l'attuale regime è un crimine. Coloro che continuano a difendere i diritti umani e la libertà d'espressione in Nepal devono affrontare la minaccia reale di una detenzione arbitraria. Che comporta il rischio di atti violenti, tortura, morte in prigione e sparizioni forzate, tutte cose sistematicamente diffuse in Nepal".