sabato, aprile 01, 2006,12:25
la sentenza Arrigoni
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“ Gli otto giorni di prigionia per i tre volontari pacifisti fermati all’aeroporto di Tel Aviv” ha dichiarato Vanessa, “ si sono conclusi stamattina con la deportazione dei tre all’alba. Il volontario italiano Vittorio Arrigoni, è stato imbarcato sul volo per Praga dove aveva fatto scalo con il volo di andata e dove dovrà cercare un altro volo per Milano. Ieri i tre volontari sono stati ammanettati e trasportati in tribunale dove hanno potuto assistere all’atteso giudizio sul decreto di espulsione. L’intero procedimento si è svolto in lingua ebraica senza la possibilità di avere in aula un traduttore ed il documento consegnato dal giudice con le motivazioni della sentenza è stato redatto anch’esso soltanto in ebraico. Si è trattato di procedimento amministrativo senza possibilità di contraddittorio in cui la corte distrettuale di Tel Aviv, presieduta dal giudice Mudrik, ha respinto la richiesta di annullamento del decreto di espulsione presentata dall’avvocato di parte, prolungando fino alle ore 16 di oggi la sospensione del decreto stesso, per permettere ai volontari di decidere se presentare appello alla Suprema Corte. I tre pacifisti si sono consultati con l’avvocato Gaby Lasky per il ricorso in appello, consapevoli del fatto che una scelta in questa direzione avrebbe prolungato anche i tempi di prigionia. L’udienza si è svolta a porte aperte, era presente l’ambasciata italiana nella persona del Console Andrea De Felip e la RAI con un inviato italiano. Vittorio Arrigoni ha rilasciato un’intervista alla televisione commentando le due motivazioni principali della sentenza. Il tribunale ha infatti motivato sulla base delle informazioni fornite dai servizi segreti internazionali, specificando anche quelli italiani, secondo i quali due volontari pacifisti farebbero parte di gruppi “radicali anarchici” e tutti e tre i volontari avrebbero partecipato a manifestazioni violente nello stato di Israele. Vittorio Arrigoni ha sostenuto di non appartenere né in Italia né altrove a nessun gruppo “anarchico radicale” e di non aver partecipato né organizzato manifestazioni violente nello stato di Israele. Arrigoni ha poi sottolineato di essere un volontario pacifista di non aver mai usato durante il suo operato né armi né accessori militari. Ha inoltre dichiarato alla televisione che era sua intenzione partecipare alla conferenza sulla pace iniziata proprio oggi a Betlemme, una conferenza la cui finalità di pace è rivolta sia alla Palestina che Israele, senza schieramenti di parte. Vittorio Arrigoni si augura che lo Stato di Israele elimini questa discriminazione verso l’ingresso di attivisti pacifisti e che i governi internazionali nei rapporti diplomatici spostino l’attenzione più sul problema del rispetto dei diritti umani che non sulle strategie militari da adottare”.
scritto da Andrea&Serena



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