Però vorrei proporre una lettura diversa.
Non c'è dubbio che tu sia libero di ritenere persino aberranti le unioni omosessuali. Ma non è questo il punto, anche se è su questo che vorrei un secondo soffermarmi.
Siamo sicuri che stiamo parlando di mutazioni genetiche, di una pericolosa malattia, di una situazione contro natura? Non riesco ad esserne convinto. Con la profonda fiducia che tendo a nutrire nelle leggi naturali, penso anzi che probabilmente l'omosessualità sia perfettamente prevista. E poi, colma la mia ignoranza, in quale libro del testo sacro il disegno divino bolla come aberranti e non previste tali unioni?
E permettimi di aggiungere, infine, che sempre di più, tra gli animali, si riscontra questa condizione "innaturale". E dunque mi domando: è naturale ciò che la natura crea o è naturale ciò che l'uomo decide esserlo, in preda com'è alla sua mania di onnipotenza?
Dicevo, però, che il punto di vista dal quale osservo l'argomento è completamente diverso. Non mi interessa troppo decidere da che parte stare. Non mi interessa decidere di non leggere Penna e Pasolini perchè omosessuali. Mi interessa sapere ciò che pensano e scrivono. Per questo mi chiedo: è giusto che lo stato prenda decisioni aprioristiche, sulla base di tendenze sessuali?
Non ne sono affatto convinto, e basterebbe appellarmi alla costituzione, immagino, per chiudere il discorso:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.Ma la costituzione lascia il tempo che trova, ahimè o per fortuna.
Il nostro è un mondo di costruzioni illusorie ed arbitrarie, di istituzioni artificiali. Lo stato non è opera della natura o di Dio. Le leggi su cui si fonda non lo sono. E non c'è nulla che ci sia proibito in natura. Parliamoci chiaro: chi ha deciso che Hitler era "cattivo"? E perchè? L'abbiamo deciso noi, condotti dai nostri sentimenti e dalla nostra innata tendenza alla conservazione della specie. Ma avremmo potuto optare per l'esatto opposto, trucidare gli ebrei e nessuno avrebbe potuto aprire bocca: perchè nessuno puo' aprire bocca se non noi.
Allo stesso modo potremmo ipotizzare che no, i neri non possono avere i nostri stessi diritti, e perchè mai? E i gay poi? Dio mio, non possono procreare e, diciamolo, a pensarli in certi atteggiamenti ci viene anche un po' di pelle d'oca.
Ma puo' lo stato pensare di queste cose? O dovrebbe piuttosto far sì che ogni cittadino possa compiere e subire ciò che qualsiasi altro cittadino ha già subito o compiuto?
Lo stato siamo noi. Lo stato è ciò che noi costruiamo partendo da un'idea e dunque imponiamo.
Siamo noi. Noi chi? Io, te e tutti gli eterosessuali? Bene, allora cerchiamo di chiarirla bene questa cosa, senza ipocrisie e leggi non dette. Con la chiarezza tutti i gay potrebbero decidere di espatriare, andarsene altrove e creare un proprio stato. Vien da sé che anche io cercherei una sistemazione migliore: mai starei in uno stato anti-liberale, incapace di dare a tutti gli stessi diritti.
Quanto dici è chiaro: "Un diritto è riconosciuto laddove ci siano dei presupposti. Io per esempio non godo in Italia dello status di rifugiato politico, e quindi non mi vedo riconosciuti queri diritti".
Ma possibile che la tua chiesa, fondata sulla parola di Cristo affermi quanto dici? Che parafrasato suona: un gay non può avere i miei diritti perché non fornica con una donna, e dunque non procrea.
Ma quindi -e so che è una domanda trita e ritrita: le coppie sterili devono subire un declassamento nella scala dei diritti? Se no: perché?
Per le adozioni poi, forse basterebbe un po' di ricerca empirica sulla prole allevata dalle coppie gay in America. Non possiamo prendere decisioni sulla base dei nostri principi. Badiamo ai fatti.
Rimango del parere che i fattori capaci di influire sulla crescita di un bambino sono talmente tanti -e primo fra tutti l'Amore- che forse ciò che i genitori fanno al letto è quasi ininfluente. Ma non aggiungo altro, perché non sapendo preferisco tacere.
"È difficile da mandare giù che lo stato sposi un universo di valori anziché un altro." Difficile, talvolta, è vero. Molto più facile se lo stato optasse per rimanere single: di non decidere per tutti, ma lasciare tutti liberi. Non sto chiedendo di legalizzare un omicidio, credo.
P.S. "Per questo possiamo passare giorni interi a discuterne, ma rimarremo sempre abbarbicati ciascuno vicino ai suoi principi."
Bene: passiamoli questi giorni interi!
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