Da Piovono Rane.Questa storia dei lavavetri e del racket, e che cacchio, l’ho già sentita tante volte. In quasi tutte le megalopoli del Terzo mondo - dal Brasile all’India - i questuanti sono dipendenti della mala. Adesso - ohibò! - scopriamo che anche da noi è così.
Okay, diamo per buona l’opzione Bertinotti e arrestiamo i caporali dei lavavetri: resta tuttavia il problema dei loro ex dipendenti alla fame. Che ne facciamo? Dove li mettiamo? Li deportiamo? Li lasciamo a spasso per le città? Siamo sicuri che basta debellare l’odioso racket per eliminare il problema? Non è che il giorno dopo quelli sono più disperati (e pericolosi) di prima?
Qualche settimana fa ero a Milano e - nella desolante calura di luglio - mi ha avvicinato il consueto venditore di chincaglieria senegalese. Io - che avevo la palle girate per i fatti miei - gli ho risposto con il classico “Grazie, non ho bisogno di niente”. E lui sorridente: “Lo so, signore. Sono io che ho bisogno di quasi tutto”.
Fare grandi e lunghi discorsi sull'Amore che non portano da nessuna parte è divertente e consigliabile. Ma probabilmente dovremo partire col piede giusto: l'Amore non ha forma. Anzi ne ha mille. C'è chi si dice innamorato senza mai dire "Ti Amo", e senza lo dubbio lo è. Temperamenti particolarmente sentimentali hanno bisogno del dramma: e pure loro amano. Taluni vivono per l'amore, e sarebbero per questo capaci di amare un guscio vuoto pur di non rimanere senza nulla d'Amare: e pure loro amano. E c'è persino chi è convinto di Amare o di aver Amato, non già di amare o di aver amato.
Sono queste mille forme che vanificano i discorsi, per quanto logici possano sembrare.
E c'è persino chi è convinto di non sembrare un bambino impacciato.
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