Un'intervista.
Patrick Boylan è uno di quei professori che puoi odiare, amare ma mai ignorare. E' uno di quei professori che (oddio...perchè ne esistono altri?) per protestare contro quello che sente come un torto prende una tenda canadese, la fissa a terra e ne fa un presidio...all'ingresso della facoltà di Lettere e Filosofia. E' uno di quei professori che è CRITICAMENTE contro la riforma Moratti e non auspica che tutto rimanga com'è; bensì sogna una riforma della scuola che manca dai tempi di Gentile.
Quella che segue è una lunga chiaccherata. Alcuni saranno d'accordo, altri nient'affatto. Di certo ci sarà da discutere, e sarà inevitabilmente cosa utile.
L'intervista è suddivisa in tre puntate. Due sono argomenti in un certo senso datati: IRAQ, e GOVERNO BERLUSCONI. Il terzo è un commento a questi
due post.
Via con la "prima puntata".
1- Era favorevole alla guerra in Iraq?
2- Crede che la coalizione ha raggiunto qualche successo sul territorio iracheno?
3- Cosa ha pensato il giorno delle elezioni in Iraq?
4- Lei crede che sul fronte guerra il centro sinistra si sarebbe mosso diversamente?
5- Gli italiani pagano le milizie? Ci dice chi ne parla? Qualche link, qualche fonte?
6- "La guerra è il terrorismo dei ricchi." Vuole spiegarci questa "sua" affermazione? Con che parola indica chi in Iraq compie attentati?
Era favorevole alla guerra in Iraq?Sono stato e sono decisamente contrario. E non solo contrario alla guerra in Iraq. Sono stato, sin dall'inizio, contro il genocidio che Bush ha voluto condurre (e che continua a condurre) in Afghanistan.
E aggiungo, per completezza, che sono stato contrario anche all'invasione americana del piccolo paese caraibico, Haiti, avvenuta due anni fa, per cacciare il Presidente democraticamente eletto, Aristide, perché cominciava a fare una politica di sinistra. Di questo evento i miei amici italiani non sanno nulla -- sanno tutto, invece, sull'Iraq. Non è colpa loro, la TV ed i giornali controllati da Berlusconi non hanno dato rilievo all'evento. Eppure, i marines (con la solita finta copertura internazionale) hanno attaccato e preso il palazzo presidenziale per prelevare Aristide e per portarlo in un luogo segreto in Africa; ciò ha consentito al capo di una banda armata locale, amico di Bush, di prendere il potere ad Haiti. Quindi un sopruso clamoroso.
Quando due anni fa protestavo contro questa violazione plateale della sovranità di un popolo indifeso, nessuno ascoltava. La maggior parte dei giornali rifiutavano di dare spazio alla notizia per non indispettire "gli amici americani". Come sarebbe a dire "gli amici americani"!!?? Forse noi che protestiamo questo crimine a Roma non siamo cittadini americani (quelli riuniti nell’associazione "
U.S: Citizens for Peace & Justice")? Forse quelli che protestano questo crimine negli Stati non sono americani? Uno di loro è il già Ministro della Giustiza Ramsey Clark.
Ma niente da fare - silenzio stampa quasi totale.
In quanto ad Afghanistan, poi, ci sono stati sì dei servizi giornalistici, certo, ma tutti indirizzati a raccontare la balla di un'invasione per combattere quelli che avevano abbattuto le Torre Gemelli a New York, cioè Bin Laden e il suo gruppo. Ma l'invasione non è stata per eliminare Bin Laden, bensì per impadronirsi del paese uccidendo i Talebani e gli afghani (che non c'entravano) e in questo modo consegnare il paese alle multinazionali petrolifere americane.
Quindi, per concludere, vi rispondo che sì, sono stato contro l'invasione dell'Iraq. Figuriamoci!
Ormai lo sanno i sassi che non c'entra nulla la cosiddetta "guerra al terrorismo", non c'erano terroristi in Iraq, il paese è stato invaso per mettere al potere un "regime amico" che consenta alle multinazionali petrolifere di prendere il petrolio che vogliono. Insomma è stata ed è una guerra coloniale.
Ma tengo a precisare che prima dell'invasione dell'Iraq sono stato contro l'invasione dell'Afghanistan e , dopo, contro l'invasione di Haiti. E lo faccio per dire due cose a voi di Square:
(1) L’Iraq non è un caso isolato. Bush sta calpestando il popolo iracheno come parte di una politica organica di dominio dei paesi indifesi per poter rubare le loro ricchezze naturali (o per scopi geopolitici): Afghanistan, Iraq, Haiti, domani Iran, Venezuela...
(2) voi di Square che denunciate le difficoltà incontrate nel cercare di risvegliare l'opinione pubblica sul dramma del Nepal dovete sapere che è normale scontrarsi con l'indifferenza della gente e con il rifiuto di pubblicare notizie che non rientrino negli schemi. Spero che questi piccoli accenni al nostro mal comune vi abbiano portato mezzo gaudio.
Crede che la coalizione ha raggiunto qualche successo sul territorio iracheno?E' riuscito a portare al potere un governo provvisorio "amico", ma niente di più. Le virgolette sono d'obbligho. Il governo non è quello voluto dagli USA (che voleva imporre il pistolero Allawi, ex agente della CIA); quindi Bush ha dovuto accettare un compromesso. L'attuale governo non gli darà tutto il petrolio che vuole: un po' potrà vendere per contro proprio e, peggio ancora per l'America, lo potrà vendere ai rivali economici degli USA, vale a dire l'Europa e la Cina.
Quindi Bush ha raggiunto solo un successo parziale. Che non lo soddisfa, evidentemente. Tanto è vero che, di recente, sta fomentando in Iraq una guerra civile. Già! Voi che vedete i telegiornali: indovinate chi mette la maggior parte delle bombe nei quartieri sciiti per aizzarli contro i sunniti, e nei quartieri sunniti per fargli prendere le armi contro gli Sciiti? Bush sta facendo tutto questo perché il nuovo governo iracheno si è dimostrato meno malleabile di quanto egli sperava, quindi ora vuole azzerare questa mezza vittoria mezza sconfitta, portare il paese alla guerra civile e nel caos riportare il pistolero Allawi al potere con un regime autoritario, dichiarandolo "necessario per fronteggiare la crisi".
Dunque, per rispondere alla tua domanda, la "coalizione" (cioè Bush & Cheney, cioè le multinazionali petrolifere) hanno raggiunto sì un successo, ma non militare, solo politico e solo in parte. Ed è un successo che ora non soddisfa ora neanche loro.
Cosa ha pensato il giorno delle elezioni?Secondo una mozione approvata dalle Nazioni Unite e sottoscritta dagli stessi USA le elezioni politiche in un qualsiasi paese occupato da una forza militare straniero non possono considerarsi libere e pertanto non vanno riconosciute. Punto e basta.
Comunque il popolo iracheno sta dando grande prova d'intelligenza. Le elezioni sono una farsa? E' ovvio, quando hai i fucili puntati contro di te, quando i tuoi candidati devono essere approvati da una commissione con sede a Washington, ecc., non possono che essere una farsa. Eppure, malgrado queste condizionamenti il popolo iracheno ha saputo partecipare a queste elezioni e usarle per fini propri, cioè per fare un governo che sta dando del filo a torcere a Bush e alle multinazionali petrolifere americane. Da non credere.
Lei crede che sul fronte guerra il centro sinistra si sarebbe mosso diversamente?In parte, sì, anche se non abbastanza per il mio gusto. Vedete, la Sinistra è purtroppo ricattabile. Se tu vuoi andare al potere in qualsiasi paese, devi accettare le condizioni di chi gestisce i mass media, che presiede nei salotti buoni, che ti fornisce gli appoggi internazionali, che concede i prestiti alle aziende (in Italia, la Coop, ad esempio) che, tramite la loro pubblicità sui tuoi giornali (l'Unità e il Manifesto qui) ti consentono di avere almeno una piccola voce, e via discorrendo. Insomma, non puoi andare al governo con il solo consenso popolare, hai bisogno di almeno una parte dei cosiddetti poteri forti.
E ciò ti condiziona inevitabilmente.
Do subito un esempio. Uno dei poteri forti in Italia è il gruppo ENI. Sappiamo da tempo che anni fa ENI ha stretto accordi con Saddam Hussein per i (relativamente pochi) pozzi di petrolio intorno a Nassyria, come altre società petrolifere europee hanno fatto per altre zone dell'Iraq. Sappiamo anche che Bush ha detto all'Europa che egli avrebbe riconosciuto quegli accordi solo ai paesi disposti a fornire le truppe per assecondare la sua invasione. Quindi la Sinistra italiana si è trovata davanti ad un dilemma. Berlusconi ha portato il paese verso il disastro economico, ci vuole il petrolio per la ripresa, i pozzi degli iracheni fanno gola dunque, come averli senza fare i colonizzatori guerrafondai come gli americani?
Alla fin fine la soluzione, accettata (ahimé) anche dal Presidente Ciampi, è stata quella di mandare sì i soldati in Iraq, a Nassyria, ma di dire loro di non sparare a nessuno, di restare nella loro caserma, e di pagare le milizie locali per mantenere l'ordine a Nassyria. E così si è fatto, anche se i giornali non te lo raccontano. Con questa soluzione furbesca, si soddisfa la richiesta americana di tenere sotto controllo quella zona, per avere i marines liberi per fare guerra altrove. E, con l'ordine di non sparare, si soddisfa anche la sinistra italiana (beh, diciamo i vertici della parte più conservatrice della Sinistra italiana).
Ma quel accordo non mi soddisfa e non soddisfa nessuno dei miei amici italiani. Perché, anche se le truppe italiane non sparano (il che non è nemmeno vero), esse stanno sempre in un paese non loro, cioè stanno sempre partecipando alla colonizzazione di un paese sovrano, stanno contribuendo a mettere al potere un regime che ci dia il petrolio dai pozzi che diciamo noi ai prezzi che diciamo noi. Non solo, ma un governo che non si azzardi a creare raffinerie ed industrie petrolifere locali per dare lavoro alla propria gente, questo mai e poi mai, perché noi dell'occidente vogliamo tutto per noi. Chiaro? (Questo è il senso della nostra missione di pace in Iraq.)
Secondo me, gli italiani non sono al corrente di tutte queste cose nei dettagli ma, in un certo senso, le hanno intuite tutte quante nelle grandi linee. Perciò, accettandole, divengono complici di uno stupro collettivo di un paese sovrano. Questa consapevolezza inconscia, chiamiamola così, mi preoccupa. Perché può distruggere un paese. Chi accetta che si commetta uno stupro si imbestialisce anche lui. Ecco perché dico che la politica del governo Berlusconi corrode la fibra morale del paese: questo governo autorizza la frode in affari, libera i mafiosi, condona gli evasori, ecc. e in politica estera incoraggia la gente a volere (o ad accettare, inconsciamente) un ritorno alla colonizzazione rapace ottocentesca.
Sia ben chiaro: ho detto che a scendere a compromessi sulla politica irachena, sono stati i leaders conservatori della Sinistra, non tutta la Sinistra. Vorrei infatti precisare che ci sono dei leaders della Sinistra davvero di sinistra (i Comunisti italiani, i rifondaroli, i verdi) che sono contrari alla soluzione ipocrita escogitata dalla destra e dai leaders conservatori della Sinistra.
Perciò, per rispondere ora alla vostra domanda, se la Sinistra fosse stato al potere anziché Berlusconi, sì, probabilmente, sotto la spinta dei Comunisti italiani (Diliberto), dei rifondisti (Bertinotti), i verdi (Pecoraro Scanno), il governo di Sinistra avrebbe saputo escogitare una soluzione ancora meno militare di quello escogitato dall'attuale governo. Probabilmente il governo di Sinistra avrebbe saputo inventare una soluzione ancora più soft, tipo inviare a Nassyria delle ONG anziché delle truppe, sempre pagando le milizie locali per garantire l'ordine, ma ONG con il compito di "affiancare" le istituzioni locali in modo da poterle condizionare senza il ricorso alle armi. Sto solo speculando, naturalmente.
Quindi, per concludere, rispondo di sì, a mio parere la Sinistra avrebbe fatto le cose diversamente. Sarebbe stata meno brutale (sotto l'attuale governo, i soldati italiani hanno sparato ai civili iracheni uccidendoli, hanno fatto retate stile gestapo per arrestare civili innocenti e per consegnarli ad essere torturati). Ma riconosco che la conclusione finale sarebbe stata la stessa: ENI vuole Nassyria, la nostra economia è stata devastata da Berlusconi, dipendiamo dall'energia per la ripresa, non possiamo dunque andar via da Nassyria, quindi con le buone (la politica della sinistra) o con le cattive (la politica della destra) dobbiamo restarci. Da questa conclusione non schiodi, sennò ENI non ti manda al governo.
Quindi destra e sinistra si equivalgono? Non credo proprio. Se tu fossi un iracheno, non vorresti stranieri di nessun tipo tra i piedi ma non sarebbe mica uguali averli come "consiglieri ONG" che condizionano le scelte dei tuoi governanti, rispetto ad averli come soldati che ti sparano addosso e la notte arrestano e fanno torturare i tuoi familiari.
La nostra lotta deve essere quindi per una vittoria della sinistra. Perché le sue soluzioni saranno meno cruenti e perché, anche in una prospettiva di una nostra lotta per l'autodeterminazione del popolo iracheno (e nepalese, ecc.), avremo molte più margini di manovra con (poniamo) i rappresentanti civili che verranno inviati sul posto piuttosto che con i generali di un esercito armato fino ai denti, inviato sul posto. Giuliana Sgrena ne sa qualcosa.
Gli italiani pagano le milizie? Ci dice chi ne parla? Qualche link, qualche fonte?Non ho fonti web ma ho raccolto voci insistenti negli ambienti vicini a Un Ponte per...
Inoltre alla presentazione del filmato su Falluja al Linux Club di Roma, Maurizio Torrealta ha raccontato di aver raccolto le stesse voci sul posto in Iraq.
Naturalmente non ci sono prove dirette, sarebbe per gli americani un tradimento quindi nessuno lo dice apertamente. Già gli americani non perdonano all'Italia di aver pagato i riscatti per le due Simone (oltre ad aver curato 4 guerriglieri in un ospedale italiano come parte dell'accordo -questo sta nelle interviste di Scelli sul web). Non perdonano nemmeno il riscatto pagato per Giuliana Sgrena -anche questi soldi, dicono i blog di destra in America, finiscono nell'acquisto di bombe usate poi contro le truppe americane.
Quindi diramare la notizia che l'Italia assolda la guerriglia a Nassiria sarebbe spargere una notizia bomba scandalosa che nessuno si permetterebbe di dire senza prove documentali. Assai difficili da ottenere, ovviamente.
Comunque non sto dicendo che i guerriglieri di Nassiria vengono pagati con il denaro. Ci sono diversi indizi, come la notizia della diffusione di armi leggere italiane di nuova fabbricazione tra la guerriglia, che fanno ipotizzare un accordo in base a merci anziché soldi.
Vedi l'articolo in merito su Corriere:
http://www.corriere.it/english/beretta.shtml
"La guerra è il terrorismo dei ricchi." Vuole spiegarci questa "sua" affermazione? Con che parola indica chi in Iraq compie attentati?Ho già espresso il mio parere sull'escalation degli attentati in Iraq. La Resistenza irachena non c'entra, perché non pratica attentati contro civili innocenti. Gli sparuti gruppi di guerriglieri ultras che fanno scorribanda nel paese, quelli sì sono capaci di fare attentati contro civili -e riguardo a loro userei la parola criminale, perché la loro stessa religione definisce come crimine gesti del genere- ma questi gruppi non sono capaci di attentati su vasta scala come vediamo attualmente, né prenderebbero di mira la maggior parte dei bersagli. Pertanto concludo che c'è dietro questi attentati un'altra mano, cristiana non islamica. Si tratta di un tipo di cristianesimo che noi in occidente abbiamo ripudiato da tempo, quello dell'Inquisizione, che fu una vera campagna terroristica da parte di un settore militante (e aberrante) della chiesa nel '500 (e non solo) e che purtroppo sopravvive oggi nell'atteggiamento punitivo e moralista della destra "cristiano fondamentalista" americano.
In quanto alla parola d'ordine "La guerra è il terrorismo dei ricchi", ho escogitato questo slogan per dire BASTA con l'ipocrisia di chi vede "il" terrorismo al singolare. Ce ne stanno due: il nostro e il loro. Bisogna dire no, dunque, ai DUE terrorismi. La destra, nel dire "no al terrorismo (loro)", sta dicendo nel contempo "sì" al terrorismo nostro. Quindi è la destra, non la sinistra, che difende il terrorismo, almeno quello nostro, quello dei ricchi.
Il nostro, del resto, è stato il primo ed il più devastante. Forse non tutti lo sanno, ma ben prima della vendetta di quella tristemente famosa banda di sauditi che ha fatto crollare le Torre Gemelle a New York, le truppe americane stavano già occupando l'Arabia Saudita da oltre 10 anni, torturando la gente come ora fanno in Iraq, anzi peggio -quindi quell'attacco non è caduto a ciel sereno, è stato la risposta (criminale) al terrorismo nostro (criminale). Solo che i giornali non hanno parlato del nostro terrorismo e quindi alla gente è sembrato che sia stato quel gruppetto di sauditi a fare la prima aggressione, attaccando le Torre gemelle.
Del resto, i sauditi (con Bin Laden, saudita, a capo) avevano già fatto altri attentati per cacciare l'esercito americano dal loro paese: hanno messo bombe nel ritrovo per gli ufficiali americani in Arabia Sauditi, nelle ambasciate americane in Africa, ecc. Siccome questi attacchi non sono servite per convincere Washington di ritirare le sue truppe dall'Arabia Saudita, Bin Laden è passato all'attacco sul suolo americano. Ma oltre ad essere criminale, questa sua ultima mossa è stata fatale: le Torri Gemelle hanno dato il pretesto che Washington cercava da tempo non solo per restare in Arabia Saudita, ma per occupare altri paesi ancora. (Tra parentesi, si vocifera, appunto, che Bush sapeva dell'attacco alle Torri Gemelle e ha lasciato fare, proprio per avere un pretesto per poter invadere Afghanistan, ecc. Si dice anche che F.D. Roosevelt ha lasciato che Pearl Harbor venga attaccato nel 1941 per avere il pretesto di dichiarare la guerra contro Hitler, alleato dei giapponesi.
E che Teddy Roosevelt nel 1898 ha lasciato che una pacco bomba cubana, messo a bordo la notte, mandasse a picco una nave americana ancorata a Havana, per avere il pretesto di invadere Cuba e prendere possesso dell'isola.)
Saranno veri questi sospetti? Saranno falsi? In ogni modo quello che è certo è che Bin Laden non solo non ha liberato l'Arabia Saudita, ma ha fornito il pretesto a Washington per occupare l'Afghanistan, l'Iraq e, se non ci opponiamo in maniera decisa, anche l'Iran...
Ecco perché dico che la guerra è il terrorismo dei ricchi. Ben prima dei primi attacchi "islamici", i militari USA hanno piazzato bombe terroristiche nei mercati di un certo paese islamico, per terrorizzare la gente e convincere il governo a cambiare rotta: i militari USA hanno addestrato e lanciato squadroni della morte per terrorizzare la popolazione di notte in un'altro paese islamico; gli agenti americani hanno mandato pacchi bomba contro avversari politici in un altro paese islamico ancora...
E con l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq i militari USA hanno praticato il terrorismo in grande: interi villaggi fatti fuori, non solo i mercati, da bombe intelligenti lanciati da generali imbecilli.
Questo terrorismo NOSTRO ha generato poi, come risposta, il terrorismo LORO, quello povero, quello con le bombe che ti devi portare addosso perché non hai gli aerei o i missili, quello contro il circolo ufficiali in Arabia Saudita, contro le ambasciate in Africa, contro le Torri gemelle, contro l'albergo a Sharm el Sheik, ecc.
Il terrorismo dei ricchi ha generato il terrorismo dei poveri.
Per fermare il secondo bisogna fermare il primo.