venerdì, febbraio 29, 2008,15:57
Vergognoso silenzio dell'Onu su uccisioni di civili in Darfur
(New York, 27 febbraio 2008) "Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe intraprendere un'azione decisiva nei confronti del Sudan per i recenti attentati. Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe denunciare con forza il governo sudanese sul recente bombardamento di civili e villaggi del Darfur occidentale ed imporre sanzioni mirate ai responsabili" lo ha scritto in una lettera Human Rights Watch.

L''Human Rights Watch ha avvertito che l'inazione del Consiglio ha dato al Sudan una luce verde per continuare ad attaccare obiettivi civili, violando il diritto internazionale e le risoluzioni dello stesso Consiglio.

"Gli attentati recenti del governo sudanese ci riportano ai giorni più bui del conflitto", ha detto Georgette Gagnon, direttore di Africa, Human Rights Watch,. "Il Consiglio di Sicurezza non dovrebbe fare alcuna pausa come se si trattasse di una questione di consueta ordinarietà".

Dal 8 febbraio 2008, le truppe del governo sudanese e le milizie "Janjaweed" appoggiato da elicotteri gunships e bombardieri Antonov hanno effettuato una serie di attacchi uccidendo centinaia di civili. Decine di migliaia di persone sono state sfollate dai bombardamenti continui, che stanno anche impedendo all'assistenza umanitaria di raggiungere alcune delle zone più colpite per la prevenzione salva-vita.
Gli attacchi sono solo l'ultima manifestazione della negligenza e disprezzo del Sudan per le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale, nessuna delle quali ha provocato una forte reazione da parte del Consiglio di Sicurezza. Questi includono per il Sudan, la ripetuta violazione di embargo sulle armi delle Nazioni Unite, la mancata attuazione di sanzioni delle Nazioni Unite, e l'ostruzione del mantenimento della pace "Questi orribili attacchi sui civili mostra la consapevolezza del Khartoum che non ci saranno conseguenze reali per le sue azioni", ha detto Gagnon. "E 'il momento per il Consiglio di Sicurezza a dimostrare che hanno torto."
Human Rights Watch ha invitato il Consiglio di Sicurezza a rilasciare una dichiarazione della presidenza di condanna del Sudan alle violazioni del diritto internazionale umanitario in West Darfur, la nomina del capo Musa Hilal di Janjaweed a 'consigliere presidenziale,' e il suo rifiuto di collaborare con la Corte criminale internazionale . Il Consiglio dovrebbe anche inviare un gruppo di esperti delle Nazioni Unite per indagare immediatamente gli attacchi in West Darfur, e dovrebbe imporre sanzioni mirate sui responsabili.

(Trad. Giulia Fresca da http://hrw.org/ e da http://english.aljazeera.net/ )

Etichette:

martedì, gennaio 15, 2008,11:54
Lo stupro come arma: il Darfur è anche questo.
"I could hear the women crying for help, but there was no one to help them.”

Dal 2003, inizio del conflitto in Darfur, migliaia di donne e bambine sopra gli otto anni sono state stuprate e ridotte a schiave sessuali dai miliziani janjaweed. Gli attacchi avvengono spesso mentre le donne si allontanano dai campi profughi, per le normali attività di ogni giorno, e gli stupratori sono quasi sempre in gruppo. Di ritorno al campo, le donne vengono rinnegate dalle loro stesse famiglie.
Lo scopo dei janjaweed, con la complicità delle forze regolari sudanesi, è infatti umiliare, punire, controllare, e terrorizzare la comunità da cui provengono. Lo stupro diventa così un'arma e porta, oltre al trauma in sè, le mutilazioni genitali, le ferite, l'alto rischio di contrarre e diffondere l'AIDS e altre malattie sessuali.
Refugees International ha ora rilasciato "Laws Without Justice", un dossier sull'accesso ai servizi legali delle vittime di stupro in Sudan: ne emerge un quadro dalle tinte fosche, in cui le donne sono vittime due volte.
Un chiaro esempio è il rischio, per la donna che denuncia le violenze ma che non riesca a provarle, di essere accusata di "zina", adulterio: la pena è morte per lapidazione per le donne sposate o centinaia di frustate per chi non lo sia.
Anche il ricorso alle cure mediche fornite dalla ONG presenti in Darfur risulta difficile e rischioso. Le ONG sottostanno alle rigide regole del Governo per continuare a operare nel terriorio, nonostante intimidazioni e attacchi, e perdono così molta della fiducia delle vittime, costrette spesso a compilare un modulo di denuncia che le espone ai rischi della giustizia sudanese.
Queste sono solo due delle conclusioni a cui sono giunte le analisi della Refugees International. Il resto lo trovate qui.

Link:
"Darfur Advocacy Agenda": come fermare la violenza sessuale in Darfur

Etichette:

martedì, settembre 18, 2007,10:08
Globa Day for Darfur - 16/9/07
Galleria fotografica. Work in progress.

Etichette:

domenica, settembre 16, 2007,15:34
Darfur Day - Roma 16 settembre 2007.
mercoledì, settembre 12, 2007,10:59
Darfur Day - Roma 16 settembre 2007

ore 10: Marcia dei rifugiati con la torcia olimpica. Presenti Monica Guerritore, Toni Capuozzo, Tiziana Ferrario;
ore11: mostra fotografica e proiezione video reportage dal Darfur, interventi di associazioni, ospite Presidente Commissione Esteri della Camera U. Ranieri
0re 13: concerto dei Marcosbanda (jazz funk rock), vincitori premio “Voci per la Libertà” 2007

All’iniziativa, promossa da Italians for Darfur, hanno aderito il Comune di Roma, l’associazione Articolo21, la sezione italiana di Amnesty International, Nessuno tocchi Caino, la Comunità Ebraica, l’Ugei e l’associazione “Voci per la libertà”.

Globe for Darfur
Italian Blogs for Darfur

Etichette:

domenica, settembre 09, 2007,20:43
Giornata mondiale per il Darfur
Immagina. Anche se non sarà mai come averlo vissuto.

Immagina.

Nel deserto, la notte, ti svegliano: attaccano il tuo villaggio. Lì hai lasciato i tuoi figli, tua moglie, la tua storia. Bruciano la tua casa. Stuprano tua moglie. Armano tuo figlio. Cancellano la tua storia.

Sparano.
Non bastano le urla terrorizzate dei bambini, l’odore acre di feci e urine liberate dalla paura e del sangue che impasta la terra, il rumore – tanto rumore- di passi, spari, crolli, legna e carne che brucia, niente ferma la mano dei boia.

Corri.
Ti rendi subito conto –forse è solo istinto – che le parole hanno un senso solo se ascoltate.
Allora imbracci il bastone, come fosse un fucile. Corri, con la speranza di poter ancora salvare tua moglie, tuo figlio, non importa la storia. E preghi.
Ma sei lontano, stringi il tuo bastone.
I janjaweed corrono già verso un altro villaggio.


Saremo a Roma, il 16 Settembre in Piazza Farnese, per dire "fermiamo il sangue in Darfur"!
ore 10: Marcia dei rifugiati con la torcia olimpica. Presenti Monica Guerritore, Toni Capuozzo, Tiziana Ferrario;
ore11: mostra fotografica e proiezione video reportage dal Darfur, interventi di associazioni, ospite Presidente Commissione Esteri della Camera U. Ranieri
0re 13: concerto dei Marcosbanda (jazz funk rock), vincitori premio "Voci per la Libertà" 2007

All’iniziativa, promossa da Italians for Darfur, hanno aderito il Comune di Roma, l’associazione Articolo21, la sezione italiana di Amnesty International, Nessuno tocchi Caino, la Comunità Ebraica, l’Ugei e l’associazione “Voci per la libertà”.

Italian Blogs For Darfur

Etichette:

domenica, aprile 29, 2007,13:59
Roma - Global Day for Darfur
Appena tornato...
UPDATE: Breve galleria fotografica qui.

Etichette:

venerdì, aprile 27, 2007,18:42
Domenica 29 Aprile: Global Day for Darfur.







Etichette:

giovedì, aprile 26, 2007,07:34

Etichette:

sabato, febbraio 17, 2007,11:42
Una domanda onorevole!
Come accennato ieri, il vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro ha ha presentato la proposta di risoluzione sul Darfur, nella quale si chiede di imporre sanzioni per violazioni del cessate il fuoco. Finalmente l'europa accelera sulla questione Darfur che, giova ricordarlo, ha fatto quattrocentomila morti e 2,5 milioni di senza tetto. O forse qualche cadavere in meno. Ma vabè, stiamo lì. Come sottolinea Mauro "anche in assenza di un accordo con il governo sudanese, deve fissare una data per l'invio nel Darfur di una forza di pace''. Eh, sì, giova ricordare anche questo: l'Onu non va perché il governo sudanese non vuole. Come se la polizia lasciasse in blocco la Sicilia a seguito di una richiesta della Mafia.
Non appena è uscita la notizia dell'impegno del vicepresidente Mauro, IB4D l'ha contattato ed ha ricevuto la sua firma per la petizione.
Io l'avevo contattato poco prima. Nessuna risposta. Le domande sarebbero queste:
- Ha presentato la proposta di risoluzione sul Darfur, nella quale si chiede di imporre sanzioni per violazioni del cessate il fuoco e l'invio di una forza di pace. Perché ha atteso (lei e le altre autorità europee, ovviamente) così a lungo?
- Parla a chiare lettere di un pesante coinvolgimento della Cina (il Sudan è il suo secondo fornitore africano di petrolio). Perché l'Europa e gli Stati Uniti non hanno mai accusato la Cina in pubblico? Lo sa che questa notizia non è mai stata chiara come ora che ne parla lei? Non vorrei sembrare banale, e spero mi contraddica, ma si sono anteposto gli interessi commerciali alla risoluzione di un conflitto devastante come quello del Sudan?
Grazie dell'attenzione, e grazie per questa sua iniziativa. Gliene sono grato, anche a nome di Italian Blogs for Darfur.
sinceri saluti
Andrea Pergola

Etichette:

venerdì, febbraio 16, 2007,18:22
RAI: BELTRANDI, APPELLO PER DARFUR IN VIGILANZA
Certe notizie Ansa fanno bene al cuore...

(ANSA) - ROMA, 16 FEB - L'appello promosso da 'Italian Bloggs for Darfur', per chiedere alle maggiori testate televisive italiane maggiore informazione sul conflitto in atto nella regione del Sudan, e' stato fatto suo da Marco Beltrandi, membro della Commissione Vigilanza Rai, che si fara' portavoce della richiesta in seno alla Commissione. Il deputato della Rosa nel Pugno ''condivide gli interrogativi posti da Italian Blogs for Darfur sulla qualita' dell'informazione nel servizio pubblico televisivo e auspica una maggiore attenzione da parte dei media alla tragedia che si sta consumando nell'indifferenza globale''.
''Da quando ha fatto la sua prima comparsa sul web, l'appello di Italian Blogs for Darfur ha raccolto numerose adesioni. Ad oggi sono state raccolte oltre mille firme. Oltre all'azione continua di decine di bloggers sensibili al destino del terzo mondo, in particolare alle crisi e alle guerre dimenticate - spiega una nota - anche alcuni noti esponenti della politica italiana, difensori dei diritti umani, e personaggi dello spettacolo hanno dato il loro sostegno a Italian Blogs for Darfur, firmando l'appello e rendendo pubblica la loro adesione. Tra questi Marco Cappato. Daniele Capezzone. Marco Pannella, Antonio Polito, Gianni Vernetti, Marco Taradash, Yasha Reibman, Caparezza, Cesare Cremonini e Subsonica''.

Altre pure...(leggerei attentamente, però, le riflessioni finali...)

DARFUR: PE; MAURO (FI), FINE A VIOLENZE ANCHE CON SANZIONI (ANSA) - STRASBURGO, 15 FEB - Oggi il Parlamento europeo chiedera' all'Onu e tutta la comunita' internazionale ''di adoperarsi con ogni mezzo per porre fine ai crimini di guerra e ai crimini contro l'umanita' perpetrati in Darfur'', anche attraverso l'imposizione di sanzioni. Lo sottolinea Mario Mauro, vice Presidente del Parlamento europeo, che ha presentato la proposta di risoluzione sul Darfur, nella quale si chiede di imporre sanzioni per violazioni del cessate il fuoco. ''Quattrocentomila morti e 2,5 milioni di senza tetto non possono piu' aspettare e l'Onu, anche in assenza di un accordo con il governo sudanese, deve fissare una data per l'invio nel Darfur di una forza di pace''. ''Non e' un mistero - prosegue Mauro - che il Sudan sia il secondo fornitore africano di petrolio per la Cina e che per questo motivo il gigante asiatico difenda in tutti forum internazionali il Sudan dalle accuse di violazione dei diritti umani e di genocidio. Tredici delle quindici compagnie petrolifere straniere presenti in Sudan sono cinesi'', afferma Mauro. Per questa ragione, spiega l'europarlamentare, la risoluzione chiede alla Cina di utilizzare ''in modo responsabile la sua considerevole influenza nella
regione, di porre fine alle esportazioni di armi verso il Sudan e di cessare di bloccare, in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu, le decisioni riguardanti sanzioni mirate contro il governo sudanese''.

Etichette:

giovedì, dicembre 07, 2006,13:17
Darfur in caduta libera.
Il Darfur va sempre peggio. Lo dicono gli stessi responsabili ONU, ma poi nulla di concreto succede, milioni di persone morte o scappate. Ormai le nazioni coinvolte nel conflitto sono tre: oltre al Sudan, anche Ciad e Repubblica centroafricana, dove operano gli stessi gruppi mercenari, armati da Al Qaeda e intenzionati a mettere le mani sulle miniere di uranio e sui giacimenti di petrolio.
Ora "la situazione è in caduta libera", e sei milioni di persone sono a rischio. Naturalmente Napolitano, Parisi, D'Alema, Diliberto, Prodi non parlano di urgenza, non chiedono "Conferenze internazionali di pace" e -udite! udite!- non si sognano nemmeno di mandare "truppe internazionali di interposizione e di pace", come nel Libano. Ipocrisia come faccia politicamente corretta della violenza.
Continua a leggere su La Pulce di Voltaire.

Etichette:

scritto da Andrea&Serena
2 commenti presenti - Posta un commento
Cerca nel sito
Iniziative
  • Scopri come dare voce al Darfur

  • Scopri come dare voce al Nepal

  • green apple

  • drop outs cafè

  • Meltin'Pot

  • Anna

Commenti recenti
Home page Home Page Paniere di discussione Blogs For Nepal Popolo dei cieli grigi Photoway photoblog momoemomo photoway Contattaci Square Gallery Square 9
Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.