venerdì, dicembre 15, 2006,16:05
Quinta.
Marco: come puo' uno stato morire solo perché a tutti concede gli stessi diritti? Non accetto questa tua visione di stato, non la credo aderente alla realtà.
Non conosco così bene la situazione olandese, ma non mi sembra che viga un non-stato o l'anarchia solo perché si è scelto di non appoggiare nessun sistema di valori. Perché sia chiaro: non chiedo alla legge di obbligare tutti all'omosessualità e all'eutanasia. Chiedo solo di lasciarci liberi di scegliere, e di lasciarci, nelle nostre scelte, dotati di pieni diritti.
No, ovvio: i diritti non sono un monolito inscalfibile. Ma mi risulta così complesso paragonare la situazione di un criminale a quella di un gay.
"Non possiamo prendere decisioni sulla base dei nostri principi. Badiamo ai fatti."
La mia frase, credo, sta in piedi benissimo. Di fronte al dubbio, a cosa è meglio affidarci? Alle nostre convinzioni? Bè, sono molte, spesso conflittuali. A chi dare retta? E allora affidiamoci alla pratica, ai dati empirici. Se un nero fosse stato veramente un essere inferiore, avrebbe certo mantenuto i suoi diritti fondamentali di essere vivente. Ma probabilmente sarebbe stato paragonato ad una persona incapace di intendere e di volere, e gli sarebbero state impedite molte azioni comuni. Se questa loro inferiorità fosse stata un'evidenza, un fatto dimostrabile empiricamente, mille convincimenti egualitari sarebbero stati inutili: perché avremmo dovuto scontrarci con una realtà fatta di milioni di persone, persino pericolose per gli altri.
Ora, per sentirci in diritto di togliere a migliaia e migliaia di coppie il diritto ad allevare un figlio, allo stesso modo chiedo di fondare le nostre leggi sull'evidenza dei fatti, e non su supposizioni.
E poi quale sarebbe il pericolo che questi bambini correrebbero? Riceverebbero un'educazione inadatta? Sarebbero pessimi adulti solo perché gay? Bene, è palese allora che il nostro stato si regge, tutt'oggi, dopo secoli di storia, sulla discriminazione. E ci sembra normale. Proprio come secoli fa ci sarebbe sembrata normale la schiavitù di gente ignorante ed arretrata. O come ci sembrava scontato relegare la donna a posizioni subordinate.

Ma un uomo che ne ha abbastanza di questa vita, e che proprio non ce la fa più, che colpa ha? E' persino eterosessuale magari!

P.S. scusa per la scelta errata della parola. Effettivamente fornicare c'entrava proprio nulla.
P.P.S. mille grazie per aver risposto alle mie domande sui testi sacri. Non mi sembra però che mai la bibbia escluda l'omosessualità dal disegno divino.

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scritto da Andrea&Serena



4 Commenti:


  • Alle 15 dicembre, 2006 16:25, Blogger Tottoi

    l'anarchia non è l'inferno!

  • Alle 15 dicembre, 2006 21:45, Anonymous Anonimo

    l'anarchia se usata con intelligenza è il paradiso!!!
    io ogni tanto divento ... anarchica
    quando mi fan girare le scatole , anche sul lavoro, penso sempre che un po' di anarchia sarebbe utile
    invece di una bomba x far saltare qualcuno, userei i piedi e darei un bel calcione a qualcuno!!!!

  • Alle 16 dicembre, 2006 18:40, Blogger Eleonora

    ho letto adesso tutti questi post e commenti su quelle due famose frasi, e vorrei dire la mia.

    In linea di principio sono daccordo con Andrea, lo Stato non può decidere in ambiti personali come la sessualità e l'autodeterminazione alla vita, però deve normare questi ambiti. Deve, basandosi sui diritti che lo fondano,creare uno status normativo in cui vengano rispettate tutte le libertà individuali senza alcuna discriminazione.

    Un uomo che convive con una donna (ma che non ha mai voluto sposare perché magari aveva già 1 o + matrimoni falliti alle spalle o che so io) si ammala ed è ricoverato in trapia intensiva.
    I figli che magari non lo vedevano da anni possono andarlo a trovare, ma la donna con cui nel bene e nel mal ha condiviso momenti importanti non può.
    Penso che su questo siamo tutti d'accordo. Ci sono dei diritti che vanno riconosciuti ad una coppia. Anche se non ha mai voluto formare una famiglia stabile ed effettiva sotto il segno del matrimonio.

    Bene, riprendiamo la storia di prima. Se invece di un uomo e una donna si trattasse di due uomini o di due donne. Sarebbe ovviamente uguale.

    Io non credo che le coppie di fatto vadano considerate come famiglie. Se si vuole coscientemente creare una famiglia c'è il matrimonio. Ma al di là della famiglia ci sono dei valori della persona e della coppia che vanno tutelati e rispettati. E a questo servirebbe un riconoscimento delle coppie di fatto.
    E credo che sia questa la direzione in cui bene o male il nostro paese si stà avviando.

    Le coppie gay avrebbero così tutti i diritti di una coppia convivente e non sposta.
    Ora, io non vedo nulla di male in un matrimonio gay vero e proprio. Per il semplice fatto che io non vedo la famiglia come un'istituzione fondata sulla procreazione, ma come fondata sull'amore! E quindi non vedo nessuna differenza.

    Altro conto è l'adozione.
    Su questo sono molto incerta e combattuta. Il fatto è che questa questione no va affronata dal puno di vista del diritto di qualcuno ad avere figli, ma dalla parte della tutela dei diritti del bambino.
    Non credo che gli faccia "male" crescere con uno, due o più gay intorno, questo non penso c'entri molto, ma penso che un bambino abbia bisognio di due figure accano, due figure diverse (un uomo e una donna) che trasmettono per loro natura aspetti diversi dell'agire umano.
    D'altra parte, forse, qualunque famiglia è meglio di un orfanotrofio...non sò.

    Per quanto riguarda l'eutanasia rivendico anch'io il sacrosanto diritto a suicidarmi, se ne avessi voglia.
    Non vedo perché lo Stato debba costringere qualcuno a soffrire per non farlo morire.

    Il delirio dio onnipotenza dell'uomo che dicevi tu marco, è proprio questo. Accanirsi per far restare in vita qualcuno che non lo desidera.
    L'essere umano è l'unico animale che non riesce ad accettare una delle cose più naturali della vita: la morte.
    Ci siamo ingegniati in ogni modo per evitarla, ma essa è per sua natura inevitabile.

    La frase di fini suona così assurda...se la vita non è nelle nostre mani,ma in quelle di Dio presumo,e Dio la stà evidentemente chiamando a se con tanta forza, perché ci accaniamo tanto invece di staccare la spina e lascire fare a Dio?!

    Non so se qui da noi esiste qualcosa come in america, una dichiarazione che non si vuol'essere rianimati...dovrei informarmi...

  • Alle 18 dicembre, 2006 21:30, Anonymous Anonimo

    da noi non c'è purtroppo ancora una legge come quella americana...
    tutto dipende dai medici
    rcordo tre anni fa quando mio papà era ormai in precoma l'insistenza dei medici a mandarlo dall'ospedale al centro anziani dove c'erano delle stanze apposite
    alla fine mia mamma ed io abbiamo ottenuto di portarlo a casa, con l'assistenza domiciliare, ma che fatica !!!
    e nelle due settimane precedenti lo avevano salvato 3 volte dopo attacchi di cuore ...
    a quell'età e in quelle condizioni gravi, ormai senza speranaza e tanta sofferenza, anche il massaggio cardiaco x recuperarlo era un eccesso ...
    si va spesso da un'esagerazione all'altra: o si lasciano morire persone che dovrebbero vivere o si fa di tutto x tenere in vita persone che desiderano solo morire in santa pace e senza più tanto dolore e sofferenza...

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