PrologoNon saprei dire quando Silvia è arrivata sin qui. Erano i giorno concitati di Blogs For Nepal. Sarà stato Francesco, immagino. Fatto sta che da ormai qualche mese Silvia-rongpuk collabora con Square. Scrivendo. E non solo...
Colgo infatti l'occasione che mi dà questa bella intervista, per presentare a tutti un nuovo progetto, che Square seguirà con somma soddisfazione: RainMaya.
Rain come pioggia. Maya come amore.
Primo capitoloMilano il 24 maggio del ‘72 durante uno sciopero di 24 ore dei medici, sono nata per sbaglio e poi per la convinzione di mamma e papà di provare a costuire qualcosa…credo…erano gli anni 70…
Dove quando e perché nasci?
Secondo capitoloUn ricordo della mia infanzia?…la mia infanzia è stata bellissima come portei non ricordarla?…dai 3 ai 4 anni e mezzo a Vicenza nel villaggio della USARMY parlavo con gli americanini e non capivo perché non mi capivano…strano eh? Giocavo a fare la guerra allora…l’innocenza dei bambini…
Qual è il primo ricordo della tua infanzia?
Poi la campagna tra Vicenza e Padova, ho trascorso la mia infanzia con la mia meravigliosa Paola io e lei inseparabili (anche adesso all’alba dei 35) a giocare nei campi di grano, nei fienili, nei vitigni, a guardare le mucche e le caprette, ricordo i bagni nei fossi bici incluse e le sculacciate di mio padre, le gite col trattore di Silvana, il profumo del mosto…credo di essere stata una bambina molto fortunata, amata che ha avuto l’opportunità di stare davvero a contatto con la natura.
Terzo capitoloMi sento in balia dei venti e molti eventi hanno cambiato il corso della mia vita, e ogni volta accade in modo sempre più drastico e diverso…io vivo di viaggi e di fame di conoscenza, per me è una specie di malattia incurabile, arriva un momento in cui non ce la faccio più e devo partire per ritrovare i sensi smarriti dall’evoluzione. VIAGGIO E APRO GLI OCCHI. Ogni luogo mi assorbe totalmente e io assorbo tutto da lui, spesso cerco di catturare con uno scatto la magia di questi momenti. Vi racconto l’ultima mia svolta, sta volta dettata dall’amore: nel 2005…il Nepal…la terra di passaggio tra l’India e il Tibet…terra di contrasti, di colori, folklore, templi antichi, regno dell’induismo, ancora arcaico dai riti cruenti e per noi assurdi. Il paese dove tutto è sacro. Al campo base dell’Everest in una notte di visioni mi sono accorta di quello che è stato per me il primo sguardo profondo di Raj a Swayanbunath durante la mia prima puja buddista, …il resto è stata tutta una battaglia per l’amore…contro il governo indifferente, contro consoli e ambasciatori, contro la guerra civile, i black out, i coprifuochi, contro il re e contro Prachanda…solo per amore…una cosa al limite della follia ma altrettanto vera e unica…l’amore…per questo si dice si muovano anche le montagne…ora il 4 febbraio se il destino, Dio, Shiva o chi per essi vorranno saremo insieme qui nel mio rifugio, nel mio piccolo angolo di pace a Milano…dal paradiso sul tetto del mondo…la follia…
L'evento o gli eventi che hanno indelebilmente cambiato la tua vita
Quarto capitoloVivere sempre ogni sensazione nel bene e nel male, fugare i dubbi, di qualsiasi genere essi siano, lottare per ciò in cui si crede e se se ne ha davvero fede ne uscirà del bene per noi e di riflesso anche per gli altri. CREDETECI
Dovessi morire oggi che messaggio vorresti lasciare al domani?
Quinto capitoloLa musica: la follia di Roger Keith Barrett, un grande sperimentatore e un grande incompreso. Ummagumma e il Buena Vista Social Club. Di “canzoni preferite” ne ho una marea di ogni genere ognuna legata a un momento della mia vita.
Un suggerimento musicale, un libro, una poesia, una quadro, un film: scegli qualsiasi cosa
legata all'arte che vorresti condividere con gli altri.
La pace di Ravi Shankar o Sainkho e l’originalità di Stravinsky.
Film: Lars Von Trier, Cohen, Kim Ki Duk.
L’arte: indubbiamente Dalì, Klimt e Munch, poi le strutture di Gaudì e F.L. Wright
La letteratura: il mio mito è Marquez (100 anni di solitudine uno per tutti) poi Coloane e Sepulveda, Amado, Taibo, Mishima, la dolcissima Rigoberta Menchu piccola e fiera.
Poesia: Neruda.
Io sono un viandante
e uno scalatore di montagne,
diss’egli al suo cuore,
non amo le pianure
e sembra che non sappia
star fermo a lungo.
E qualunque cosa mi capiti ancora,
come destino o esperienza,
in essa ci sarà un peregrinare e un ascender monti:
si vive alla fine solo ciò che si ha in se.
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