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Nei prossimi giorni vorrei postare le bozze dell'articolo, così da accogliere i vostri suggerimenti.
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“Caro Beppe,
a pochi mesi dalle elezioni ho deciso di scriverti una lettera che spero tu possa pubblicare sul blog. Domani Unione e Cdl voteranno a favore di una legge, quella sull’indulto, che non era prevista nel programma dell’Unione e che io ritengo del tutto estranea alla volontà degli elettori del centrosinistra. Questa legge, nata per liberare le carceri, è stata estesa ai reati di falso in bilancio, corruzione, reati fiscali e finanziari anche nei confronti della Pubblica amministrazione.
Neppure il governo Berlusconi era arrivato a tanto. E’ un colpo di spugna che viene effettuato nel pieno del periodo estivo. Un atto gravissimo del quale è riportata un’informazione parziale, e spesso strumentale, da parte di giornali e televisioni. Il tuo blog, forse, può darne una diffusione maggiore e soprattutto libera.
Sono profondamente contrario al fatto che l’accordo per l’approvazione dell’indulto si basi su uno scambio politico con Forza Italia, in quanto prevede l’inclusione di reati per i quali vi sono processi e condanne di esponenti, anche di primo piano, della Casa delle Libertà. Se l’indulto passasse così com’è, tutti i fatti di mala amministrazione e di mala attività imprenditoriale, rimarrebbero impuniti. Si tratta di persone colpevoli di reati come tangentopoli, calciopoli, bancopoli. Persone che hanno occupato le indagini delle magistrature e le prime pagine dei giornali in questi ultimi anni.
Io ho scritto ai leader dei partiti dell’Unione per un vertice in cui discutere dell’indulto. Non ho avuto risposta. Nel Consiglio dei ministri dello scorso venerdì ho sottolineato la gravità di questa legge, contraria agli interessi dei cittadini, ma utile alle consorterie dei partiti.
Ho minacciato le dimissioni da ministro nella più totale indifferenza dei colleghi. L’Idv è il quarto partito della coalizione con 25 rappresentanti tra Camera e Senato. La sua uscita dalla coalizione può far cadere il Governo, ma io non mi sento di ritornare alle urne e, forse, di riconsegnare il Paese a Berlusconi.
L’Unione ha posto il veto sui nostri emendamenti per l’esclusione dei reati finanziari, societari e di corruzione dall’indulto. Lunedì e martedì prossimo l’Italia dei Valori farà tutto quello che è in suo potere per rallentare l’approvazione della legge sull’indulto attraverso una serie di emendamenti. L’Italia merita altri politici, altri governi. Non deve essere costretta a scegliere tra il peggio e il meno peggio, come tu spesso dici.
L’Italia dei Valori, da sola non può cambiare, questo Paese. Gli italiani devono fare sentire e forte la loro voce, in tutti i modi legittimi possibili, per evitare un ennesimo passo indietro della democrazia”.
Antonio Di Pietro.
There are several urban-legend fake etymologies postulating an acronymic origin for the word. One legend holds that the word "fuck" came from Irish law. If a couple committing adultery were "Found Under Carnal Knowledge" they would be penalized, with "FUCK" written on the stocks above them to denote the crime. Alternative explanations for "fuck" as an acronym for adultery pin it as "Fornication Under Cardinal/Carnal Knowledge", or "Fornication Under [the] Control/Consent/Command of the King". Another story is that it was written in the log book as "FUCK" when people in the military or navy who had homosexual intercourse were being punished. Variants of this include "For Unlawful Carnal Knowledge", "For Using Carnal Knowledge", "Felonious Use of Carnal Knowledge", "Fornication Under the Christian King", "Full Unlawful Carnal Knowledge", "False Use of Carnal Knowledge" and "Forced Unlawful Carnal Knowledge", a label supposedly applied to the crime of rape. In some reports, there are tombstones around English cemeteries that had the word fuck engraved in uppercase letters. These referred to those who were put to death for crimes against the state and the church. In another story, a sign reading "Fornication Under Consent of the King" was supposedly placed on signs above houses in medieval Britain during times of population control and was special permission given to knights (droit de seigneur), by their king, when a knight wished to have sex with a woman.
None of these acronyms were ever heard before the 1960s, according to the authoritative lexicographical work, The F-Word, and so are backronyms. In any event, the word "fuck" has been in use for too long for some of these supposed origins to be possible. It should also be noted that acronyms themselves were rare prior to the 20th century.
Another urban legend suggests that the official name of Friends University in Wichita, Kansas is Friends University of Central Kansas. It is just Friends University or FU.
Milano. Otto meno qualche cosa. C’è una ragazza nel mio letto. C’è la mia ragazza nel mio letto. Mi sveglia, piano. Riusciamo a fare tardi. E siamo entrambi a poche centinaia di metri dai relativi uffici. Milano. C’è sciopero dei mezzi pubblici, oggi, a Milano. C’è la Seconda Guerra Punica, in giro per le strade. Arrivo ai Bastioni di Porta Volta, entro nel parcheggio. Lei mi fa “no, no” con il ditino. Parcheggio, la vedo, e penso: “lei mi sta facendo nonoconliditino?” Scendo dalla macchina. Parcheggiata. Lei si avvicina e fa “no no”, con il ditino. Ora ci sono poche cose che mi mettono le mani nel fegato e me lo estraggono ancora grondante bile, gialla, facendomelo vedere per quello che è. E cioè il mio fegato. Una di queste è chi mi fa “no, no” con il ditino. Dico, non lo fa a me. Ma lei mi guarda e lo fa a me. Allora mi interesso alla cosa. La osservo, fermo. Lei si avvicina. Ve lo dico? Ok, ve lo dico: continua a fare “no, no”, con il ditino. Le dico:
- Mi scusi, sta facendo “no, no” con il ditino?
- Eh?
- Sbaglio o mi sta facendo di no con il dito. Indice.
- Non sbaglia.
- Bene, si avvicini.
- Signora, come si chiama?
- Io, sono...
- Signora. Come. Si. Chiama. Poi passeremo al resto.
- Maria Rita.
- Poi?
- Poi?
- Ha un cognome, o firma con le X?
- Gambini.
- Signora, Maria Rita Gambini, che lavoro fa?
- Sono un’ausiliaria del traffico.
- Bene. Si guardi attorno, sa che cosa è oggi? Oggi è il festival dello stronzo. Oggi c’è Milano-dio-la-maledica in crisi mestruale. Oggi collassiamo siagnora Maria Rita Gambini, ausiliaria del traffico. Mi spieghi, qual è il suo ausilio, oltre a fare “no, no” con il ditino ad uno che se gli fai “no, no” con il ditino diventa caustico oltre ogni buon costume?
- Senta la tagli breve, lei qui non può parcheggiare. E se la lascia lì, le farò una contravvenzione.
- Allora non mi sono spiegato signora Maria Rita Gambini: lei cerchi di guardarsi attorno e di mettere in moto quelle venti sinapsi che le restano dopo essersi allacciata le scarpe.
- Le mie scarpe hanno la fibbia.
- Ecco, capisce?
- No.
- Ma io sì. Ora le spiego, signora Maria Rita Gambini. Le ipotesi sono due “aut aut” non “vel vel”: adesso lei mi dà una mano e portiamo la mia macchina al quarto piano di questo palazzo qui alla nostra destra, oppure io parcheggio qui e lei va a fare ausilio da un’altra parte. Magari in mezzo a questo troiaio che la circonda che, non l’avrebbe mai detto, vero?, beh si chiama traffico. Ausili quello. E le intimo, signora Maria Rita Gambini, tra qualche minuto io sono qui, che bevo il caffe e fumo la prima sigaretta del mattino con il mio amico e collega Marco. Se vedo la multa, signora Gambini, io, che non ho mai fatto male ad una mosca, io la cerco per tutta Milano e la meno. Ma la meno che non si alza più da terra poi, capito? Mi ha capito, molto ma molto, bene? La. Meno.
- Io...
- No. Lei no. Non è pubblico ufficiale. Quindi la meno. Buona giornata signora Gambini. E non mi faccia più, mai più, “no, no” con il ditino. Ché glielo stacco. Si occupi di cose serie. D’ora innanzi. Stia bene.
Firmo. Chiamo l'ascensore, uno è rotto - amomilano - aspetto l'altro. Nell'attesa continuo a non capire perché di tanti giallidimerda presenti in questo posto, nessuno abbia ancora pensato ad un algoritmo che codifichi il perché se ne aspetto uno arrivi poi l'altro, senza una logica - apparente. Mi annoio, salgo le scale. Sono una furia, mi vede, mi ferma, mi dice: caffe? Non rispondo, lui sa che poi, è caffé. Mi si posa di fronte, alza lo sguardo e vorrebbe abbracciarmi, l'empatia ha un suo limite, oggi corre via come l'acqua sul marmo. Rompe il silenzio, perché è dura capirmi se io taccio, e spesso, io, taccio.