Ma non sarà un post di ringraziamenti: affatto. Segue ora la risposta di una ragazza alla lettera -pubblicata da Beppe Grillo e da noi ripresa nel lontano Novembre- di padre Alessandro Santoro. Una lettera bella e, dal nostro punto di vista, altamente condivisibile. Non da tutti evidentemente da quanto segue...
P.S. Praticamente Square non ha parlato di elezioni. Ora -grazie a Dio- sono finite. Non l'abbiamo fatto perchè ci sembrava scontato e di cattivo gusto. C'era da scegliere tra due mali, tra due modi di fare politica che non sono mai stati attuali, tra due programmi vecchi, neanche lontanamente progressisti. E, ahimè, neanche conservatori. Nè carne nè pesce: che nessuno esulti: sarà ancora la solita Italia. Citando Moretti: chi voleva sapere sa. All'85% degli elettori tutto va bene così, altrimenti avrebbero scelto il divano di casa. Un "in bocca al lupo" alla Rosa nel pugno, l'unica forza in campo vagamente diversa. Io il mio voto lo tengo per momenti migliori...
Fa che questo papa #2
Ma su, a chi interessa davvero cosa fa il Papa, se non è quello che faremmo noi? A chi interessa seguire dei principi religiosi, se limitano la libertà dei propri comodi? A chi interessa leggere i Vangeli, se non per smontare il Cristianesimo? A chi interessa avere un Papa compagno di viaggio, se quel viaggio non ha come destinazione l’unione tra religione e XXI secolo?
Si parla di un Cristianesimo che non può e non deve essere, perché seguire un Cristianesimo che giustifichi tanti dei comportamenti di oggi sarebbe una sfida che non varrebbe la pena tentare. Lo diceva Pascal, tanto per citarne uno: non si sa se è vero che esista un Dio pronto a regalare una vita eterna dopo la morte, ma vale la pena scommettere su di Lui; male che vada, se questo generoso “signore” non dovesse esistere, almeno si sarebbe vissuta una vita “sana”. Però se tanto si sceglie di seguire solo la proprio testa (e non dico che sia per forza sbagliato), allora tanto vale lasciare il Cristianesimo, il Papa, il Vangelo e i francescani a tutti quelli che non considerano la Bibbia solo come un libro storico più o meno ai livelli del Corano. Trovo ipocrita giudicare cose che non rientrano nei propri interessi, e trovo inutile mettere la razionalità dove non c’è nulla che sia possibile razionalizzare. Non parlo da cristiana prevenuta, né da cristiana convinta, né da cristiana convinta; parlo come una comune persona che a 21 anni ha vissuto (e fortunatamente) qualche esperienza che le ha fatto pensare “FORSE NE VALE LA PENA”. E la figura del Papa che ho visto in questi suoi primi mesi da capo della Chiesa è la figura di un uomo comune che si trova ancora all’ombra del suo grande predecessore, cioè di quello che è stato capace di guadagnarsi un posticino nel cuore di molti credenti e non. Non dev’essere facile non deludere le aspettative del mondo senza cadere nell’imitazione di quanto già detto e già fatto, mettendo d’accordo tutte le varie sfumature che vanno dai progressisti agli ultra-conservatori, venendo da un Paese con un passato politico così discutibile.
Tra le esperienze a cui prima mi riferivo mi viene in mente quella che nasce dalla follia di partire munita di zainetto e lasciando a casa il ricordo di ogni confort: la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia 2005. Premessa che mi veniva ripetuta ogni 100 m di strada: “Questa non è una vacanza”. Inutile descrivere quindi l’allegria iniziale… Poi piano piano incontri con ragazzi di tutto il mondo, vecchine fuori dalla classica chiesetta tra la nebbia che pur non parlando una sola parola di italiano (e noi non una di tedesco) erano felicissime di farti ingozzare con le loro torte fatte in casa (non fatemi ripensare a quella al limone…), le attese qua e là per mangiare seduti per terra che faceva molto barboni itineranti, e poi i vari discorsi di quel Papa che “qualcuno” definisce di una qualche strana pasta (licenza poetica): frasi che nella loro semplicità uno con orecchie pronte ad ascoltare si porta dietro, che per chi vuole capire sono di incoraggiamento, che uniscono perché pronunciate appunto per giovani di tutto il mondo.
Spesso penso al cristianesimo come al latino: ormai un ramo secco. Poi mi ritrovo sul Reno ad aspettare il passaggio del Papa (sul battello, tranquilli, ancora niente miracolo :-) insieme a bandiere svolazzanti di nazioni di cui nemmeno conoscevo l’esistenza (sempre stata ignorante in geografia), giocando a ruba-bandiera (21 anni e non sentirli!) insieme a Jane e Kate from Usa… E poi lui che parla, e tra quelle frasi in inglese o in spagnolo arriva quella in italiano che sembra detta proprio per te, che risponde alle tue domande e che descrive le tue emozioni. Neanche te ne accorgi (se non per il fatto che non ne puoi più di mangiare wurstel o salame che sa di wurstel, o pesce al sugo che sa di wurstel...) e la settimana è finita: manca solo la veglia con il Papa, tutto un grande prato di km e km intorno al suo palco, dentro a sacchi a pelo mai troppo caldi per l’umidità che c’è e sotto ai famosi teli blu che fanno sempre più barbone. Appena cala il Sole, davanti a noi lo spettacolo che non ti aspetti: migliaia di luci intorno a te, distese di persone come te. Da tutte le parti. Da tutto il mondo. Tutti giovani. E allora ti rendi conto che la religione non è solo precetti, non è per forza noia e soprattutto non è legata solo al capo della Chiesa. Tutti quei giovani non erano là per l’uomo Ratzinger, ma anche grazie a lui non sono rimasti delusi.
Poi aggiungo: si può credere o meno, non giudico chi non la pensa come me anche se molti di loro fanno il contrario. Né pretendo di pensare che un raccontino possa insinuare dubbi nelle altrui convinzioni. Però parlo per tutti quei giovani, non per eroismo ma perché c’è tutta una realtà che vi assicuro, non è poi così stupida o malvagia…